da Luciano Baroni
Non era una raffineria, la fabbrica saltata in aria in Francia, ma una chimica. Da qui, la preoccupazione molto forte che vi è stata e non ha chiarito i “dubbi o certezze” che fosse veramente un attentato, talchè sono stati messi da parte della Magistratura transalpina, il “segreto di Stato” sulle indagini e anche la stampa francese ha sollevato il problema, anche se poi è stata convinta dalla Presidenza di non continuare a chiedere conto della verità.
da Franco Barone, Milano
Io sono per l’Irak libero, per il dirittto, la democrazia, la giustizia E la pace. C’è un’iniziativa di Pannella per mandare via Saddam dall’Iraq e fare in modo che l’ONU instauri un governo internazionale di garanzia per portare al popolo irakeno la democrazia, alla quale ho aderito e invito ad aderire senza se e senza ma. Se sui duecento milioni di manifestanti di sabato almeno un milione l’avesse appoggiata, questa proposta avrebbe fatto più strada, e la televisione irakena avrebbe dovuto censurare qualche immagine. Ma se come al solito, il problema sono solo le guerre (ancora potenziali) degli Stati Uniti, io sto dall’altra parte, senza se e senza ma.
articolo del Dr. B Khalaf (Venerdi’ 14 febbraio 2003)
Scrivo per protestare contro coloro che si oppongono alla guerra contro Saddam Hussein o come loro la chiamano, la “guerra contro l’Iraq”. Sono un medico iracheno, ho prestato servizio nell’esercito iracheno per sei anni durante la guerra Irak-Iran e per quattro mesi durante la Guerra del Golfo.Tutta la mia famiglia vive tuttora in Irak.Sono un arabo sunnita, non sono curdo e neppure sciita. Sono un ordinario Iracheno non coinvolto con l’opposizione al di fuori dell’Irak.Sono veramente deluso dal terrificante modo di vedere la situazione da parte della maggior parte della gente in Inghilterra, dai media e dai politici. A tutte queste persone che sono contro la possibile guerra voglio dire questo:Se pensate che cosi’ facendo voi state servendo gli interessi del popolo iracheno oppure credete di salvarli, allora vi sbagliate. In realta’ state salvando Saddam. Voi state privando la gente dell’Irak di quella che probabilmente e’ l’ultima reale possibilita’ di liberarsi di lui e di uscire da questo buio periodo della loro storia. La mia famiglia e quasi tutte le famiglie irachene proveranno un dolore e un rabbia immensi quando la televisione di Saddam, con grande soddisfazione, mostrera’ le manifestazioni di sabato a Londra.MA DOVE ERAVATE VOI MANIFESTANTI QUANDO MIGLIAIA DELLA NOSTRA GENTE DELL’IRAK VENIVA ASSASSINATA DALLE MILIZIE DI SADDAM ALLA FINE DELLA GUERRA DEL GOLFO PER SOPPRIMERE LE SOMMOSSE ?Solo ora, quando la guerra sta per raggiungere finalmente Saddam ognuno di voi diviene cosi’ preoccupato della vita umana in Irak. Dove eravate quando Saddam stava uccidendo miliaia di iracheni a partire dai primi anni settanta? E dove siete voi ancora oggi, dato che ogni settimana lui ammazza la mia gente con i suoi tribunali della rivoluzione, tribunali segreti gestiti dai servizi segreti. La maggior parte delle sentenze sono esecuzioni che portano la firma di Saddam stesso. Io sono in grado di rispondere ad una ad una tutte le vostre ragioni per opporvi a questa guerra.Ma ORA chiedetevi voi stessi PERCHE’, di circa CINQUECENTOMILA iracheni chevivono in Inghilterra, non ne troverete neppure MILLE a partecipare alla manifestazioni di domani. La vostra campagna anti-guerra e’ divenuta isteria di massa e non sietepiu’ in grado di vedere le cose come stanno.
Commento del traduttore Gianni Toffali: Non commento la lettera del Dr. Khalaf che ho tradotto. Non ne ha bisogno. Voglio invece aggiungere alcune cose che ho visto e che mi hanno spinto a tradurre la sua lettera. Nelle nostre televisioni, almeno quelle europee, cosi’ come nei nostri giornali, NON HANNO VOLUTO dare spazio alla parola del popolo iracheno. Su! Chi di voi ha visto le manifestazioni a favore dell’intervento americano da parte degli esuli iracheni davanti alla sede dell’Onu? Ne avete per caso sentito parlare ? Qualcuno di voi ha visitato i siti dell’opposizione irachena ? Per non parlare dei Curdi. Avete visitato questo sito ? Avete letto, fra gli altri, quest articolo ? E questo ? E quest’altro?
di Claudio Urbani
A ragione il sig. Giorgio Goldoni: chi non rispetta le risoluzioni ONU deve andarsene o deve essere costretto a farlo! Pertanto approfittando delle truppe già presenti in zona, si potrebbe agire contro Sharon, visto la sue innoservanze alle risoluzioni dell’ONU perpetrate ben 47 volte. (…).
di Emanuele Macaluso sul Riformista
Caro Sergio, ti scrivo …». Con questo titolo, narra “L’Unità”, la Cgil di Bologna pubblica una raccolta di messaggi e lettere di intellettuali e attori a Cofferati che «lascia la Cgil e torna in fabbrica». Erri De Luca lo definisce «il capo della sinistra all’aperto». Quella al chiuso la lasciamo a Fassino. Lella Costa con Dante verseggia: «Sergio io vorrei che tu, Romano e Nanni/foste prescelti per acclamazione/e messi ora e sempre in condizione/di guidare il paese senza danni». Soprattutto senza il danno delle elezioni. Uno dei curatori racconta che «il tempo libero lo dedica alla politica, proprio come fa Cofferati». Il tempo libero Cofferati, per fortuna, lo dedica alla musica. La politica la fa a tempo pienissimo: tv, convegni, interviste, articoli, colloqui e dialoghi. E fa bene, la politica si fa così. Tra tanti cultori della personalità c’è un saluto sobrio di Mario Rigoni Stern: «Auguri, amico Sergio, da un vecchio montanaro che crede nella forza della ragione». Anche noi auguriamo che la ragione faccia dire a Sergio: al macero quel libercolo.
da Luciano Caldirola
Caro Claudio, sono fortemente irritato per il taglio che hai fatto alla mia lettera sulla guerra. Non superava certo le 500 battute. Scommetto che se era contro la guerra la pubblicavi tutta. Fammi il grosso favore e il grosso piacere di aggiungere la parte mancante, che forse per te è fastidiosa o inutile, per me no. Grazie.
Caro Luciano, questo sito non è una buca delle lettere in cui chiunque può depositare qualsiasi cosa e pretendere che sia pubblicata. Esistono delle regole che vanno seguite. La tua lettera era lunga 1502 battute. Io a volte sopporto che qualcuno sfori, a volte no. Stavolta ti ho ridotto la mail a 786 battute. Puoi irritarti quanto vuoi, non cambia nulla. E il sospetto che tu butti là di censura dovuta al contenuto della mail è sciocco, inutile e controproducente. Se volessi censurare le lettere a favore della guerra mi basterebbe cestinarle. (csf)
Fatemelo dire: sono favorevole alla guerra. Saddam è un despota sanguinario che ha gassato i suoi sudditi ed ha ammazzato un milione di iracheni. Quelli rimasti muoiono di fame mentre lui, vero satrapo babilonese, dal 1991 ha fatto costruire altri 48 palazzi presidenziali da mille e una notte per una spesa di 4000 miliardi (a confronto Ceaucescu era un seminarista) e continua a costruirne, alla faccia dell’embargo petrolifero. Non venitemi a dire che la gente muore di fame per l’embargo, quando Saddam porta nei suoi conti svizzeri decine di migliaia di miliardi. La guerra provocherà vittime civili? I 22 milioni di iracheni sopravvissuti baceranno le mani del nemico che porterà navi di farina e le sfamerà, come ha sfamato l’Europa nel dopoguerra dopo averla liberata da Hitler. (…)
di Franco Calabrese
Torno da New York dove per dire Usa la gente dice America. Ma quando stavo in Colombia nessuno diceva America per dire Stati Uniti: per loro erano Norte America. Ho visto dei libri di storia usati nelle scuole cubane: gli Stati Uniti non erano così vasti fino alla guerra con la Spagna ) che possedeva oltre al New Mexico anche il Texas e la California). Allora mi chiedo: perchè parlare di America invece che di Stati Uniti d’America? Forse perché il Canada, l’Argentina e il Brasile stanno in Oceania? E se qualcuno decidesse di dire Europa invece che Italia non verrebbe preso per scemo? Mi permetto sommessamente di avanzare una proposta ai comunicatori di professione: quando parliamo di Bush non chiamiamolo più “il presidente americano”, ma più semplicemente “il presidente statunitense”. Aiuterebbe ad avere il senso delle proporzioni: gli Usa sono un paese, mica un continente.
da Gianluca Freda
Caro Ceratti, nessuno mette in discussione il diritto e il dovere di un soldato di sparare a un kamikaze se lo vede arrivare. Quello che io, e credo anche Strada, discutiamo è il diritto del soldato di sparare a casaccio nel mucchio sulla base del vago sospetto, vero o pretestuoso, che nel mucchio possa esserci un kamikaze. E’ la logica che USA e Israele hanno adottato e che rende molto difficile distinguere moralmente il soldato dal kamikaze, anche perchè il kamikaze ha almeno il coraggio del sacrificio come attenuante. Senza contare la legittima preoccupazione di chi, come me, del grande “mucchio” dei nessuno della Terra si sente parte integrante. Vogliamo, per cortesia, ristabilire il banale confine che divide la legittima difesa dalla strage immotivata? Non ci vorrà mica un docente di filosofia del diritto per farlo…
Venerdì 28 cm Pino Scaccia parte per l’Afghanistan. Vorrei segnalare a tutti il suo “Diario” che verrà aggiornato direttamente da là, e tramite il quale ci si potrà mettere in contatto con lui.