da Michele Lo Chirco, Palermo
E’ sconvolgente leggere oggi su Repubblica che un gruppo di uomini dell’Arma pagati per proteggerci in realtà abusava del proprio ruolo per ogni sorta di schifoso commercio di stupefacenti con la peggiore feccia internazionale. E non ci si venga a dire che di queste operazioni segrete abbiamo bisogno per sconfiggere il crimine organizzato: dubito che l’essere umano che venga a contatto con questo tipo di ambiente abbia le qualità morali, psichiche, intellettuali per non restarne egli stesso affascinato (a chi non piacciono i soldi, oggigiorno?)
Riletta oggi, è quasi un “come eravamo” (come erano) della propaganda poltica l’intervista del ’90 a Maria Bruna Pustetto, primo “consulente politico” italiano.«”Finora partiti e candidati si sono rivolti, al massimo, ad agenzie di pubbliche relazioni o pubblicitarie”. Il suo libro comincia con un dato, impressionante: “In Italia si presentano periodicamente al giudizio degli elettori oltre un milione di candidati fra elezioni amministrative (comunale, circoscrizionali, provinciali) regionali, politiche ed europee”.»(csf)
da Giuseppe Valendino, Triuggio (MI)
Claudio non entro volutamente nel merito. Mi permetto umilmente di ricordare a tutti che il Giornale del dopo Montanelli non è nuovo a certi scoop. Vi ricordate gli articoli sul tesoro nascosto in Austria di Antonio di Pietro, i casi di lebbra a Messina, il pericolo di esondazione imminete dell’Arno a Firenze a causa della cattiva politica del territorio fatta dal centrosinistra. Tutte bufale. La vicenda Telekom Serbia è una vicenda delicata, sopratutto in sede politica. Non vedo niente di strano – visti i precedenti – se qualcuno ha voluto vederci chiaro.
Di nuovo confusione. Se un giornale pubblica una notizia falsa che danneggia qualcuno c’è lo strumento della querela. Se la notizia è “falsa e tendenziosa atta a turbare l’ordine pubblico” è una fattispecie di reato. Ma qui il caso è diverso. Il reato sembrerebbe quello della violazione del segreto. E questo è un reato che commettono tutti i giornali (fortunatamente, dico io). Quindi non c’entra il colore politico, non c’entrano i falsi scoop. Quando un giornale pubblica dei documenti segreti o riservati gli autori del reato possono essere o i giudici o i giornalisti. Perché non vanno a perquisire l’ufficio del giudice che aveva quei documenti?. Ci sono a tutt’oggi colleghi ai quali è stato sequestrato l’archivio tanti mesi fa e mai restituito. Le perquisizioni delle redazioni sono atti intimidatori e basta. Nessun giudice ha mai scoperto nulla perquisendo la scrivania di un giornalista. Vi pare che se io ho un documento importante lo tengo nel cassetto?
da Vittorio Grondona
Caro csf. Questa volta proprio non riesco a capire il tuo ragionamento. Tu non rischi di essere considerato corporativo, ma in fondo dimostri di esserlo. Tutti noi, tranne naturalemte le cinque più alte catiche dello stato, siamo perseguibili penalmente quando tiriamo in ballo altre persone in cose gravi senza uno straccio di prova. La prova deve essere evidente o, se non lo fosse, dovrebbe essere custodita gelosamente e fatta valere al momento opportuno. Non è permesso a nessuno mentire consapevolmente, tanto meno ai giornalisti. O forse oltre i quattro poteri che tu citi, ne esiste un quinto riservato ai giornalisti? Sono comunque solidale con Belpietro e spero che tutto finisca bene per lui e per il suo giornale: gli avversari mi piacciono, ma solo se sono sinceri… Altrimenti che gusto ci sarebbe batterli quando siano già stati pubblicamente battuti e sbugiardati?
da Ludovica Belli, Roma
Roberto Cotroneo, da bravo Lina Sotis dell’editoria italiana, elargisce rimbrotti a Lilli Gruber, rea di non aver usato il giusto bon ton nel confezionare, pubblicizzare e presentare il suo libro “I miei giorni a Baghdad”. Il moralistico consiglio finale: “Vai a presentare il libro nelle scuole, fra i ragazzi, nelle librerie di provincia, e almeno tu, fai un gesto autentico in un paese finto e sempre più finto, risparmiaci questi lustrini.” Forse Cotroneo, se ha mai assistito a una presentazione di un libro in una scuola, non si è accorto di quanto numerosi siano gli sbadigli. Non c’è nessuna possibilità (oltre che il noto critico letterario commenti anche il testo del libro) che il “gesto autentico” lo compia Cotroneo stesso e vada a presentare il suo nuovo libro in tantissime librerie di provincia, stringendo la mano di tante zie del sindaco e di tante mogli del notaio? Ma già questo è un paese finto e sempre più finto, quindi Cotroneo forse l’ha detto per finta…E poi lui, nella scala gerarchica degli scrittori, si colloca, probabilmente, fra quelli, che per il bon ton dell’editoria, non devono cercare presentazioni.
da Riccardo Moni, Città di Castello
Mi inserisco nella vicenda Giudici/Giornale, credo che vada fatta la differenza tra “violazione del segreto istruttorio” e “diffamazione”. Nel primo caso sono pienamente daccordo con quello che scrive Claudio, nel secondo credo che la libertà di stampa non c’entri un bel nulla. Non si può tollerare che un giornale qualsiasi venga usato come le squadracce fasciste usavano il manganello. Nel caso Telekom Serbia è successo questo, non esiste una sola cosa, pubblicata come scoop, che abbia avuto un riscontro giudiziario. (…)
Quindi, siccome gli scoop sono falsi, noi perquisiamo la redazione? Che conseguenza logica c’è in questo passaggio?(csf)
da Alessandro Ceratti
La libertà è un tutt’uno da difendere a prescindere? Certamente. Però con questo criterio si dovrebbe obbiettare anche contro l’arresto di un mafioso perché un domani, pretestuosamente, potrebbero arrestare con la stessa motivazione anche noi. A me questa perquisizione al Giornale sta bene non perché il quotidiano non è “dei nostri” ma perché credo che se la meriti dopo tutte le menzogne che continua a divulgare. Anzi devo dire che in realtà io mi sento molto solo, farei fatica a trovare un quotidiano “dei miei”. Se poi siamo convinti (forse a ragione) che il governo sta già preparando “trappole” di questo tipo allora a maggior ragione teniamoci stretta questa piccola vittoria contro il tiranno. La lotta è un corpo a corpo, non la vinceremeo col fioretto.
da Gianni Scimone, Milano
Mi servirebbe un economista che mi spieghi la logica di quanto mi e’ successo e mi dia un consiglio per il futuro. L’anno scorso ho acquistato un bel giubbotto, ma proprio bello, in saldo. L’ho pagato 30 Euro, un affare. Quest’anno l’ho portato in tintoria e il lavaggio mi e’ costato 30 Euro. La prossima volta mi conviene buttarlo? O ne acquisto uno molto piu’ caro per dare un senso al costo della tintoria?
da Stefano Alberti
Sono più di 50 morti, caduti nel viaggio per raggiungere l’Europa. Non sono precipitati da un aereo di linea, non sono usciti di strada con un torpedone turistico. Sono morti per leggi che gli vietano di arrivere in Europa. Gli assissini siamo tutti noi, che accettiamo in silenzio questa assurda legislazione. Alcuni solerti funzionari di ambasciata vietano qualsiasi tipo di visto per raggiungere l’europa, anche a chi ne avrebbe diritto. Proseguiamo cosi; la storia si ricordera di noi come i peggiori egoisti, assassini di tutti i tempi.
da Gianni Guasto
Secondo Reporters sans frontières, siamo ultimi fra i Paesi UE nella classifica mondiale sulla libertà di stampa, al cinquantatreesimo posto su centosessantasei nazioni, dietro a Bolivia, Bulgaria, Bosnia e Albania.