da Andrea Gruppioni
E’ sempre istruttivo leggere l’Avv.Arena da Catania, città che evidentemente pullula di comunisti, e pensare che ho sempre creduto che il più grande problema della Sicilia fosse il traffico.
da Giorgio Goldoni
E’ tragicomico che a Bologna i DS sentano la necessità di importare l’ennesima star politica di turno, extraregionale naturalmente. Sono 50 anni che l’exPCI-DS emiliano-romagnolo , grande fornitore di tesserati nonchè di risorse economiche per finanziare il partito a livello nazionale, non è in grado di produrre personalità politiche rilevanti. Ci deve essere qualche fattore, a me sconosciuto, inserito nella società che produce uomini politici di rilievo per tutte le fedi politiche, eccettuato il comunismo: Pietro Nenni ,Gianfranco Fini, Casini, Follini, Giovanardi, Castagnetti, Prodi, ecc, ecc. Fiorisce la cultura politica ad una sola condizione: in contrapposizione al comunismo.
da Gianni Guasto
Da due giorni a Prima Pagina, si parla di altro: di tutto, ma non della vicenda Corsera, sulla quale, opportunamente, Stefano Folli ha deciso di astenersi da qualsiasi commento. Ora leggo sul Manifesto intere paginate di commento sui rispettivi attriti tra la Direzione dei DS e l’Unità, tra la Direzione del PRC e Liberazione, e delle critiche di Cofferati a Fassino. Di tutto questo, Stefano Folli non ha fatto menzione, limitandosi a leggere il comunicato del CdR che annuncia lo sciopero. Di certo, Folli agisce correttamente. Meno simpatico è, però, che gli ascoltatori di Prima Pagina siano tenuti all’oscuro di questa preoccupante polemica. Ligresti è alle porte? Sembra temerlo Valentino Parlato, dalla ?prima pagina? del suo giornale. Ma allora, non sarebbe stato ancora più corretto che Folli, impossibilitato a commentare le notizie che lo riguardano, avesse rinunciato del tutto o in parte alla sua settimana a Radiotre?
da Vittorio Grondona
Il male sta avvicinandosi all’osso a grande velocità. Durante il fascismo bastava un cenno di disappunto del fascistone di turno e una bella bottiglietta di olio di ricino non te la cavava nessuno. A volte ti andava ancora peggio. Era una macchina che si muoveva da sola guidata da deficienti subalterni che punendoti intendevano compiacere al fascistone di cui sopra. Ora si stanno verificando le stesse cose. Basta una nota di disapprovazione del Cavaliere ed ecco che, come per incanto, spariscono dalla scena pubblica dell’informazione, prima Biagi, Santoro e Luttazzi ed ora Ferruccio De Bortoli. I giornalisti che volessero fare il loro mestiere con dignità sono avvisati, se non si allineano saranno inesorabilmente tolti di mezzo: privandoli del lavoro, mettendoli in galera, querelandoli anche per un nonnulla… Tanto chi li querela ha i quattrini per farlo in tutta tranquillità, è il giornalista che spesso non può affrontarne spese!
da Vincenzo Rocchino, Genova
Il Cavaliere farebbe assai meglio a rinunciare al turno di Presidenza europea. Per fugare tutti i dubbi e i sospetti che gravano sulle attività sue, e delle sue aziende, affronti serenamente il giudizio delle inchieste in corso. Se è vero, come nessuno di noi ha ragione di sospettare, che non ha nulla da nascondere ai giudici milanesi, ebbene, li affronti finalmente. Questo, e soltanto questo, credo, sarebbe il modo più chiaro e credibile per mettere fine ad una vertenza che dura da troppo tempo. Nessun lodo, nessuna legge o dispositivo legale di immunità potrà mai mettere il coperchio ad una querelle che, diversamente, verrebbe invece proiettata, e probabilmente amplificata, sulla scena europea e mondiale.
da Franco Barone, Milano
Dalle “Lettere” a Il Foglio di oggi apprendo che “… nel silenzio generale della stampa, le Sezioni unite penali della Corte di cassazione ..hanno annullato…, la sentenza con cui la Corte d’appello di Palermo aveva condannato il Pres. dott. Corrado Carnevale per il delitto di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso….”. Scommetto che nessuno, nè dei magistrati che l’hanno inquisito, nè dei giornalisti che l’hanno dipinto come un criminale gli chiederà scusa: persino Francesco De Gregori l’aveva messo in una sua canzone, lamentando chi confondeva “..il diritto con il carnevale..”.P.S. per CSF: se credi che la democrazia sia in pericolo, allora “..scarpe rotte, eppur bisogna andar..”; ma sinchè parli a radio2 (dove ti ascolto con simpatia) e scrivi sul corriere (dei bellissimi articoli peraltro), non credo che il pericolo sia serio.
Quando si parla di regime la risposta è sempre che il fascismo era un’altra cosa. E’ vero: il fascismo era un’altra cosa (csf)