da Valerio Manuguerra
Ma sì, chissenefrega, si sono detti anche gli abitanti di Gela, Riesi e Mazzarino (provincia di Caltanissetta). Però lo hanno detto intorno alle 22 di ieri sera, quando finalmente era ritornata la luce. In compenso si sono persi tutti i tiggì con le schifanate, e folenate varie.
da Aldo Abuaf, Milano
Non sono un estremista verde, al contrario, ma trovo quantomeno curioso e strano che non si sia ancora peovveduto a varare una legge che OBBLIGHI tutti gli immobili in costruzione a dotarsi di impianto a pannelli solari per rendersi autonomi energeticamente. Non sarà un rimedio immediato, ma nel tempo si ridurrebbero ed eliminerebbero molti “mostri” termoelettrici riducendo le centrali necessarie al minimo e così dicasi per le reti di distribuzione. E’ così fantascentifico? E’ impossibile? Nessun politico ci avrà mai pensato??
da Barbara Melotti
Bella fatica restare all’oscuro di tutto fra bivacchi alpini e paesini di montagna! Anche se il gruppo di continuità, caro Claudio, sgualcisce un po’ l’immagine bucolica, diciamocelo. Qui c’è chi è riuscita a restare all’oscuro di tutto avendo passeggiato per il centro di Roma fino alle 3,00 di notte, ora in cui, a malincuore ma esausta, è rientrata a casa in metropolitana, senza prendere una goccia d’acqua, ha dormito fino alle 11 di domenica, si è svegliata senza corrente, ma senza sospettare nulla e ha scoperto l’ambardam solo col tg dell’una.
di Peter Freeman
Caro Csf, quanti italiani non si sono accorti del black-out? Pochi, qualche migliaio forse. Io faccio pare di questi privilegiati. All’ora del delitto mi trovavo in montagna, in un bivacco alpino. Niente elettricita’, niente rete per i cellulari, solo il silenzio. Nevicava pure un po’ ed era una meraviglia. Alle 17 di domenica sono ritornato nel mondo civile, ho acceso il telefonino, sono stato informato: “Guarda che forse non ci sono i treni, e neppure gli aerei”. Alla stazione di Santhia’, alle 18.30, i treni per Milano passavano, sia pure con un po’ di ritardo. E a Linate la situazione era quasi normale.Stamane compro i giornali. Su “Repubblica” l’evento occupa le prime 25 pagine, roba che neppure le Torri gemelle. E anche gli altri non scherzano.Provo a riflettere. E’ stato un evento epocale? Non lo so e non voglio entrare nel merito della questione. Ho deciso che quegli articoli non li leggero’, neppure uno. Faccio lo sciopero del black out. Sara’ anche successo il finimondo ma io faccio quello che non sa nulla, che non ha visto nulla, che non ricorda nulla. Oblio e/o rimozione. Non e’ male, credimi. Non avevo surgelati e le mie gatte se la passano benissimo.Senza energia elettrica e senza (iper)informazione sul caso del giorno: mi sento un vero privilegiato.
Caro Peter, siamo in due. Io ho dormito tranquillo, lievemente disturbato dal bip bip del gruppo di continuita’ del mio computer. Poi la mattina dopo ho vissuto normalmente, nel paese di montagna dove abito, segando legna con la sega elettrica anche perche’ l’energia nel frattempo era tornata. Non sapevo nulla, non avevo ascoltato la radio, non avevo ancora letto i giornali. Ho saputo del black out quando sono andato dal gelataio a comprare sei euri di cioccolata, nocciola e panna, anche perche’ il gelato era un po’ liquido. Allora sono andato su internet e ho deciso, come hai deciso tu, di fregarmene. E ho fatto bene perche’ non avrei sopportato di leggere che il black out e’ colpa dei comunisti e che la luce e’ andata via non perche’ le centrali erano spente ma perche’ non abbiamo le centrali nucleari.(csf)
da Alessandro Ceratti
Io non ho capito perché se viene a mancare un po’ di energia le centrali elettriche ancora funzionanti a causa della maggior richiesta devono “fulminarsi”. Gli si chiede 100 di energia, loro sono in grado di fornirne solo 60 e questo fatto finisce per guastarle. Le centrali sollecitate non possono continuare a produrre come se nulla fosse, che cosa le costringe a cambiare regime? C’è un ingegnere che sia in grado di spiegarmi perché invece si guastano?
(grazie alla lobbista Paola Bensi)
da Paolo Beretta
Non sono d’accordo con Alessandro, questa volta, per un semplice motivo: la distribuzione ha a che fare con la disponibilita’ geografica dell’energia, non con la sua fornibilita’. Una distribuzione carente rende impossibile accendere un tostapane in montagna, ma qui il problema era che il filo, pur arrivando in montagna, non aveva corrente. Resta da capire come mai un assorbimento piu’ che dimezzato (alle 3:30 di una notte d’autunno) non sia stato subito compensato attivando le risorse energetiche disponibili di giorno (idro o termoelettrico), cosa normalmente realizzata le mattine dei lunedi’. Mi viene veramente il sospetto che qualcuno abbia voluto forzare la mano per la costruzione di nuove centrali. Spegnendo la luce.
Ieri notte in Italia c’è stato un gigantesco black-out. I commenti di tutti i mezzi di informazione, unanimemente affermano che ciò è dovuto alla mancanza di un sufficiente numero di centrali elettriche e sono sicuro che questa “verità” sarà ripetuta all’infinito nei prossimi giorni. Poi uno guarda bene (ma evidentemente ci vuola una competenza straordinaria!), e si accorge che il black-out è avvenuto alle 3 di notte in un week end di una stagione in cui non vanno né condizionatori né riscaldamenti, e cioè quando i consumi sono al minimo. E non può fare a meno di capire che il problema in questo caso non è la quantità di energia ma il modo in cui essa è distribuita dalla rete elettrica nazionale. Mi dispiace cari pseudoecologisti preoccupati dell’inquinamento elettromagnetico, ma ci vogliono più elettrodotti. Voi che cosa avete votato all’ultimo referendum?
da Paola Altrui
Domanda: è meglio Taormina, che (secondo quanto riportato da “Il Foglio”) tenta di coinvolgere nell’affare Telekom Serbia il Presidente della Repubblica per punirlo di essersi opposto alla sua nomina a Guardasigilli, o Trantino, che – pur al corrente della manovra – omette di assumere i necessari provvedimenti e continua a presiedere l’omonima commissione come se nulla fosse?
da Guglielmo Venturi
Il 16 agosto si è verificato il ” grande blackout” negli Stati Uniti, (…) Ricordo una dichiarazione di Andrea Bollino, gestore della rete nazionale, e la cito a memoria: “Un blackout in Italia? Non è ipotizzabile per due ragioni: l’ eccellenza delle nostre interconnessioni con i paesi dai quali importiamo energia ed il livello tecnologico della nostra rete, invidiataci in tutto il mondo, e che niente a che vedere con quella degli Stati Uniti, ormai obsoleta”. (…)