da Gabriele Vegetti
Da bolognese di sinistra, non posso che malinconicamente concordare con il signor Goldoni: “Il potentissimo partito emiliano dei DS non ha un “solo” candidato valido da contrapporre a Guazzaloca”. Questa è la triste realtà. Altrimenti non ci sarebbe bisogno di giocare il carico da undici.
da Susanna Pozzoni
Replica: la sbatte a Bologna, la grande risorsa, perché così la tiene impegnata in qualcosa che non sia solo conquistare i favori dell’elettorato stufo della sinistra che si oppone (?) o dovrebbe.Bisogna chiedersi perché Cofferati ha accettato: poteva anche dire di no. Forse la fretta di misurarsi con i voti veri. Oppure un successo a BO può essere un trampolino. Quanto a Bertinotti, aveva paura di non essere più lui il vero massimalista? O che gli facesse ombra? Lui se la fa pure da solo.
Voi sapete quanto non sopporti le battute e i giochi di parole di Natalino Russo, l’uomo di Seminara. Eppure questa è grande: “COFFERATI: SBOLOGNEATUR UT AMOVEATUR”. (csf)
da Vincenzo Rocchino, Genova
La ragione mi fa credere che Il Presidente della Repubblica non voglia approvare la legge della vergogna; l’esperienza acquisita, invece, mi dice che lo farà Suo malgrado. Per il prossimo semestre, vorrei non essere italiano. Sapermi rappresentato in Europa, da un presidente del consiglio, sospetto mandante di corruttori di magistrati, e col relativo processo sospeso grazie ad una legge fatta a sua misura, mi umilia profondamente: la legge non è più uguale per tutti.
da Stefano Fraticelli
La sinistra esiste ed e’ l’unica speranza di costruire una società dove A TUTTI, nessuno escluso, sia garantita LA DIGNITA’ DI ESSERE, dove l’apparenza non giustifichi la supremazia, dove le cose non fanno potente chi le possiede, dove chi ha meno possa essere compiutamente persona, dove chi è chiamato a gestire la RES PUBLICA sia competente strumento della carica che ricopre, dove non ci sia spazio per l’arroganza del potere e/o del possesso. Se ci battiamo con serenità e ci impegniamo onestamente, ognuno nel proprio piccolo o grande che sia, non c’è possibilità di fallimento nel 2006, forse anche prima li rimandiamo tutti a casa.
Schematicamente: Cofferati accetta la candidatura a Bologna, poi va ad Arezzo a parlare ai Costituenti per l’Ulivo e dice che candida sì, ma rimane legato ai movimenti. Sta tutto a vedere quali: quelli riuniti ad Arezzo o tutti quanti? Alcuni esponenti (di peso) dei movimenti alla sua candidatura erano (fortemente) contrari. Personalmente avrei preferito lasciasse perdere. Ma ci sono altre cose: a) è un DS; b) vuol vedere quanto vale in termini di numeri (reali, cioè voti); c) a bagnomaria fino al 2006 non voleva restarci.
Il problema è anche: perché la sinistra, di fronte a una risorsa di grande livello, la sbatte a Bologna? Dicono: perché lo ha chiesto Bertinotti in cambio della sua fedele alleanza. (csf)
da Primo Casalini, Monza
E così il Foglio, in mancanza d’altro, attacca Chierici, Stajano, Pieroni, rei di aver lasciato il Corriere, con l’arma assoluta: la data di nascita. Sarebbe più onesto se passasse direttamente al “vieux cons!” marinettiano. Ma non se la sente, perchè sa che il “new-cons” così di moda, con un leader come Bush, è facilmente traducibile in francese: “nouveaux cons”. Hanno un vantaggio, questi: il rincoglionimento non lo rischiano.
da Gianni Guasto
da Alessandro Ceratti
Il signor Caporale rivendica la sua “obsolescenza” (si dice?) perché giustificata da alti ideali. Mi dispiace, non basta. Gli ideali dei paladini della Chanson de Roland non erano meno alti e nobili dei suoi. Non possiamo neppure dire che erano sbagliati. semplicemente, sono sorpassati. Obsoleti. Il mondo avanza, la modernità incalza. Coloro che vogliono ancora far riferimento ai vecchi ideali della “sinistra” cominciano ad assomigliare sempre di più a Don Chisciotte, l’ultimo dei paladini, arrivato decisamente fuori tempo massimo. Pensiamoci, preso sul serio, Don Chisciotte è un disastro. E’ l’ultima delle persone a cui sarebbe opportuno affidare un incarico politico!