da Guglielmo Venturi.
Lo sciocco e dilagante pacifismo a senso unico è già stato opportunamente fustigato a dovere da più parti. Vorrei aggiungermi al coro dei fautori dell’opportunità della guerra preventiva, apportando un contributo che sembra essere sfuggito anche ai più attenti opinionisti con l’elmetto. Alla vigilia della probabile guerra all’Iraq, è già in atto quella tra Stati Uniti e Francia. Gli americani hanno avviato una violenta azione di boicottaggio, innalzando una robusta barriera all’importazione di prodotti francesi, in particolare di vini e formaggi. Gli esperti dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità prevedono, a breve, una drastica riduzione dei tassi alcolici e di colesterolo nella popolazione americana. Ad inconfutabile riprova del fatto che ” la guerra è l’igiene dei popoli.”
da Valeria Garabello
Il nuovo sponsor di sito nostalgico
da Davide Paris
Ho inventato un logo. E’ una bandiera con sullo sfondo due torri gemelle ed in sovrimpressione una scritta in grande: GUERRA PREVENTIVA. Spero piaccia a molti e spero anch’io di vendere la singola bandiera ad almeno 15 euro, proprio come quella della PACE. Ma non era meglio i 15 euri darli a Gino Strada per Emergency invece di tappezzare le citta’ con un’ ovvieta’? E’ la madre di tutte le ipocrisie quella per cui tutti noi godiamo dei benefici della societa’ occidentale, pero’ quando si tratta di dare qualcosa, in qualsiasi termine si debba esplicare, ci tiriamo indietro.
da Franco Barone, Milano
I “se” e i “ma” sono stati consumati a giustificare e a difendere regimi di merda: A Cuba non esistono diritti civili, ma l’embargo USA… Arafat copre e finanzia il terrorismo, ma Sharon … Stalin ha fatto fuori milioni di persone, ma ha portato fuori la Russia dal Medio-Evo. (il fascismo era un regime odioso…ma i treni arrivavano in orario…) Quando c’e da combattere gli Stati Uniti, o la democrazia, i se e i ma vengono lasciati da parte.
dal Corriere della Sera
La Rai sposta la direzione di Raidue a Milano. Bossi sale sul piedistallo che a Roma ospita il cavallo di Manzù.
da Vittorio Grondona
Che una ragazzina sogni di essere ammirata, magari come le veline e che un ragazzino sogni di essere audace, magari come Robin Hood, mi sembra del tutto normale. Somministrare la dose giusta dei sogni è compito dei genitori e non della TV. Tutto fa parte della vita: quello che viene nascosto, prima o poi salta fuori. Quasi sempre, però, salta fuori in modo sbagliato!
da Lorenzo Mazzucato
Se gli americani pensano che la Svizzera sia dove è riportato dalla cartina della CNN, allora la domanda sorge spontanea: MA CHI CAZZO STANNO BOMBARDANDO ADESSO?
da Velia Iacovino
L’esimia Avv.Lina Arena o c’è o ci fa. Ma che c’entra la polemica contro il fenomeno delle veline (e letterine, schedine, ereditiere, letterate e chi più ne ha più ne metta) con l’eventuale turbamento provocato a qualcuno dai sederini delle suddette? Ma l’Avv. Lina Arena ha figlie adolescenti, frequenta ambienti giovanili magari di borgata, conosce i giornaletti di cui si nutrono avidamente centinaia di migliaia di ragazzine che non hanno mai letto altro in vita loro e che passano le ore incollate alla tivvù a sognare di diventare famose facendo le figuranti seminude a Sarabanda? Ma le sembra normale che oggi in Italia la massima aspirazione degli adolescenti sia per i maschi diventare calciatori e per le femmine veline? Io lo trovo agghiacciante, perchè è vero che la televisione non ci risparmia atrocità tipo Pippo Baudo, Sgarbi, Spaak, Paolo Limiti e Festival di Sanremo, ma almeno questi obbrobri sono rivolti ad un pubblico di adulti che dovrebbero avere sufficiente autonomia per spegnere la televisione o cambiare canale. Con i ragazzini invece il gioco è più facile e più irresponsabile perchè inculca l’idea che le mete da raggiungere sono solo la notorietà e i soldi e per di più con il minimo sforzo: basta ancheggiare un po’ nel programma giusto.
Poche settimane dopo l’11 settembre 2001, partecipai ad una conferenza su Lacan. Ricorrevano il secolo dalla nascita e i vent’anni dalla morte del grande psicanalista francese. Ai relatori posi la seguente domanda che, in forma di paradosso, sperava di verificare infondata la tesi di Samuel Huntington dello scontro di civiltà: “SeLacan avesse avuto in analisi due illustri candidati al suicidio simbolico come Jàn Pàlach (Praga, 1968) e Mohamed Atta (New York, 2001), li avrebbe “curati” prescindendo dall’abisso che divide le due civiltà da loro simbolicamente esaltate con l’estremo sacrificio della vita, oppure avrebbe cominciato esattamente da lì?”.Allora, le due risposte che ho ricevuto (assai dotte e articolate) minavano la fondatezza della famosa teoria di Huntington. Inoltre, mi rassicurava anche il fatto che le vittime (gli USA) ragionavano, anziché vendicarsi. Ora, a due passi dalla guerra contro l’Iraq – che secondo l’amministrazione Bush “proseguirà la lunga guerra contro il terrorismo internazionale” – proprio ora mi sembra che Samuel Huntington avesse esattamente ragione. All’integralismo fondamentalista di Mohamed Atta non si risponde più con quella grande civiltà che da Socrate arriva, dopo 2300 anni, fino a Jàn Pàlach, bensì con un integralismo fondamentalista speculare: quello della “guerra preventiva”.
da Annibale Antonelli
Ho letto su “Sette” l’intervista all’ Armeni giornalista che non conoscevo; mi è sembrata sincera ed anche tosta perchè non ha peli sulla lingua.