da Giorgio Malaguti
Mia mamma, ora quasi centenaria, mi ha insegnato che……..”sa gh’è ‘na roda tresta in’t’un car , l’è quela ch’la zerla” (se c’è una ruota difettosa in un carro è quella che cigola). Com’è che i compagni cigolano tanto? Continuamente? Dappertutto? Su qualsiasi argomento? Capisco l’inconsolabilità per la perdita del potere, ma la loro sembra una vera ossessione. Così facendo cosa pensano di ottenere? Mostrano di avere il dente avvelenato per la sconfitta elettorale, mostrano di non saper perdere sportivamente, mostrano di essere sprovvisti di un’intelligente progetto strategico per il futuro. Mostrano infine di non avere né pudore, né amor proprio, esponendosi spesso al dileggio e suscitando solo noia. Una noia mortale.Tu la chiami opposizione? A me sembra solo caciara da comari e zitelle di paese.(…)
da Filippo Facci
All¹attenzione di Gad Lerner, ideatore e conduttore del programma L¹infedele trasmesso ogni sabato sera su La Sette.Egregio Lerner, nella scorsa puntata avete finalmente parlato di un tema assai caro a rubrica: il genocidio degli armeni all¹inizio del secolo scorso. Il tema della serata in realtà riguardava la Turchia e un suo eventuale ingresso nella Comunità europea, ma a un certo punto Vittorio Messori ha voluto ricordare che un milione e mezzo di cristiani (armeni) furono sterminati dai turchi nel primo drammatico genocidio del Novecento; Messori ha voluto ricordare, piò che altro, che la storiografia ufficiale dei turchi vieta a tutt¹oggi di parlarne: ed è come se i tedeschi negassero l¹Olocausto, per dirla male. Ecco: lei, Lerner, ha invitato a non strumentalizzare i drammi del passato ai meri fini del presente. Ma noi, ora, vorremmo spiegarle che la sua osservazione era fuori luogo: la questione è assolutamente attuale. C¹è una mozione del Parlamento europeo (1987) che dice chiaramente che la Turchia resterà fuori dall¹Europa sinchè non ammetterà questo genocidio; il senato francese ci ha fatto addirittura una legge, e stava per farla anche il Congresso americano se non fosse che la mozione fu bloccata personalmente da Bill Clinton, su pressione appunto della Turchia. In Italia, nel settembre 2001, dopo che ne aveva parlato addirittura il Papa, il leghista Giancarlo Pagliarini è riuscito a far approvare una mozione che ribadisce il concetto: no ammissione, no party. Hanno votato tutti a favore con la sola eccezione di Rifondazione comunista, che non riteneva la mozione abbastanza dura. Quindi, per quanto se ne parli poco, la questione è ben piantata nel presente: attiene al riconoscimento di valori sui quali è fondato l¹Occidente: e non è, tanto o solamente, una questione storica o religiosa. L¹autore di questa rubrica non è un armeno, e non è nemmeno un credente. Neppure Pagliarini è armeno, per quanto lo sia sua moglie. Questi genere di questioni, un tempo, a sinistra, avevano un nome.
da Gianni Guasto
Non so se gli Ebrei siano una razza: certo sarebbe meglio usare la parola “stirpe”, a rammentare il fatto che si vuol alludere ad una famiglia, ad una discendenza.Ci sono parole, di per sè innocenti, che vengono irrimediabilmente sporcate dalla Storia: una di queste è “ariano”, un aggettivo che dovrebbe essere bandito per sempre dai vocabolari.
Su questo problema io credo che gli ebrei abbiano il diritto di chiedere e di ottenere quello che vogliono. Fare eleganti discussioni linguistiche non è proprio il caso. E’ alla loro sensibilità, ai loro nervi scoperti che bisogna, con umiltà, obbedire. (csf)
Sabato 15 febbraio 2003 a Roma si terrà la grande manifestazione per la pace. Il ritrovo per il “popolo di Emergency” è alle ore 8 in piazzale Ostiense a Roma.Da Milano stiamo organizzando la partenza di pullman che partiranno a
da Alessandro Ceratti
Alla conferenza in cui Asor Rosa presentava il suo libro (quello che ha fatto scandalo all’Infedele di Lerner) ero presente. Anche lì ho sentito dire da loro che non vogliono essere chiamati razza. Io ero seduto a fianco di un ebrea (che non conoscevo) e le ho detto: “Ma allora come vi dobbiamo chiamare? Cosa dobbiamo dire di voi?” E’ rimasta un po’ imbarazzata e ha detto che il senso di quella richiesta è che non bisognava usare quell’espressione per fare razzismo. In effetti gli ebrei, se non sono una razza, che cosa sono? Una religione? No, il mondo è pieno di ebrei non religiosi. Una nazione? Senza terra (per due millenni) senza una lingua comune? Un popolo? Con tradizioni, costumi dei più differenti e disomogenei? Secondo me, razza va bene, in fin dei conti per essere ebreo (secondo loro stessi) bisogna essere nati da madre ebrea. Una questione genetica quindi.
da Vittorio Grondona
Non è avvenimento stranoQuando in pollaio è ora di pranzoNotare il gallo, spavaldo ganzo,Arrivar per primo a beccare il grano.
Fate largo, gallinelle sceme,e vi convien fare attenzione:Solo io posso darvi il semeChe vi serve per la riproduzione!
Mangia pure!… Intanto pensaIl padron del gallo soddisfatto:Il tuo destino è la dispensaNon appena il tuo dover hai fatto.
Non v’è in natura cosa alcunaChe non si presti a paragone.Come il caso di chi ha fortunaE per casi strani, diventa padrone.
Ricco e potente si consenteDi manipolar senza ritegnoIl destino della gente…Niente carota e tanto legno.
Se poi fa la guerra? Niente paura:Basta ammonir il fedel soldatoDi guerreggiar nella raduraE far delle bombe un uso moderato!
Non ci pensa il poverettoDi segnar così la propria sorte?Nella vita non è detto,ma di sicur dopo la morte!
da Giorgio Trono
Finalmente un no alla guerra ragionevole e non da antiamericani, come i tanti letti anche su questo blog.Un ringraziamento davvero sentito al direttore del Corriree della Sera per ciò che ha scritto nel suo editoriale.
La ricetta di Cossutta per risolvere la crisi irachena e liberarsi di Saddam? “La battaglia politica e l’autodeterminazione dei popoli”. Passi per la prima, ma come diavolo faccia un popolo ad autodeterminarsi se è soggiogato da un dittatore è difficile capirlo. O forse no: alla rivoluzione, compagni!
Se è vero che il 70 per cento degli italiani sono contrari alla guerra, dove si riflette, in Parlamento, questa percentuale? Come mai la maggioranza dei politici (e non solo a destra) che dovrebbero rappresentare l’opinione e i desideri della gente che li ha eletti è invece favorevole? La politica è diversa dalla realtà e deve tenere conto di molti fattori di cui non si tiene conto nella vita di tutti i giorni, d’accordo. Ma in maniera così clamorosa? Non sarà che la politica è veramente scollata dalla realtà? Prendiamo un altro parametro per valutare la pubblica opinione: i quotidiani. Dopo l’articolo di oggi di Ferruccio De Bortoli, il Corriere della Sera è schierato sul fronte del no insieme a Repubblica, Unità, Manifesto, Liberazione. La stragrande maggioranza della stampa nazionale non vuole invadere l’Irak. E allora perché ci accodiamo alla volontà degli americani? Gli italiani hanno votato per la Casa della Libertà, è vero. Ma non ricordo la voce “guerra” nel contratto con gli italiani presentato da Berlusconi a Porta a porta.
Claudio Sabelli Fioretti
da Luciano Caldirola
La guerra ci sarà e Saddam finirà davanti alla Corte di giustizia dell’Aia. Come faccio a saperlo? Perchè Saddam ha ricevuto la visita di Armando Cossutta, che sembra un Gianni Letta di sinistra, untuoso e curiale. Lui vola per il mondo a portare il suo appoggio a qualunque dittatore, basta che sia contro l’America. Ricordate Milosevic? Era volato anche da lui per esprimergli la sua solidarietà contro la Nato, intervenuta per fermare i massacri. Sappiamo come è finita. Come si combatte la dittatura di Saddam e i suoi stermini di massa? gli ha chiesto il Corriere. Con la battaglia politica e l’autodeterminazione dei popoli, ha risposto. Sì, ciao.