da Guglielmo Venturi
TG4 di sabato 7 giugno. Emilio Fede esordisce ricordando il vincolo del dover astenersi da propaganda elettorale, alla vigilia di consultazioni amministrative. Seguono oltre 20 minuti di sfrenata apologia del suo Dominus. Tra un servizio e l’altro su Berlusconi impegnato il giorno prima a Brescia, Trieste e Pescara in campagna elettorale, elogia in modo sperticato la riforma del mercato del lavoro denominata “riforma Biagi”. Specifica alla sua affezionata clientela che si tratta del professore “assassinato dalle brigate rosse, vicine ai partiti ..,beh, lasciamo stare”. Vorrei da parte mia confermare che non si tratta di Enzo, già epurato con editto bulgaro dal Principale di Fede. Ci si riferisce all’ omonimo professor Marco Biagi. Sì, proprio lui, il giuslavorista lasciato senza scorta e definito, post mortem, “rompicoglioni” dal noto Scajola, ex ministro degli interni del governo in carica. Il quale Scajola, già democristiano doc, è stato riabilitato: è oggi il cervello organizzativo e regista della macchina elettorale di Forza Italia. In attesa, come trapela da più fonti, di risalire al soglio di un dicastero. Questo per completezza dell’informazione.
da Avv. Lina Arena
Un mio amico giornalista, non amato negli ambienti bene della mia città, ha lavorato per circa 5 anni in un’agenzia ANSA al posto del giornalista titolare dell’ufficio. Il mio amico percepiva uno stipendio di lire 150.000 mentre il titolare incamerava il proprio succulento stipendio senza lavorare. Il mio amico ha fatto causa all’ANSA ed al giornalista di vaglia. La sua domanda dovrà essere vagliata da un giudice formalista fino all’inverosimile e dovrà essere provata attraverso deposizioni di testi la cui memoria si rivelerà certamente labile. Un giudice del lavoro come Pagliarini, amico e sodale del comunista – raffinato radical chic – che risponde al nome di Oliviero Diliberto, farebbe al caso del mio amico. C’è solo una differenza non lieve: il mio amico non si chiama Santoro.
da Giorgio Goldoni
Incurante di quanto si sta muovendo attorno a lui, Arafat ha celebrato in Palestina la Giornata Internazionale del Bambino circondato da piccoli frugoli che lui ha incoraggiato a diventare i nuovi “shahid” e ad immolarsi per la giusta causa.”Ogni shahid che muore per amore di Gerusalemme ha in sè la potenza di 40 nemici morti”, così ha affermato piuttosto oscuramente il vecchio leader terrorista. Ovviamente non c’era nessun accenno alla pace e alla riconciliazione.
da Stefano Fraticelli
Invece di trionfalistici bollettini di vittoria il Centro Sinistra dovrebbe elaborare un progetto politico, realistico e credibile non massimalista non utopico non integralista. Il politico non e’ un sacerdote a guardia di una fede dogmatica, ma il costruttore del migliore progetto possibile, sulla base dei propri ideali, partendo dal poco o dal molto che il momento storico gli mette a disposizione.
da Paolo Beretta
Lamentarsi si puo’ quando lo “sciopero in spregio al diritto” e’ la reazione ad una prevaricazione ancora peggiore, quando e’ l’ultima opzione possibile per combattere. Perche’, da noi almeno, aziende e lavoratori non hanno lo stesso potere. I primi interpretano e/o disdicono gli accordi a loro piacere, mentre i secondi debbono subire, e questo vale anche per l’Alitalia. Il nostro beneamato presidente non deve difendere il diritto di mettere assieme il pranzo con la cena, ma le sue ville in Sardegna. E non venite a dirmi che e’ la stessa cosa…
Sono in partenza le canotte del Papopo per coloro che l’hanno chiesta e che non verranno a Santarcangelo. Per tutti, per coloro che verranno e per coloro che non verranno (venerdi in programma lo zompo del Rubicone insieme ai descanottados e la lunga marcia dopo aver raccolto l’acqua sacra nell’ampolla) un regalo dal lobbista Pasquale Mazza.
Una coppia sta festeggiando le nozze d’argento e contemporaneamente anche i 60 anni di vita. Durante la celebrazione appare una fata e dice alla coppia: “Come premio per la vostra fedelda di 25 anni, vorrei concedervi un desiderio a testa”. La moglie entusiasta esclama “voglio fare un viaggio attorno al mondo con mio marito” e subito dopo che la fata ha dato un tocco con la bacchetta magica, appaiono i biglietti aerei e i voucher per gli alberghi. Il marito ci pensa un attimo poi rivolto alla moglie “questo clima è molto romantico, ma questa chance c’è solo una volta nella vita, quindi scusami cara, ma il mio desiderio è di avere una moglie di 30 anni piu giovane di me”. La moglie rimane scioccata, ma desiderio è desiderio, quindi la fata lo accontenta, da un colpo di bacchetta e zac!!!!!!! L’uomo diventa …novantenne!!!!!!!!!!!!
Morale : tutti gli uomini sono bastardi, ma le fate sono femmine!
Claudio Sabelli Fioretti
PS: sulla maglietta compare una piccola casetta rossa. Non fate i dietrologi, non è la nostra casa comune insieme alle toghe rosse, ai giornalisti rossi, ai nipotini di Stalin. E’ il logo del nostro amato sponsor, MAGAZZINI SALANI.
ERRATA CORRIGE: LA CASETTA DELLA MAGAZZINI SALANI E’ BLU. SPERO VI SENTIATE TUTTI PIU’ TRANQUILLI
da Gianluca Freda
Ora mi siederò in poltrona e mi godrò lo spettacolo. Che duri pochi mesi o i tre anni programmati siamo arrivati alla parte divertente. Voglio godermi i piagnucolii di La Russa, il tetro cipiglio di Follini, le ginocchia tremanti di Tremonti, la furia sbavante di Bossi e soprattutto lo sconcerto del nano e la disperazione dei suoi famigli. Ci aspetta la parte più rischiosa della notte della Repubblica, quella in cui i malandrini, vedendosi persi, si giocano il tutto per tutto e caricano come rinoceronti infuriati. Ma la affronterò con leggerezza e rinnovata fiducia perchè ieri Schifani ha smesso di ridere. Molti popoli dell’entroterra africano lo considerano un segno di buon auspicio per il raccolto a venire.
da Vittorio Grondona
Gioite disoccupati d’Italia, il centrodestra ha istituito l’operaio squillo! I nuovi posti di lavoro ora sono finalmente infiniti: una telefonata prima o poi arriverà, nel frattempo, quando suona mezzogiorno, anzichè sedervi a tavola a mangiare, potete fare un bel giretto! E’ molto più salutare. Il Cavaliere pensa proprio a tutto!
da Renato Notaristefano, Taranto
Se il 15 giugno non si dovesse raggiungere il quorum al referendum sull’art. 18, nel solito teatrino serale del “chi ha vinto chi ha perso” come farò a distinguere la mia presunta astensione da quella di Berlusconi e company? (…) la vittoria del sì darebbe un sonoro ceffone (aggiungo “politico” altrimenti il cavaliere mi potrebbe querelare per tentata violenza privata) a lui e ai compari della Confindustria, esultanti per il varo delle nuove norme sul mercato del lavoro (ma che schifezza!). E allora Fassino, Cofferati ed altri da lunedì dovrebbero rivedere la loro posizione e tentare di dare una spallata a questo governo “monotematico” (perché approva solo certi tipi di legge) non tanto per farlo cadere – perché hanno una faccia tosta che non se ne andranno se non dopo una sconfitta elettorale – ma per dir loro che quest’Italia non li sopporta più anche se deve sopportarli fino alla scadenza del mandato elettorale.
da Alessandro Ceratti
Recenti avvenimenti e considerazioni personali mi hanno spinto ad una revisione delle mie convinzioni. Pertanto pubblicamente annuncio che ho cambiato fronte: al referendum sull’Art. 18 (per esempio) mi asterrò. Determinante in questa mia risoluzione è stata la corrispondenza con un amico diessino molto cofferatiano, ma anche decisamente integrato. Insomma, un po’ come il nostro CSF. Rispondendo ai miei argomenti per il SI così testualmente afferma: “…non si tratta di un diritto naturale ma puramente storico: viene cioè rivendicato quando le condizioni sono favorevoli […] Il rischio concreto, già visibile, è la delocalizzazione a est, con conseguente disoccupazione in casa nostra”. A questo punto mi sono detto: Vadano sulla forca! Se tutta questa gente che dovrebbe lottare per ottenere per sé dei diritti (sia pure non naturali) in un mondo pieno di privilegi rinuncia, se spontaneamente decide di confrontarsi con gli operai rumeni invece che con quelli tedeschi (avete mai visto un manager pensare di dover essere pagato come un pari ruolo bulgaro?) che cosa ci posso fare? Grazie a Dio il mio destino non è il loro, fosse per me reintrodurrei anche la servitù della gleba. E’ vero, ha ragione Grondona, sono gli operai che mandano in rovina l’Italia.