da Manuela Faccani
Da quanto tempo non fate un giro nei grandi magazzini? Niente di raffinato, quei posti da dove escono ragazzine che ridacchiano e signore con abiti di una taglia sempre inferiore al necessario. Io ci sono passata oggi, a sbirciare le novità pret-à-porter della stagione; ed ho capito che la stagione parla di guerra. Dappertutto jeans mimetici, giubbotti olive green, camice desert storm… e magliette, anch’esse mimetiche, con stampigliato sopra NO WAR, PEACE, NOT IN MY NAME, e via pacificando. La guerra e il suo contrario hanno colpito la mia attenzione, unite in un assurdo connubio da pochi euro.E’ stato come se tutte le ansie, le discussioni, le avide letture dei giornali per essere aggiornati sugli ultimi sviluppi della situazione internazionale…; come se le prepotenze degli Stati, le miserie dei popoli, i cortei di protesta, le fatiche diplomatiche, l’ONU, Saddam, Bush… tutto perdesse di senso, masticato e triturato da un’industria che tutto omogeneizza e banalizza, rendendolo gioco di ruolo, pagina di rotocalco da sfogliare e subito dimenticare annoiati. Come se essere a favore o contro, avere un’opinione o quella opposta, fosse proprio la stesa identica cosa, purchè lo si sfoggi con disinvoltura e senza troppo impegno. La guerra è di moda, e per converso la pace, rese carine, leziose, trendy, stampigliate su jeans e magliette, destinate a ben incruente conquiste. E’ tempo di guerra, ma niente paura; non è mica una cosa seria, ci strizzano l’occhio le vetrine dei grandi magazzini.
da Primo Casalini
Imdb è, Amazon o non Amazon, l’Enciclopedia Britannica dei cinefili tutti. Mi interessava la numerologia per uscire dalla retorica, da cui mi sento perseguito sin dalle radiofoniche “Catene della fraternità” della fanciullezza. “Scipione l’Africano” è del 1937, come “Il feroce Saladino”, ma Alberto Sordi non è riportato nel cast Imdb: il confine fra comparsa ed attore è labile. Gli “almeno nove” film che resteranno nella storia del cinema italiano, sono farina del mio contestabile sacco. La farina la confermo, anche se “Il mafioso”, “Polvere di stelle”, “I magliari” mi mettono in ambasce. 9 o 12? O 15? Ah, saperlo! Eppoi, nel catalogo Imdb, mancano le perfermonces di Sordi doppiatore: se le si assemblasse in un collage saliremmo a 16…
da Alessandro Ceratti
Ma che cosa diavolo deve fare di più Saddam Hussein per evitare che lo bombardino? Io ho la sensazione che qui non sono i pacifisti a non tener conto delle circostanze del mondo reale. Sono coloro che scelgono la guerra che la vogliono senza se e senza ma.
da Gianluca Freda
Caro Ceratti, posso fare un’ipotesi diversa? Gli americani non hanno mai esportato nulla, tranne le solite bombe. L’Europa si è progressivamente adattata, attraverso vari contraccolpi, ad una sua peculiare esigenza produttiva nata con la rivoluzione industriale che richiedeva anche un drastico mutamento del sistema sociale. Siproduce di più e meglio se si garantisce qualche diritto alla manodopera e la si fa sentire integrata nel corpo sociale. E’ il benessere economico ad aver prodotto, poco alla volta, la democrazia e non viceversa. Ed essa è nata per rispondere ad esigenze più economiche che ideali, nate da un nostro percorso autonomo e difficilmente imitabile. Pretendere di esportarla è come voler esportare airbag a chi non ha mai avuto automobili e possiede già altri e diversi mezzi di locomozione. Un atto presuntuoso e inutile, oltre che terribilmente illogico.
E’ incredibile la sostanziale e continua parità dei due grandi della satira italiana in testa al sondaggio. Dopo circva 700 voti hanno 144 voti ciascuno. Interromperemo il sondaggio a quota mille. (csf)
da Guglielmo Venturi
Il nostro presidente del consiglio si difende spesso dicendo che ” lo facevano anche i precedenti governi di sinistra.” E senza fare neanche un plissè, tira diritto ignorando la drammatica anomalia del nostro paese. Poichè è noto che è una persona alla quale piacciono le barzellette, vorrei provare a fargli capire la differenza che intercorre tra i precedenti governi e quello attuale, avvalendomi di una vecchia storiella di Gino Bramieri: ” Silvio, non si fa la pipì in piscina!” ” Ma come? Lo fanno tutti.” ” Sì, ma non dal trampolino.”
da Valerio Manuguerra, Siena
Per distrarci un pò da tutte le ultime vicende (i tele-funerali di albertone, la tele-sega del grande fratello, la tele-novela del cda-rai, la tele-guerra tra bush e il-resto-del-mondo) vi propongo un innocente e assolutamente futile quesito, sperando che qualcuno dei bloggisti sappia rispondere:Perchè la famosissima risoluzione dell’ONU 1441 viene continuamente nominata (in italiano) utilizzando da certuni la forma “quattordiciquarantuno” o da taluni la forma “unoquattroquattrouno” e MAI (mai), come penso si dovrebbe, nella forma “millequattrocentoquarantuno” ?Forse che nel testo originale detta risoluzione è la 14 41 (o 14.41, o 14/41) ?Oppure, per uniformarci alla pigrizia lessicale degli anglo-sassoni, anche noi abbiamo finito per adottare il loro barbaro modo di nominare le cifre (1441 in inglese diventa “fourteen-fortyone” appunto ) ?
da Santi Urso
Fermo restando che i panegirici per Sordi rasentano la paranoia, e’ vero che fu un gigante. Cio’ posto, potrebbe Lei aiutare i suoi fedeli a decifrare il pur interessante contributo filmografico (ma perche’ anteporre Il feroce saladino a Scipione l’Africano?) inviato da cortese corrispondente? Ovvero: perche’ indicare solo nove film (e quei nove, un paio almeno dei quali rimasti solo nella rosea memoria della critica accademica e ampiamente usciti dalla storia del cinema) come capolavori? Perche’ e’ una convizione del gentile Casalini? Perche’ e’ un’indicazione di Amazon? Perche’ ne’ Casalini ne’ Amazon hanno mai visto (cito alla rinfusa, e secondo traditrice memoria) Il vedovo, Polvere di stelle, Toto’ e i re di Roma, Il boom, Il mafioso, il vigile, I magliari, Il testimone? Alcuni di essi sono, invero, film di colore “locale”, ma credo si possa convenire che (per fare un solo esempio) la battuta: “Che fa marchese, spinge?” e’ internazionalmente immortale (per non parlare della zuffa con Toto’ e dell’espressione del poveraccio che si sente chiedere un occhio).
da Daniele Mont d’Arpizi
Decine di gatti-giocattolo invadono da qualche settimana i marciapiedi del centro di Padova, tra piazzetta Cavour e Corso Milano. A parte una trascurabile variante canina sono tutti uguali: di peluche bianco e nero, muovono la coda e fanno un miao cibernetico.Ti chiedi: perché tutti questi gattini, in questi foschi tempi di guerra… ma soprattutto: chi troverà il coraggio di comprarli, e per quale oscuro motivo? Siamo nell’epoca della Play-station!Le vendite non sembrano proprio tirare; <> E i felini? Chi ve li da? <> Le domande iniziano ad essere troppe, per la causa viene acquistato un gatto robotico.5 Euro! Però mi sono guadagnato qualche altra domanda, chiedere per esempio se l’italiano che gli da la “merce” sia lo stesso che li ha fatti venire – clandestinamente pare – in Italia. La faccia di Mamud si allarga in un sorriso; la storia è vecchia: i pakistani che vendono le rose, i senegalesi coi libri. Ma chi c’è dietro? Qual è la cupola di questo accattonaggio organizzato? Mentre vado un uomo si precipita su Mamud e compagni; sembra incazzato nero con loro e con me. E’ molto elegante, pelato e nel suo “Belfast” di pacca. Ed è italianissimo.
di Stefano Benni su Repubblica, inviato dal lobbista Umberto Biondi
AMERICANI.L’ora delle decisioni irrevocabili E’ giunta.Qualcuno, ultimamente, ha messo in dubbio la mia salute mentale. Lo smentirò oggi con questo discorso lucido, scritto di mia mano. Dio mi ha ispirato e Rumsfeld mi ha spiegato da che parte tenere la biro.
Il testo completo in DOCUMENTI