da Ebrico Capogrossi
Anche piace il titolo del Corsera, dà il senso di una grossa perdita, sopratutto per quel che che siamo ora. E il senso di essere indifesi, al di la’ di questo triste evento, è netto. Il titolo del giornale mi pare troppo sull’onda del Signor G. Quello della Repubbilca non fa una piega, ma non dice molto. Per gli altri sono daccordo con lei.
da Natalino Russo, Seminara
Miglior titolo, senza dubbio, quello di Libero. Quando muore ecc… la quantità di ipocrisia, di lacrime di coccodrillo di amnesie e di falsità raggiunge l’acme. Un ragazzo o un extraterrestre potrebbero credere alla favola che coi Comunisti e il Csf di “Cuore” “C’eravamo tanto amati”. No, lo odiavano quasi quanto Berlusconi ( Berlinguer ai cancelli di Mirafiori, scioperi e picchetti, marcia dei 40.000 sono realtà) finché, furbo e fiutando il vento, non indirizzò la prua di Corsera e Stampa verso sinistra. Ebbe aiuti statali e regali ( Rcs e Alfa) licenziò alla grande. E Fiat oggi è quel che è, ma per Colombo ( con lui in Usa quota di mercato 0,0000001%) è colpa del Cav. Requiescat in pace. Dopo le frasi ignobili di Mantovani a Sofri e Moretti “Agnelli meno peggio di Berlusconi”; non rompete i coglioni che i sinistri sono più eleganti e rispettosi della vita e della morte dei destri, che m’incazzo.
Ma io che c’entro? (csf)
da Filippo Facci
Le notizie importanti emanano una luce particolare e relegano nell¹ombra ogni ciarpame parolaio, gli ingredienti dell¹indistinguibile beverone giornalistico tornano a separarsi come l¹acqua con l¹olio. Ogni cosa torna a chiamarsi col nome che ha: il cazzeggio è cazzeggio, il gossip è gossip, la moda è moda, il calcio è calcio, una paginata sulle scarpe è una paginata sulle scarpe, Giampiero Mughini è Giampiero Mughini, una notizia è una notizia e ogni demarcazione tra generi si fa più stagliata, ogni confine tra notizia e intrattenimento si fa più severo. Viene spontanea, tra le tante, una domanda: che cosa non hanno scritto, i giornali, laddove sono comparse decine di pagine monografiche? Di quante presunte notizie siamo rimasti ignari? Che cosa ci siamo persi? Che cosa avrebbero scritto, se non fosse morto Agnelli? Niente d¹importante, a esser leggeri: altrimenti lo avrebbero scritto comunque. E¹ per questo che suonano patetici certi retorici dell¹antiretorica che lamentano il dilagare dello spazio dedicato all¹Avvocato: dovrebbero semmai chiedersi, costoro, capovolgendo il ragionamento, che altro valesse la pena di scrivere. Quale intervista a Mastella, quale servizio su quale prezzemolina, quale inchiesta su quale trend d¹importazione, quale scemenza riempitiva. Sabato mattina c¹erano dei giornalisti che avevano trentanove di febbre e sono corsi lo stesso in redazione: si sono ricordati del mestiere che fanno. E c¹era una notizia.
da Claudio Risé
Mi pare che la stampa italiana sia stata colta da una crisi, oltre che di chiacchera, frequente nelle portinerie quando muore l’inquilino del piano nobile, anche di timore. Una specie di crampo. Così nessuno (tra i citati) ha fatto il titolo pìù naturale: Avvocato addio. Non sono molte le cose sensate , o semplicemente informate e vere, dette sul defunto. Con l’eccezione del pezzo di Scalfari , Il Principe incostante, un pezzo magistrale da “chi lo conosceva bene”, ma senza traccia di servilismo. Gettato a manciate nauseabonde quasi ovunque altrove.
da Egidio Cardini
Sull’Avvocato possiamo dire tutto e il contrario di tutto e lo faremo certamente in altro momento e in altra sede, però non possiamo passare sopra lo spettacolo deprimente, sciocco e patetico dato dall’opinione pubblica italiana, ammesso che in Italia ci sia ancora spazio per uomini con un’opinione. Abbiamo visto di tutto: piaggeria, volgarità, servilismo, esibizionismo e quant’altro dimostri il cattivo gusto del nostro popolo. Sono mancati senso civile, giudizio critico sul presente e sul passato, spirito democratico, sensibilità culturale, equilibrio comportamentale e forse anche rispetto della stessa persona che muore. Noi italiani siamo ipocriti e servi dentro.
da Daniele Protti
Perchè se muore l’Avvocato il titolo Fiat va su in Borsa? Insieme alla risposta a questa domanda mi piacerebbe averne un’altra, se qualcuno è in grado di darla: perchè ogni volta che Bush dice ‘adesso meno’ Wall Street va giù? Misteri della Borsa,alchemiche speculazioni o che altro?
da Rita Pani
Il titolo più interessante credo sia stato quello ” Una dinastia sfortunata “, se avessi avuto voglia di pensare credo sarebbe stato quello migliore da utilizzare come incipit;Il pezzo più concreto, reale, non retorico, e sintetico è stato… ” La vignetta di Vauro “.
da Mirkp Marchetti
Premettendo che a me non è piaciuto nessun titolo al proposito della morte di Agnelli, mentre condivido con te l’inutilità di tutta quella ridondanza quasi patetica, ritengo invece carino il quesito posto sugli effetti che ha provocato la morte dello stesso sulla borsa. Che dire, se tentassi una banale risposta azzarderei che la borsa è per sua stessa definizione ipocrita. Una sorta di pietismo solidale pervade il mercato.
da Claudio Riolo
Ma siamo proprio sicuri che la miglior società possibile sia quella dell’auto? Qualche idea poteva pur venire a queste belle persone, ricche e intelligenti che girano il mondo, per non farci finire in modo così terribilmente puzzolente.Sarebbe stata migliore la repubblica delle banane, quelle vere.L’Avvocato queste cose le sapeva benissimo, ma forse avrebbere richiesto troppo impegno; questo ovvio sviluppo (sviluppo??) è stato più comodo .Giannelli lo ha disegnato in cielo su una nuvoletta; quanta leggerezza, però immeritata.Certo quando muore Agnelli, Bruno Vespa fa uno speciale Io e Lui e Del Noce ci racconta che aveva lo stesso sarto. Nessuna pietà per noi e per i defunti.Fassino racconta che Berlinguer fu mal interpretato, fu cavalcato dall’ufficio stampa Fiat, quando fuori dai cancelli di Mirafiori appoggiò l’occupazione delle fabbriche.Berlinguer è stato anche l’unico a teorizzare sulla sobrietà: Forse per questo pochi l’hanno amato.
da Anna Biagini
La televisione è stata invadente, ingombrante e talmente incensante da provocare una sorta di rigetto. L’unico articolo che ho trovato rispondente a ciò che penso io è stato quello di Pintor sul Manifesto.