da Cesare Bardaro, Firenze
Pur non vivendo in Baslicata, non dimentico che – come canta De Gegori – ” la scoria siamo noi ” e quindi non posso non esprimere la mia solidarietà a questa regione che – pur avendo dato i natali a Emilio Colombo – non è affetto abituata ai rifiuti ….tossici.
da Giuseppe Valendino, Triuggio (MI)
I telegiornali non hanno detto che Previti nell’arco di sei mesi è stato condannato a 16 anni di galera,roba da far crepare d’invidia Al Capone. Hanno detto che è stato condannato “solo”per corruzione semplice (ma con soldi provenienti da un conto Fininvest), è come se non valesse. Vi ricordate quando dicevano che Craxi era in esilio,invece era latitante in Tunisia? Un film già visto.
da Valerio Manuguerra
Ieri sera a Ballarò il Min. Marzano ha spiegato che un paese è leggittimato a espellere dal suo territorio chi incita all’odio nei confronti di altri membri della sua comunità, a maggior ragione se questo viene fatto nell’esercizio di funzioni pastorali o politiche. E ha invitato i moderati a isolare gli scalmanati (se non vogliono essere accusati di connivenza). Senza alcuna ironia, auspico lo stesso trattamento per Bossi e compagni che da anni istigano all’odio nei confronti di: romani, extra-comunitari, euroburocrati, meridionali etc. Altrimenti, chiediamo tutti scusa all’Imam e facciamolo ritornare nella sua casa di Carmagnola.
da Pino Granata
A quanto pare l’unica cosa che interessa è sapere che il Sen. Andreotti non fatto uccidere Mino Pecorelli. Dopodichè pare che a nessuno interessi sapere cosa è veramente successo a Pecorelli e chi lo ha ucciso.
da Paolo Beretta
Ma pensa che adesso mi tocca anche prendere lezioni di coerenza da Catalanotti! Questa è peggio di Fini che chiede alla sinistra di dimostrarsi antisemita. Quanto a Ferrara (e non mi riferisco alla vicenda RaiOt, ma a tante vicende precedenti), secondo me è sbagliato dire che non è intelligente, ma, per citare CSF, questa è un’aggravante…
da Cesare Bardaro
Dopo il post dell’amica che lavora nei call center della Telecom, non ho potuto trattenere una risata leggendo la notizia che questa azienda aprirà un call center a San Vittore, dove lavoreranno 30 detenuti. A parte le facili ironie sulla difficoltà di trovare il numero “libero”, mi sembra indubbia la coerenza della Telecom. Dopo aver trattato i suoi dipendenti come galeotti ai lavori forzati ora passa direttamente ai carcerati.
da Primo Casalini, Monza
Luca Sofri così ha scritto due giorni fa in Wittgenstein: “Adesso un argomento a favore del programma di Sabina Guzzanti dovrebbe essere il suo share, secondo alcuni fans: agli stessi fans si suggerisce uguale riguardo per lo share con cui Silvio Berlusconi è stato eletto Presidente del Consiglio. p.s. io sono a favore della trasmissione, naturalmente: persino dopo aver visto la combriccola all’Infedele.” Togliamo subito di mezzo la “combriccola”: è un modo come un altro di manifestare disprezzo. Più interessante il discorso dello share di Berlusconi. Benissimo: quant’è ‘sto share con cui è stato eletto? Attorno il 51% dell’elettorato. Mi sembra che, se questo è l’argomento, chiedere il 49, o il 48, tiè pure il 45% dello share televisivo sia normale, naturale, ovvio. Luca Sofri non è come Facci: è un uomo di sinistra che vuole far vedere che lui le cose le vede di lato: ce l’hanno tanti, questo sfizio. Si attaccano al codino, ma il codino non li regge. La loro “combriccola” è comunque numerosa e crescente. Trovarne uno che dica: “Lo spettacolo della Guzzanti è brutto, ma guai a chi lo tocca!” Mi basterebbe.
Ancora del 2001 l’intervista a Grazia Volo, avvocato difensore (Previti e la Baraldini fra i suoi clienti) e compagna di Paolo Liguori: «Cinicamente io preferisco i colpevoli. È più divertente difendere i colpevoli. L’innocente è una tragedia, una seccatura tremenda. Per un avvocato la massima soddisfazione sta nell’ottenere l’assoluzione di un reo confesso».Come quella al Taricone nazionale: «Le intellettuali. Le giornaliste, le ragazzette che lavoravano per l’immagine ed erano innamorate dei cliché… Madonna… Lenny Kravitz. Taricone no. Taricone è molto Italy… Little Italy… non è trendy. Io sono come un bambino, le donne di cultura sono intriganti. A Clà, perfino le commesse della Feltrinelli quando entro si mettono a ridere». (csf)
lettera di Daniele Luttazzi a Dagospia
Caro Dago, il succo della ridicola querelle è questo: a certi giornalisti piace che un comico si lamenti della censura. Se non lo fa, loro si chiedono perché. Nel mio caso, il motivo è semplice: odio lamentarmi. Considero la censura un fatto odioso, e amen. Andai da Baudo per parlare di censura e mostrarla in atto. Come previsto, successe proprio questo. Ma il critico, invece di informarsi sull’accaduto prima di pontificare, si beve la balla Rai (“Luttazzi era al montaggio”, un falso clamoroso) e insinua che da Baudo ho usato toni soft per ottenere chissà quali vantaggi aziendali (“Non c’è censura peggiore dell’autocensura”). Mi trovo così costretto a ricordare i fatti: il tono soft era dovuto a tagli Rai, non a me. Messina si giustifica dicendo che non ha capacità divinatorie. Ma per vedere i tagli non servono poteri extra, bastano gli occhi. Se sei cieco non puoi fare il critico tv.
da Giuseppe Valente
È terribile vedere il capo della destra italiani ridursi ad un viaggio in Istraele per affermare finalmente che la Repubblica di Salò è stata una vergogna! Ma non poteva farle prima in Italia queste dichiarazioni? Perchè i nostri politici devono andare all’estero ad esternare problemi e umori che si possono affrontare in patria?