da Gianni Guasto
Non sono tra coloro che hanno la pazienza di cronometrare il tempo dei giornalisti in radio e TV: ma giurerei che oggi, a Primapagina, Marina Valensise abbia letto solo articoli del Foglio. Argomento: le domande dell’Economist a Berlusconi.Non si preoccupino tuttavia, le torme di giustizialisti, bolscevichi, girotondisti, agenti del KGB che aspettano con la bava alla bocca il ruzzolone del Perseguitato di Arcore: delle imbarazzanti verità del Foglio non s’è capito niente. La Valensise legge da cani.
da Giorgio Goldoni
Dopo la via dedicata all’assassino dell’inerme Giovanni Gentile, ora abbiamo un centro comunale di aggregazione giovanile intitolato a Carlo Giuliani.A Lastra a Signa il sindaco zapatista, Carlo Moscardini, ha avvallato il fatto con il seguente commento:“Carlo Giuliani è un simbolo per i nostri giovani, per una intera generazione”.
da Piergiuliano Pusceddu, Cagliari
Egregio sabelli, leggo su Sette la sua intervista a Gianni Boncompagni. Ad un certo punto noto con raccapriccio che il Nostro afferma, a proposito della sua permanenza in Svezia: “… Quando Quasimodo venne per l’Oscar lo accompagnai dovunque…”. Suppongo fosse per il Nobel, vero? E’ un refuso, un lapsus o peggio?
Ma Piergiuliano, lei non sapeva che Quasimodo ha vinto l’Oscar come miglior attore non protagonista? (csf)
da Paolo Beretta
Per carita’, Sig. Oldrini, il povero Felice Musazzi era una persona brava e simpatica, come il personaggio che interpretava. Del resto, la Teresa, la Mabilia e gli altri erano tutte caricature comiche del popolino, come Castelli lo e’ di un ministro. La differenza e’ che quest’ultimo non fa ridere per niente. Anzi.
da Barbara Melotti
An open letter to Silvio Berlusconi. L’Economist fa quello che alla nostra informazione è ormai impedito: domande ‘vere’ al Banana. E chiede risposte. Che è un ovvio comportamento da “comunisti”.
Certo che ci saremo. Pensa che potremmo mai abbandonarla? Saremmo tutti con Lei, come un sol uomo.
Ho letto molte email che criticano la conduzione attuale di Marina Valensise. Io non l’ho mai ascoltata. Ma so che è una brava giornalista. Un po’ di parte. Come tutti. Detto questo, avanti un altro. Sono stato un bravo terzista? (csf)
da Alessandro Ceratti
Perché Bush e Blair non ce l’hanno messa direttamente loro l’antrace che gli piacerebbe tanto trovare? Strano ma semplice. Perché non possono contare sul fatto che tutte le persone coinvolte (e sarebbero tante) tengano la bocca chiusa. E se dovessero essere presi mentre l’antrace ce la stanno portando l’opinione pubblica inglese e americana gli farebbe un c… così. E si dovrebbero dimettere il giorno dopo. Mica come qui da noi in Italia.
da Pasquale Mazza
Un tipo sta guidando in macchina, quando a un certo punto capisce di essersi perso; avvista un uomo che passa per la strada, accosta al marciapiede e gli grida:
– Mi scusi, mi potrebbe aiutare? Ho promesso a un amico di incontrarlo alle due, sono in ritardo di mezz’ora e non so dove mi trovo… – Certo che posso aiutarla. Lei si trova in un’automobile, tra 40 e 42 gradi latitudine Nord e tra 58 e 60 gradi longitudine Ovest, sono le 14 e 2 minuti e 35 secondi e oggi è venerdi e ci sono 24,5 gradi centigradi. – Lei è un informatico?- chiede quello dentro l’automobile. – Certamente. Come fa a saperlo? – Perche tutto cio che mi ha detto è “tecnicamente” corretto, ma “praticamente” inutile. Infatti non so che fare con l’informazione che mi ha dato e mi ritrovo ancora qui perso per strada.
– Lei allora deve essere un Capo, vero? – risponde l’informatico. – Infatti, lo sono. Ma… come lo ha capito? – Abbastanza facile: non sa né dove si trova, né dove andare… Ha fatto una promessa che non sa assolutamente come mantenere ed ora spera che un altro le risolva il problema. Di fatto, è esattamente nella stessa situazione in cui si trovava prima che ci si incontrasse… maadesso, per qualche strano motivo… risulta che la colpa è mia!”
da Feliciano Bechelli
Un illuminante editoriale di Panebianco sul Corriere ci ha spiegato la bontà della guerra in Iraq. Il sempre equilibrato politologo ammette che sì, le armi di distruzione di massa erano una bufala confezionata ad arte e anche l’altra storiella della democrazia e dei diritti umani erano un banale pretesto per giustificare a posteriori quanto avvenuto. Ma Panebianco sottolinea che le ragioni dell’intervento erano comunque buone e giuste, anche se troppo complesse per spiegarle a noi, popolo bue, ignorante e abituato a ragionare con il paraocchi ideologico comunista (e per questo Bush & c., loro malgrado, sono stati costretti a inventarsi delle versioni diverse): abbattere Saddam (anzi: “regime change” che suona meglio) per lanciare un messaggio a diversi destinatari: siriani, egiziani, sauditi, israeliani, palestinesi, russi e – perché no? – francesi. Insomma, colpiscine uno per educarne cento.