La parola d’ordine «la pace senza se e senza ma» è insensata, dato che dietro i “se” e i “ma” ci sono dei fatti, che vanno discussi politicamente. «Senza se e senza ma», c’è il fondamentalismo: qualunque colore esso abbia, è foriero di violenza e disastri. Tuttavia questa visione della pace sembra essere della maggioranza degli europei, e anche questo è un fatto che non può essere liquidato con sufficienza. Mi stupisce che un analista delle qualità di Sandro Viola abbia scritto su Repubblica che «Schroeder al suo elettorato non ha altro da offrire se non la trovata pacifista». La «trovata» ha trovato però vasta udienza. Per due ragioni: le deboli motivazioni per una guerra sostenuta invece con forte arroganza; la crisi e il rifiuto della politica. E questa, nella versione di destra e di sinistra, si esprime in una catastrofica crisi delle istituzioni internazionali come l’Onu, l’Ue e la Nato costruite proprio dalla politica.
da Vittorio Grondona
1) – Sono completamente d’accordo con l’Avv. Lina Arena per quanto riguarda le veline. La censura è sempre una prepotenza!2) – Gustavo Selva non ha fatto il militare perchè orfano. Io, figlio del popolo, pur essendo orfano, ho dovuto sorbirmi 18 mesi di durissima naia!3) – Un mondo che ha bisogno di discutere per non fare la guerra, è un mondo che non mi appartiene. Devo purtroppo subirlo!
Sito dedicato alla trasmissione di Rai 3
da Gigi Forzese
Dopo la guerra preventiva l’informazione preventiva.Si sa come funzionano i meccanismi dell’audience.Passato un certo numero di giorni l’attenzione attorno a un fatto e’ destinata fatalmente a scemare indipendentemente dalla sua gravita’.Da due mesi e’ iniziato un tale bombardamento mediatico mondiale che quando la guerra iniziera’ davvero il prodotto “guerra” sara’ cosi’ inflazionato che i signori potranno bombardare in senso proprio censurando qua e la’ senza che la gente se ne mostri particolarmente risentita.Terribile ma vero?
da Davide Zampella
Caro Claudio,sabato a Roma c’ero anchi’io e ho pensato di darti una testimonianza attraverso l’obiettivo della mia fotocamera… (In DOCUMENTI)
La presidenza greca dell’Unione Europea ha promosso una sondaggio elettronico sulla opinione dei cittadini europeri in merito all’attacco all’Iraq. Partecipiamo.
da Giorgio Boratto
Caro Claudio, hai letto la notizia di oggi su www.giornale.it? Senza vergogna. Eccotene un pezzettino:“Mani Pulite doveva essere il colpo di Stato dei giudici. A 11 anni da Mani Pulite gettano finalmente la maschera. Con quelle inchieste sulla corruzione dei politici la Procura di Milano guidata da Francesco Saverio Borrelli, voleva cambiare le istituzioni. In pratica Borrelli, di Pietro & C volevano fare un colpo di Stato. Lo ammette adesso Gerardo D’Ambrosio, vice di Borrelli e ora pensionato di lusso”.Inclassificabile.
da Giovanni Morini, Borgosacco
Mi piacerebbe (e piacerebbe anche a CSF) leggere l’articolo di Marcello Veneziani sulla guerra p.v. E’ uscito qualche giorno fà sul Giornale.Se qualcuno ce l’ha lo mandi per tutti a CSF. Grazie.
da avv. Lina Arena
Non capisco perchè l’italiano medio debba trarre nocumento dalla visione delle veline in TV. Vede atrocità; vede Pippo Baudo; vede Sgarbi e la Spaak e non può vedere le veline? Ma poi Le chiedo perchè mai viene propalato questo pensiero censorio e si pretende quasi di censurare le immagini quando ci avviamo invece verso un mondo privo di censura? Siamo o no liberi di vedere ciò che ci pare? La Bulgaria ha fallito. Dovete farci fallire pure in Italia?Se per lei il sederino delle veline è fonte di turbamento, si chiuda nel bagno e non dia fastidio ad alcuno. Siamo ridotti un popolo di sacrestani.
Cara avv. le assicuro che il sederino delle veline non mi crea alcun turbamento né sono preso da raptus censori. Legga bene gli intreventi. Ero solo sconvolto dal fatto che Bonolis non aveva bene presente la differenza fra i meriti di una velina e quelli di una segretaria di azienda. (csf)
da Ballarò, il corsivo di Alessandro Robecchi
Questa faccenda di sbobinare dalla registrazione di Ballarò il corsivo diRobecchi comincia a diventare faticosa. Ma per voi faccio questo ed altro…
Sapete che c’è di nuovo? E’ ricrollato il muro di Berlino. E questa volta, dalla parte nostra! D’improvviso, la Storia ha messo il turbo e le strutture traballano. L’Europa si rompe, la Nato sbanda e, colpo di scena, l’America ha meno amici del previsto: il mondo a padrone unico non ha funzionato.
La partita è: buoni contro cattivi, come al solito. Le grandi democrazie contro il feroce dittatore, giusto. Però i cittadini delle grandi democrazie non sono d’accordo. I danesi non vogliono la guerra, gli olandesi meno ancora. I nostri cugini mangiaformaggio poi non ne parliamo, i tedeschi nemmeno. Non la vogliono in Norvegia, in Spagna, in Svezia, in Svizzera, in Austria, in Italia. Nemmeno in Gran Bretagna. E in Turchia, manco dipinta. Domandina da due missili: quando una democrazia mette il dito sul grilletto, può sparare contro il volere dei suoi elettori?
Buoni contro cattivi: dov’è il problema? Proprio qui: che i buoni sono democrazie, la gente conta qualcosa. E’ un gioco difficile: portare a Baghdad la democrazia a colpi di bombe violando il primo principio della democrazia in casa propria: la volontà popolare. Con tutto il rispetto, lo zio Sam questa volta chiede un po’ troppo.
Ecco: è ricaduto il muro di Berlino, lato occidentale. Le province si agitano, certe reclute non scattano sull’attenti, il dubbio serpeggia e l’impero è nervoso. La notizia cattiva è che si voleva fare un’Europa unita, e oplà! Eccone due, divise. La notizia buona è che per la prima volta si vedono gli europei, di colpo, con una bandiera sola