da Susanna Pozzoni
Questo Blog si è finalmente elevato: ha raccolto le proteste di Filippo Facci. E’ arrivato pure qui. Claudio, sei molto tollerante (e questo lo dimostra) ma sei anche un po’ narciso (altrimenti non avresti pubblicato la lettera di complimenti per le tue interviste, “per completezza di informazione”…).
Narciso io? Ma stai scherzando? Posso forse censurare tutte le lettere di complimenti che mi arrivano? Se il popolo vuole esternare la sua ammirazione per me, chi sono io per fermarlo. Facci sì che è narciso. Lui sì che è pieno di sé. Io sono solo un umile giornalista che per spirito di servizio lavora non avendone nessuna voglia, tiene un blog solo per farvi contenti e risponde alle vostre lettere perché sono cortesi e piene di complimenti. (csf)
da Filippo Facci
Propongo a questo sito e a tutti i siti – a questo blog e a tutti i blog – e soprattutto propongo all’Unità e a tutti i giornali della sinistra – ma anche a quelli della destra, perchè no? – di abolire un’espressione interrogativa che mi perseguita. E’ questa, all’incirca: “In quale altro paese del mondo…?”. Seguono varianti infinite. Basta. Basta. Basta. Cambiate. Svoltate. O ricordatevi il titolo di questa mia.
di Serafino Brighenti, Sesto San Giovanni.
I blackout che l’authority della rete elettrica ha stabilito all’improvviso, in un primo tempo mi hanno indispettito per le modalità con cui sono stati attuati, poi riflettendo ho capito che l’unica cosa capace di scuotere gli italiani sono i calci nel sedere. Da giorni eravamo informati che i prelievi di energia stavano diventando insostenibili. Ma l’italiano medio molto sa di Totti, ma poco capisce di megawattora. Lo stesso italiano che ha detto no al nucleare senza neppure sapere di che si trattasse, e che continua a dire no a qualsiasi centrale termica che si voglia costruire: dovrebbe sempre essere lontana da casa sua, manco disponessimo di migliaia di chilometri quadri di aree desertiche; e che continua a sperare che le fonti naturali possano coprire i vertiginosi aumenti energetici che la società dei consumi impone. E allora non resta che toccarlo nel vivo, bloccandolo in ascensore, impedendogli di bere il caffè al bar, di andare in internet a visitare i siti delle bonazze e, purtroppo, anche di lavorare per un’ora e mezza. Ma i primi e più dannosi blackout sono quelli dell’intelligenza, favoriti da un’informazione mediatica mediocre e sempre più asservita al potere di poche spregiudicate canaglie.
Hai assolutamente ragione sul fatto che le fonti rinnovabili non potrebbero risolvere il problema. Ma aiuterebbero. E allora perché ignorare le correnti, le acque, il sole, i venti e pensare sempre e solo al carbone e al nucleare? E inoltre: la maggiore fonte di energia è il risparmio. Ma il risparmio va contro il consumo. E a molti questo non interessa.(csf)
da Lorenzo Beccati, Milano
Volevo esprimere i miei complimenti a Claudio per le sue interviste su Sette. Leggendole mi accorgo di come sia difficile fare il giornalista e riuscire ad analizzare tutti gli aspetti della vita dall’intervistato per poterne dare un quadro generale. Mi congratulo con Lei e Le chiedo di andare sempre avanti come ha fatto finora, senza peli sulla lingua e con la sua grandeobiettività e capacità letteraria. Ora non vorrei che mi facesse passare per un adulatore (li ho sempre odiati) e accettasse questa mia attestazione di stima nei suoi confronti.
Avrei voluto cestinare questa mail di complimenti, anzi avrei dovuto, ma non me la sono sentita, completezza dell’informazione. (csf)
da Guglielmo Venturi
Il Presidente del Consiglio, cav. Silvio Berlusconi, nei suoi dieci minuti dedicati al parlamento sovrano, si è solennemente impegnato ad inviare, dopo gli aiuti umanitari in Afghanistan ed in Iraq, truppe italiane in Libia per stroncare preventivamente l’ immigrazione dei clandestini. A stretto giro di palle, il ministero degli esteri libico ha dichiarato che non se ne è mai parlato e che la spedizione italiana è contraria alla costituzione e alla sovranità del paese governato dal papà dalla nuova mezzala del Perugia.Urge un chiarimento.
da Alessandro Ceratti
Il signor Oldrini giudica l’iniziativa del referendum contro il Lodo Schifani un autogol. E’ possibile che il quorum non venga raggiunto neppure questa volta però una cosa è certa: se si vuole battere la squadra avversaria è necessario attaccare. Questo referendum sarebbe per lo meno un tiro in porta. Rimanendo a fare catenaccio in difesa come vogliono i riformisti DS si potrebbe tutt’al più ottenere un pareggio. Senonché siamo già sotto di parecchi goal. Tanto vale buttarsi.
da Marco Marilungo, Roma
Sono un uomo qualunque. Sono un uomo che non ha nemmeno una ruga, ma che dico, nemmeno una zampettina di gallina ai lati degli occhi, questo a dimostrazione di una vita passata a non fare nulla, tanto di vincere sfide non mi interessava niente. Per cui, della grinta cosa me ne faccio? Del resto sono marchigiano, la mia bella e tenera terra d’origine le persone le vizia e le rende sentimentali. Che è un peccato?
da Michele Lo Chirco, Palermo
Ma in quale cavolo di paese il rappresentante di una forza politica invita un ministro in carica a cambiare lavoro e poi ha pure il coraggio di dire che non ne vuole le dimissioni?? Ma questi leghisti vogliono prendersi il coraggio delle proprie opinioni o vogliono continuare a prenderci ulteriormente per i fondelli, come quel tale suo collega di partito che prima parla di cannonate e poi dice di essere stato frainteso? Da buon elettore di destra, continuerò a non votare per questa maggioranza finchè la lega ne farà parte!
da Serafino Brighenti, Sesto San Giovanni
Dopo l’ennesima figuraccia rimediata ancora una volta dall’attuale giunta del comune di Milano, presieduta da Albertini, il sindaco in slip, che per fare una bagnetto di 5 minuti nella piscina Scarioni, subito richiusa, ha speso in 13 anni 24 miliardi di lire dei contribuenti, c’è da tremare al pensiero di cosa succederà se e quando verrà inaugurato nuovamente il Teatro della Scala. Già mi immagino Placido Domingo inghiottito da una voragine apertasi nel pavimento del palcoscenico o l’impianto antincendio innaffiare gli esponenti del governo stipati nel palco reale o il famosissimo lampadario a gocce tremolare a ogni tram che passa all’esterno. Solo che la cosa avverrà sotto gli occhi del mondo intero. Il bello è che, anziché prendersela con gli uffici tecnici comunali, hanno accusato “una certa Milano che lavora male”. Forse che loro si considerino milanesi ariosi?
Se avete visto le immagini dell’arrivo della carretta del mare carica di clandestini trasmesse recentemente in televisione, se avete visto come quell’imbarcazione rischiava ad ogni momento di rovesciarsi a causa dell’eccessivo carico, se avete dunque visto che cosa sono disposte a rischiare e a sopportare queste persone disperate, dovete convenire che Bossi ha ragione. Evidentemente l’unico modo di fermarli è prenderle a cannonate. Diversamente continueranno a venire. Qualunque altra cosa si faccia.