da Antonino Pisana, Milano
Un conto è dibattere, anche con accanimento e vis polemica, con chi ha idee diverse da te oppure arrabbiarsi per un messaggio sul quale si è completamente in disaccordo e che si considera sbagliato o in malafede; altra cosa è trovarsi a leggere messaggi farneticanti, privi di un minimo di logica, che mischiano tutto e tutti in un sincretismo banale e sconclusionato. Insomma anche a chi la pensa diversamente da te il minimo che gli si possa chiedere è di impegnarsi un po’ nelle argomentazioni che si propongono …
di Luigi Castaldi
Ogni tanto due bravi, lo scettico pien di sussiego ed il materialista beffardo, si appostano ad un tratto della stradicciola lungo la quale solitamente vien don Gianni, in una mano reggendo il breviario, nell’altra la cintola dei pantaloni. Lo aspettano, come in un agguato, per chiedergli in una burbera celia che sa di tormento e sfida: “Ripeti, se n’hai ardimento: tu senti voci?” Lui n’ha e, fiero e mite in una, ammette: “Sì, le sento”. Don Gianni ha un cuor di leone, non è mica un vaso di coccio. Stavolta il bravo era uno solo, quel Sabelli Fioretti che è davvero bravo. In un punto di Sette, frazione di Corsera, ha atteso il nostro prete e gli ha chiesto: “Che voce era?” E quello a lui: “Una voce mentale che mi parlava dentro” (Sette, n.11/2004, pag.59). SEGUE
QUESTOdal blog di Luca Sofri
A un certo punto tutta una serie di enti pubblici e non, ha affidato a una società che si chiama Esatri la riscossione di quote, tasse e imposte. Immagino sia per liberarsi dell’impiccio del recupero crediti e affidarlo a qualche serio praticante del pizzo. Come altro definire questa gang di minacciatori di professione, che per chiederti 100 euro – per esempio – di associazione all’ordine dei giornalisti (che tu peraltro hai già pagato, ma i conti non li sanno fare, i taglieggiatori) usano questa formula: “La avvertiamo che, in caso di mancato pagamento entro le scadenze indicate nelle istruzioni per il pagamento procederemo ad esecuzione forzata, nonché al fermo amministrativo di beni mobili registrati (ad es. automobili) ed all’ipoteca sugli immobili di sua proprietà”?
E’ capitato anche a me. Tra l’altro non c’era nemmeno spiegata la tassa che avrei dovuto pagare. Bisogna fare uso di molta pazienza per contare fino a dieci e non mandarli a quel paese. Loro e gli enti che si affidano a loro. (csf)
da Feliciano Bechelli
Sono appena tornato dalla manifestazione di Roma. I Disobbedienti e i Cobas si sono comportati da fascisti. Sì, i Casarini, i Caruso e i Bernocchi sono fascisti, perché chi impedisce ad altri di manifestare le proprie idee è un fascista, anche se si tappezza di adesivi arcobaleno e bandiere rosse. Essere contestati perché si sostengono le proprie idee non è sfiga cocciutamente cercata e quindi ben meritata, come insulsamente sostiene Primo Casalini.Aggiungo che mi piacerebbe entrare nella testa di tanti di quei politici pacifisti integrali oggi presenti alla manifestazione e mi piacerebbe scoprire se veramente la pace la predicano perché ci credono o soltanto perché annusano aria di elezioni. Ho sottomano, per esempio, un appello firmato nell’aprile del 1999 da 170 parlamentari per fermare la guerra in Kosovo. Non vedo né il nome di Diliberto, né quello di Di Pietro, né quello di Tana de Zulueta, né quello di Occhetto, né quello di Falomi, né quello di Salvi, né quello di Mussi, né quello di Folena, né quello…
da Primo Casalini, Monza
Sono solidale con Fassino. Che in una manifestazione grande come quella di Roma ci siano poche centinaia di teppisti organizzati non deve stupire: non vanno lusingati, ma occorre starne lontani, nulla di buono può venire da loro. Ma mi interessa criticare un errore che sta commettendo da tempo la leadership dei DS. Si è osservato che probabilmente più di metà delle persone che erano in piazza vota DS (anche perché non ha molte alternative), per cui sembrerebbe corretta la frase “E’ gente nostra!” che si ripete come una giaculatoria dal Palavobis in poi per tutte le manifestazioni in cui ci si ambascia col vado/non vado. Non è gente nostra, sono persone libere che ragionano criticamente, e di ciò fanno bene. Il gente nostra è un residuo rancido dell’egemonismo gramsciano. La smettano, ci diano un taglio, rien ne va plus. Trovo bello ed utile che a sinistra oggi ci siano tante persone libere che ragionano e decidono con la loro testa, e che non sono gente di nessuno.
Oggi ventuno marzo, primo giorno di primavera, in occasione della giornata mondiale della poesia, Radio3 punteggerà tutto il palinsesto con le voci dei poeti. Dalle sei del mattino fino a mezzanotte ogni passaggio di programma sarà segnato dai versi di un poeta italiano del ‘900. Alle 19.00 in diretta dalla Sala A di Via Asiago “L’Ottava all’improvviso”, un’ora di improvvisazione poetica con sei poeti a braccio che reciteranno in ottava rima su temi proposti dal pubblico in sala e dagli ascoltatori. Per partecipare alla serata telefonare allo 06/3242841 o scrivere una mail a radio3-suite@rai.it
di Stefano Benni, Manifesto – 20 marzo 2004 (grazie al lobbista Lorenzo Mazzuccato)
Mi chiedo se non sarebbe corretto cambiare la definizione di “pacifisti” in “la maggioranza dei cittadini italiani contrari alla guerra”. Mi chiedo, se è sensato e utile manifestare per la pace e penso, se il potere ogni volta ha un attacco isterico, allora deve essere anche più sensato e utile di quanto speravamo. SEGUE
da Alessandro Ceratti
Ricordiamoci di una cosa: l’attacco dell’11 settembre alle Twin Towers non sarebbe stato poi “dimensionalmente” diverso da quello di Madrid. Io non credo che i terroristi avessero messo in conto anche il crollo degli edifici. Essi avevano progettato di colpire i grattacieli con due aerei di linea. Un simile attacco era già di per sé sufficientemente eclatante. Bastava e avanzava, senza contare poi il contemporaneo attacco al Pentagono. Non credo che abbiano consultato qualche ingegnere strutturale per valutare se l’impatto avrebbe determinato il crollo generale. E se le torri non fossero cadute il numero di morti a New York non sarebbe stato molto diverso da quello dei morti di Madrid. Che conclusioni trarne? Non saprei, però cerchiamo di ricordarcelo, per avere le idee più chiare in testa.
da Massimo Bocchia, Roma
La differenza tra pensare per decidere e decidere senza pensare è anche nel numero di “se” e di “ma” che si è obbligati a prendere in considerazione. E, per quanto la cosa possa essere ritenuta rilevante e/o positiva, è soprattutto ciò che dovrebbe permettere di distinguere la ragione dall’istinto.
da Paolo della Sala, Genova
L’Italia è un paese con un unico ideale: tutti gli italiani aspirano a un posto come assessore o deputato. Con questa linea tutti saranno onorevoli e bisognerà eleggere i cittadini.