da Rino Dolce
Egregio Sig. Sabelli ho letto il suo articolo su Sette, anche lei come tanti giornalisti italiani avrebbe bisogno di studiare un po’ di piu’ la geografia (LORENZAGO paese dell’Onorevole TREMONTI si trova nel BELLUNESE e non come ha scritto Lei nel Trentino )
Non c’è arroganza maggiore di chi ha la conoscenza. Ho ricevuto parecchie mail di questo tenore. Tutti a darmi dell’ignorante che non studia. Sono andato a cercare nella mia intervista il luogo dove io avrei commesso questo errore e non l’ho trovato. Cioé: io non mai scritto quello di cui mi si accusa. Poi ho capito. Lorenzago, Trentino, è scritto in una dicitura. E voi mi perdonerete, ma io a 59 anni, non scrivo più da tempo le diciture. Quindi, parafrasando il mica tanto Dolce, anche lei, come tanti lettori italiani, avrebbe bisogno di distinguere un po’ meglio chi scrive le diciture e chi scrive le interviste. Senza cattiveria. (csf)
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da Antonio Vocino, Bologna
Claudio, questo messaggio contiene nomi e cognomi di giornalisti che apprezzo: trattasi di mio insindacabile giudizio, quindi non chiedo il tuo parere sulle scelte operate ma su una faccenda più ampia. Mi spieghi perché molti tra i migliori articoli ?scritti da molte tra le migliori penne in circolazione (Massimo Fini, Marco Travaglio, Alessandro Robecchi, Nando Dalla Chiesa, Giuseppe D’Avanzo,?)- si trovino pubblicati su l’Unità, il Manifesto, talvolta su Repubblica, mentre solo poche firme degne di nota albergano sul Giornale (Filippo Facci) e sul Foglio (Guia Soncini, Mattia Feltri) ? (…) In definitiva, perché una persona di sinistra generalmente legge e talvolta apprezza anche quello che scrive l’altra sponda mentre raramente accade il contrario?
da Pino Granata
Ho letto la risposta di questo fantomatico Natalino a Travaglio. E non voglio neanche perdere tempo a commentare questo cumulo di luoghi comuni che il Natalino da Seminara ci elargisce. Una cosa vorrei però sapere, perchè dovrebbe essere il Travaglio a denunciare le malefattedi Prodi, Amato etc, lo faccia il Natalino se ne ha le prove. E chi sarebbe Travaglio , Dio che sa tutto e vede tutto?
da Paola Altrui
Segnalo ai lobbisti che all’indirizzo http://www.antoniodipietro.it/new/sentenza.php è disponibile il testo della famigerata ordinanza del Tribunale di L’Aquila. Che, forse, andrebbe letta prima di essere bollata di infamia.
da Carlo Catalanotti, Bologna
Caro Sabelli e cari colleghi inserzionisti di questo blog, consapevole del fatto che manifestando la mia opinione non mi renderò simpatico, né avrò la vostra considerazione, vorrei fortemente e con entusiasmo complimentarmi con Natalino per la sua ottima lettera a Travaglio. Ottima anche perché non infarcita di battutine sceme. Travaglio non risponderà oppure cercherà di smontare alcuni pezzi della storia col solito fazioso metodo. Non mi piace Travaglio perché è fascista, uno dei peggiori.
da Il Riformista
Pare che al ministero per le Comunicazioni non abbiano preso bene il nuovo libro del deputato ds Carlo Rognoni. Ma non per il titolo («Inferno tv. Berlusconi e la legge Gasparri») o il contenuto, bensì per la copertina. Vi si ammira un fotomontaggio che raffigura Berlusconi-ventriloquo con Gasparri-pupazzo sulle gambe. Qualcuno ha pensato alla querela ma poi si è tornati a più miti consigli.
dall’avv. Lina Arena
Gli ex comunisti, legati a Berlusconi, sono gli amici più fidati di Silvio perchè conoscono e dichiarano apertamente quali iniziative e comportamenti della sinistra hanno carattere antidemocratico. L’ex comunista riesce a leggere i programmi dei partiti e capire quali hanno un intento riformista e quali invece si prefiggono il ribaltamento della situazione e mirano alla rivoluzione strisciante.
da Claudio Urbani
Da Natalino ci si deve aspettare di più. Nella e-mail a Travaglio è caduto nell’italico vizio di considerare più colpevole chi denuncia e analizza il reato di chi lo compie. Senza parlare delle insinuazioni sui presunti colpevoli, non coinvolti in procedimenti penali, considerati più colpevoli di chi i processi li ha subiti e le cui scusanti sono state giudicate fasulle. La tecnica delle insinuazioni sembra più produttiva dei processi stessi, ma lasciamola al Bondi del momento.
da Antonella Servili, Macerata
Trovo rivoltante la polemica sulla sentenza che riguarda i crocefissi nelle scuole. I crocefissi in classe, in tutta la mia carriera scolastica sono stati 1) bersaglio di gomme masticate e/o moccoli, se il caso; 2) supporto per ragnatele; 3) punto dove appendere i palloncini alle feste; 4) invisibili il resto del tempo. E i tanto vantati cattolici che gridano allo scandalo dovrebbero sapere bene che questa religione non è bandiera, non è bagaglio culturale europeo, nè tantomeno strumento di polemica politica, ma profondo e intimo convincimento, testimonianza e modus operandi sicuramente difforme da quello dei nostri adorabili bugiardi.