da Massimo Fini per il Gazzettino
“È il solito ricatto morale che ci perseguita da decenni e che assume, di volta in volta, le più svariate forme: se non si è capitalisti si è inevitabilmente comunisti, se non si è filo israeliani si è antisemiti, se non si sta con l’America si sta con i terroristi. Di questo ricatto e di questi paralogismi manichei, con buona pace di Francesco Merlo, ne abbiamo, da tempo, piene le tasche e non siamo più disposti a subirli o a tollerarli. Si può essere anticapitalisti senza essere marxisti, si può criticare Israele, che è uno Stato e va quindi trattato come tutti gli altri Stati, senza pregiudizi e senza sconti, e non essere antisemiti, si può non essere d’accordo con questa guerra senza perciò essere terroristi o amici di Saddam o pacifisti pelosi e a senso unico”.
Massimo Fini, il giornalista più anarchico che ci sia in circolazione, risponde all’articolo di Francesco Merlo sul Corriere della Sera. Da leggere, assolutamente.
da Giorgio Goldoni
La Commissione Europea è sotto inchiesta per la gestione e l’uso dei finanziamenti che la commissione stessa invia all’Autorità nazionale palestinese. Si vuole capire se i fondi sono serviti al finanziamento di terroristi: ma perchè c’è forse qualche dubbio?
da Umberto Biondi
Quando Bush, tempo fa, ha cominciato a parlare dell’Iraq, e’ apparso subito evidente che gli USA avevano gia’ deciso di fare la guerra, tempi, modalita’ e obbiettivi. C’erano vantaggi politici ed economici quindi la macchina e’ partita. E’ chiaro che all’opinione pubblica meno attenta bisognava raccontare qualcos’altro, tipo che si doveva eliminare al piu’ presto un dittatore sanguinario, ma e’ pure chiaro che crederci e’ un po’ come credere a babbo natale. Ma mi spiegate allora perche’ il dibattito tra pro e contro la guerra verte solo su quale e’ il modo giusto per eliminare Saddam Hussein? Ma possibile che tutti confondano la sostanza con il pretesto?
da Vincenzo Rocchino, Genova
Nei piani di Bush (petroliere) il petrolio di Saddam era ed è uno dei suoi obiettivi primari. Prima occorreva però, come ha prontamente provveduto a fare appena giunto al potere, ritirare l’adesione al Tribunale Internazionale Penale. Sapeva benissimo Bush, che per mettere le mani sul petrolio di Saddam, occorreva mettersi al “riparo” per gli eventuali effetti collaterali che potrebbero essere provocati delle bombe “intelligenti” che sono state approntate per il popolo iracheno; ci mancherebbe che Lui, eletto democraticamente dal popolo americano, dovesse essere chiamato a rispondere dalla Corte dell’Aja, per qualche (nella migliore delle ipotesi) migliaio di morti ammazzati.
“Gli ebrei non vogliono essere chiamati “razza”, ogni elucubrazione dialettica, filologica o filosofica e qualsiasi interpretazione che vuole giustificare l’impiego di questo termine è inaccettabile. Non usate questa espressione altrimenti vi dichiariamo razzisti e antisemiti”. Voi sapete che ho scelto di non partecipare alla tifoseria pro israele o pro palestina proprio perché il problema è così complesso che raramente mi pare di trovare interventi che usino il buon senso invece che la rabbia. Andate a vedere questo intervento nella sua completezza (su Documenti). E’ la prova di quello che da sempre sostengo, un intrevento violento che non porta da nessuna parte, non serve a nulla se non a sobillare gli intolleranti di entrambe le parti. (csf)
da Mario Pellini
Berlusconi, nel suo richiamo ai pacifisti definiti senza testa e che nulla capiscono della situazione, intendeva includere anche il papa?
da Guglielmo Venturi.
Su The Nation, periodico radicale americano, è in atto una polemica tra il giornale e molti suoi lettori. E’ comparsa una pagina pubblicitaria che esorta i giovani a desistere dal consumo di droghe. Intento lodevole. Sotto accusa sono però l’articolazione e l’efficacia del messaggio, così strutturato : ” Hai voglia di assassinare qualcuno o di permettere che altri lo facciano al posto tuo, per difendere le tue droghe ?”. Seguono le deduzioni che cerco qui di sintetizzare: consumare droga equivale a rendersi complici dei crimini commessi nell’ambito del narcotraffico. Astenendosi dall’acquistarla, si sopprimono sia il mercato ed i reati ad esso connessi, sia il terrorismo internazionale che si finanzia anche attraverso il traffico di droga.Qualcuno, dichiarandosi decisamente contrario al consumo di droghe, ha contestato il messaggio sul piano logico ed ha commentato che ,applicandolo alla lettera, sarebbe allora più efficace combattere il terrorismo internazionale astenendosi dall’ uso della macchina e dal fare il pieno di benzina, sopprimendo così il più ricco ed appetito mercato del petrolio.
di Mirko Morini
Lei rinuncia alla borsetta di pitone. Quindi aveva ragione il Ch.mo Prof.Dott.Rizzoli. Ella è una donna.
da Barbara Melotti
Porca paletta, Avv. Lina Arena, il suo alto richiamo morale mi spinge a una dura bisogna: dovrò uscire immediatamente a comprarmi, nell’ordine, una macchina fuori serie; un set completo di creme di bellezza (nonché un armadio per contenerle); un guardaroba di abitini di lusso del quale, non facendo l’avvocato, non ho mai sentito il bisogno; una borsetta di pitone da guardare e non toccare, che mi fa anche un po’ ‘senso’; una pelliccetta di finta marmotta, anzi già che ci sono oso e la compro vera; una villa confortevole (ne esistono di diverse?) e, dulcis in fundo, un fornetto a microonde, se l’avv. è davvero certa che serva meno petrolio per far quello piuttosto che per un banale phon. Il tutto per poter poi salvarmi l’anima, buttandoli.E, ciò nonostante, rimarrò una pericolosa terrorista: possiedo un computer che non potrei mai buttare. Va bene, allora bombardate me e lasciate perdere il miserevole popolo irakeno, che nulla possiede di così eversivo.
Su un prato australiano un cuore di corpi e la scritta «No war»Nella neve di New York la protesta «No Bush»
da www.stampa.it
BYRON BAY (Australia). Circa 750 pacifiste si sono denudate e hanno formato coi loro corpi un gigantesco cuore con la scritta «No War» sul fianco di una collina australiana, per manifestare la loro contrarietà alla partecipazione del governo di Sydney all’attacco contro l’Iraq.
Le pacifiste nude hanno posato per una foto aerea scattata nello stato del Nuovo Galles del Sud. La simbolica protesta è stata inscenata su un terreno privato a circa 700 chilometri da Sydney.
Hanno detto di voler mandare così un messaggio al primo ministro John Howard, che ha deciso l’invio di truppe australiane nel Golfo Persico, accanto a quelle statunitensi e britanniche.
NEW YORK. È andata peggio, climaticamente parlando, alle loro ‘sorelle’ newyorchesi, che per spogliarsi nude a Central Park hanno dovuto sfidare una fitta nevicata.
Una trentina di militanti si sono radunate all’alba attorno alla Bethesda Fountain, nel cuore del parco. Si sono spogliate e stese per terra per disegnare con i loro corpi la scritta: «No Bush».
«Non avevo mai fatto niente del genere ed è stato incredibilmente intelligente», ha commentato Elizabeth Lorris Ritter, una casalinga di 40 anni.
Non c’è voluto molto perchè il gruppetto attirasse attenzione nonostante il maltempo e l’ora antelucana. Le guardie di Central Park sono accorse cercando di sciogliere la manifestazione ma una volta arrivate sul posto le pacifiste si erano già rivestite.