da Vittorio Grondona
Com’è strano il mondo!… Fino a ieri godevano dell’impunità solo i deficienti. I non sani di mente per intenderci. Oggi il centrodestra ha pensato bene di aggiungere alla categoria degli irresponsabili anche le cinque maggiori autorità dello Stato. Andiamo proprio bene!
da Piergiorgio Welby
C’era un tempo in cui i cammelli non riuscivano a passare nella cruna di un ago ed i ricchi bussavano invano alle porte del paradiso. Ma hora ruit?ed anche le parabole si devono confrontare con i tempi nuovi. Oggi, contraddicendo il buon senso, la logica e le leggi della fisica, ci accorgiamo stupiti che il Lodolone passa agevolmente nella cruna del Parlamento mentre l’Indultino, oltre a non passare nella suddetta cruna, non riesce nemmeno a farsi aprire le porte dell’inferno. Come nel mondo di Charles Lutwidge Dogson, conosciuto col nome di Lewis Carroll, i rapporti tra le dimensioni e lo spazio si alterano e si alterano anche le valutazioni estetiche: grasso è bello e fortunato, magro è brutto e sfigato.
da Primo Casalini, Monza
Due paesi, due sistemi. Negli USA salta il direttore (premio Pulitzer) del Times. Anche il vicedirettore. Da noi il direttore di una rivista che ritocca a favore del premier la foto di copertina, viene candidato a presidente RAI ed a direttore del Corriere senza che nessuno si metta a ridere. Saranno gli usi dell’alta società, ma non è un bel panorama.
da Franco Barone, Milano
Dopo aver sentito a Caterpillar il critico gastronomico della Stampa, sono andato a mangiare da Mac Donald, patatine ed un panino McBacon. Alla faccia degli snob di sinistra, che gli fa schifo quello che fa la massa, cioè tutto quello che è popolare. Alla faccia di chi vuole imporre i suoi comportamenti agli altri (c’era un certo Mao-Tze-Tung che mandava tutti in giro con lo stesso vestito blu): preferisco la libertà di scelta, anche di scegliere di essere imbecille. Alla faccia dei no-global alla Bovè, che vogliono proteggere i loro formaggi francesi e le loro mucche sovvenzionate dalla CEE, e che sono i veri affamatori del terzo mondo, perchè ci impediscono di comprare i loro prodotti agricoli, più buoni e meno costosi. Alla faccia dei no-global tout-court, perchè a volte può essere piacevole mangiare con le stesse modalità dalle Alpi alle Piramidi, da Mosca a Vipiteno; e poi, domani, se ne ho voglia, mi mangio le melenzane sottolio della mia mamma, che sono veramente inimitabili ed esclusive. Ci ho portato anche i bambini, che così potranno scegliere liberamente se tornarci o meno, senza che sia Agnoletto a scegliere per loro. E’ il libero mercato, bellezze: è un mondo duro, ma sicuramente più divertente e colorato di tutti gli altri regimi.
da Paolo Beretta
Forse Casalini e’ un poco ottimista quando scrive che, da altre parti, si colpisce a partire dall’alto. Certo e’ che, ad esempio in Germania, la dirigenza industriale e’ di ben altro spessore. Un esempio per tutti: nel 1994 fu la Wolkswagen a proporre alla IgeMetall l’equivalente dei nostri contratti di solidarieta’. Da noi, i sindacati fecero fatica a farseli dare (e con contributo governativo accluso). In compenso, la Zanussi voleva licenziare. Il problema nostro e’ che l’industria italiana e’ gestita da bancarellai del mercato: l’importante e’ far cassa dal sabato al lunedi’; al diavolo gli investimenti a lungo termine…
da Gianni Guasto
Caro Cavaliere, la sua lotta quotidiana per l’abolizione della televisione è il regalo più grande che lei fa alla Cultura e alla Nazione. Prima di lei, la televisione faceva già abbastanza schifo, ma sotto la Sua guida, assume un’impronta del tutto particolare: la Sua, caro Cavaliere, che fa assomigliare sempre di più ogni programma al vecchio e caro monoscopio. Caro Cavaliere, soltanto gli sciocchi, ormai, possono negare le Sue capacità taumaturgiche, o credere che esse si limitino ai soli tifosi del Milan. Da quando Lei ci guida, eliminati Biagi, Santoro e il Commissario Montalbano, il pernicioso stato di teledipendenza che aveva invaso la mia mente è andato gradualmente scemando, ed oggi, ho ricominciato a uscire, a sentire musica, e a leggere libri. Grazie, Cavaliere, devo a lei la mia rinascita. La prossima volta, giuro che la voto.
da Guglielmo Venturi
Parafrasando Jacques Attali : ” Sono quei signori che sono sempre in grado di spiegarti domani , con estrema chiarezza ed in modo convincente, perchè ieri avevano fatto delle splendide previsioni sui mercati , opposte a quanto si è verificato concretamente oggi.”
da Giorgio Goldoni
Ma lo sapete che l’Alitalia è alla frutta, e che certo fallirà nei prossimi anni dati i suoi vecchi e nuovi mali, tra cui un personale di pessima qualità? Dove sta scritto che dobbiamo mantenere una azienda decotta? La Swissair è fallita e non è successo nulla, e così la PanAm, la TWA ecc. Ci sono decine di nuove società aeree pronte a prendere il suo posto. Voi potrete così tranquillamente dedicarvi a far curare le numerose malattie di cui siete afflitti, poverini.
Fra qualche giorno il nostro regime maggioritario con una legge ordinaria, da molti esperti ritenuta incostituzionale, eleverà al rango di intoccabili cinque illustri personaggi che il caso ha voluto al posto di comando dell’Italia. Loro dicono che sono stati eletti dal popolo, ma nella realtà sono solo amministratori scelti dalle istituzioni dello Stato in ottemperanza all’iter previsto dalla Costituzione. Il popolo non c’entra proprio per nulla. Se per caso dessero di matto, e la cosa non è per niente impossibile, potrebbero rubare, addirittura uccidere senza dovere rispondere ad alcuno del loro operato. Potrebbero insultarci impunemente. Che differenza ci sarà fra l’Italia e l’Iraq di Saddam? Ci salverà l’America anche se non abbiamo il petrolio?
Uno sciopero atipico come quello dei dipendenti Alitalia nasce quando i lavoratori non hanno piu’ mezzi di lotta validi da poter contrapporre all’azienda. E’ storia vecchia vedere aziende grandi e piccole che, infischiandosene degli accordi, sindacali o meno, giocano con le ristrutturazioni sulla pelle dei dipendenti, i quali si vedono ridotti i margini di manovra giorno per giorno da nuove leggi sulla riduzione del diritto di sciopero. Allora, a questo punto, le nuove forme di lotta se le devono inventare da zero. E fanno bene.