Ho scoperto finalmente perché Tomba è stato fermato all’aeroporto mentre stava partendo per le vacanze. Il suo passaporto era scaduto. E allora lui lo ha falsificato. Al posto di 2002, data della scadenza, ci ha scritto 2001 (csf)
da monica cappellini benguigui, firenze
Che noia tutta questa retorica alla rovescia che state facendo su questo sito; ma nessuno di voi ha mai ascoltato i notiziari- ad es.- sulle varie antenne francesi ?Che scatole tutto questo piangersi addosso di voler o non voler essere italiani. Il sito sta diventando un po’ raccolta di frustrazioni personali o cosa?
La spazzatura televisiva imperversa in tutto il mondo, non solo in Italia. Magari è vero. E allora? A lei piace la spazzatura. La consola che Mengacci, Mosca, Biscardi, ci siano anche in Tanzania? (csf)
da Mimmo Lombezzi
Autorevoli opinionisti sono scesi-in-campo per difendere la tv italiana dalle aggressioni sempre più frequenti della stampa comunista inglese ma ora occorrerebbe uno scatto di reni del Governo che dovrebbe:1)ritirare l’ambasciatore italiano a Londra (oppure togliere la scorta a quello inglese a Roma)2)negare ai caccia inglesi l’uso della base di Aviano per bombardare Baghdad (così s’attaccano ai Turchi se vogliono una base!)3)proibire l’uso delle parole anglosassoni (come “Link”) nei libri di testo4)togliere i loro giornali dalle rassegne stampa dei 5 tg Nazionali5)introdurre visti per i cronisti inglesi che vengono qui a spiare i nostri schermi e a seminare zizzania conflitti & interessi6)affidare ad Antonio Socci una rubrica quotidiana intitolata “LA PERFIDA ALBIONE” in cui si documenti l’evoluzione marxista e – diciamolo suvvia!! – “girotondista” di quello che per l’ItaGlia è sempre stato il nostro vero “stato canaglia”.Gasparri dice che i loro parlamentari portano ancora la parrucca e allora perchè non dire tutta la verità?Sotto quelle parrucche ci sono un sacco di froci!Regno culattone la Perfida Albione.
E’ ora di finirla con questa dipendenza del nostro linguaggio. Propongo, come fece giustamente Mussolini a suo tempo, la riconversione di termini inglesi in italiano affinché, sciacquando la nostra lingua in Arno, in Tevere e anche in Idroscalo, torniamo a parlare un idioma puro. Link? C’è tanto bene “collegamento”! Tobias Jones, tiè!(csf)
da Barbara Bellini
A me piace proprio il titolo dell’Unità… posso chiederti in cosa lo trovi brutto?
La morte di Giovanni Agnelli, secondo la mia sensibilità, richiedeva almeno un minuto di silenzio. Prendersela con la “piccola Italia” anche quel giorno non mi è sembrato il massimo. Un giorno di sospensione delle polemiche non mi sarebbe dispiaciuto. Anche perché il bersaglio non era il senatore a vita (sarebbe stato forte ma corretto) bensì Berlusconi. (csf)
di Tobias Jones (INTERNAZIONALE)
Negli ultimi quattro giorni ho ricevuto qualcosa come 500 email. Tutte dicevano esattamente la stessa cosa. In sostanza: “Grazie mille per aver finalmente scritto sul Financial Times quello che tutti pensiamo. La tv italiana è terribile, ha distrutto le basi culturali del nostro meraviglioso paese. È dominata da persone insulse e prive di talento che per giunta sono presuntuose e volgari”. Tobias Jones risponde alle critiche dopo il suo articolo uscito sul Financial Times con un articolo su Internazionale. Che potete trovare anche su documenti.
da Gianluca Neri (Gnueconomy)
So che in seguito a questo intervento (e a ciò che segnala) in parecchi si strapperanno le vesti, e qualcuno, probabilmente, coglierà l’occasione per alimentare l’annoso e pallosissimo dibattito sui limiti della satira. E sarà che stasera la presentazione bolognese di Net To Be di Roberto Grassilli è risultata particolarmente divertente; che Michele Serra era in ottima forma; che, ad un certo punto l’allegra combriccola (composta dal sottoscritto, Roberto Grassilli, Michele Serra e Lia Celi) ha aperto una lunga partentesi e si è esibita in un siparietto intitolato “Se esistesse ancora, che titolo avrebbe scelto Cuore per la morte di Agnelli?”. Beh, per farla breve, sono particolarmente orgoglioso che l’apertura di Clarence di oggi ricordi molto da vicino quel Cuore.P.S.: per la cronaca (e per i più curiosi) riporto i titoli proposti. Michele Serra: “Si è liberato un posto alla Fiat”; Gianluca Neri: “Stavolta la cassa non è d’integrazione”; Lia Celi: “Si è spento all’improvviso. Proprio come una Duna”.
da Barbara Melotti
Perché se muore Agnelli le azioni della Fiat salgono? Ma è ovvio: i ‘mercati’ sono disincantati. Come dovrebbero essere i giornali e i giornalisti. O no?
da Mario Zanot
la morte di Agnelli è un’ubriacatura che non risparmia proprio nessuno,se penso al coccodrillo di Riotta. E mi dò della bestia. Pensa a quante volte, mi dico, hai accusato l’Avvocato di aver rovinato l’Italia, a quante volte lo hai visto allo stadio assieme a quella canaglia di Henry Kissinger pensando chissa che, mentre invece gli stava manifestando la sua preoccupazione per i bagni di sangue in Libano o Palestina. Pensa ha quante volte hai equivocato il suo aggirarsi nei palazzi delgoverno, sospettando che fosse lì a condizionarne le decisioni, a prendere i soldi di tutti gli italiani per pagare gli errori del gruppo dirigente Fiat, mentre invece aveva a cuore solo questa nazione e la sua bella Torino che tanto gli ha dato (su questo non c’è dubbio alcuno). Ingrato, mi dico: che colpa ne aveva lui, se la Fiat ha semprefatto le peggiori auto del mondo? E’ vero lui c’era sempre quando venivano presentate schifezze come Bravo e Brava o le nuove 600 e 500, ma obtorto collo, lui era lì per dimenticare i grandi assilli che ha citato Riotta: Picasso e soprattutto, la guerra in Iraq o, forse, la guerra in genere. Non a caso, quante volte lo abbiamo visto in televisione deprecare la guerra, l’arroganza dell’America, la stupidità dei suoi presidenti? E non era terribilmente contrito, come ci ha ricordato Romiti, quandodovettero licenziare migliaia di operai, per far riquadrare i bilanci di famiglia? Ma non era colpa sua, lui non l’avrebbe mai fatto…! Mi fermo qui. Non sono un accanito lettore di giornali esteri, ma credo che solo in Italia ci siano giornalisti piagnoni e piaggioni come da noi.
da Luciano Baroni
Caro Sabelli, le azioni Fiat, sono scese alla chiusura odierna dello 0,59%. Forse il p.s. andava evitato prima della conclusione : le Borse di tutto il mondo sono fluttuanti, ed ogni cinque minuti cambiano.
La domanda era: come mai, alla notizia della morte del senatore Agnelli le azioni sono salite? (csf)
Ve lo posso assicurare: io non conoscevo il senatore Giovanni Agnelli, non l’ho mai incontrato né per motivi privati né per lavoro né per caso. Sono probabilmente l’unico giornalista italiano che non ha avuto nemmeno una conversazione telefonica con il capo della Fiat. Ve lo devo dire doverosamente perché altrimenti qualcuno di voi si potrebbe chiedere come mai non abbia scritto da nessuna parte di quel week end in cui insieme all’Avvocato andammo a sciare, oppure di quel giorno che mi confidò quel che pensava di Berlusconi, oppure di quella volta che mi telefonò come al solito alle sei di mattina e mi disse: “Caro Sabelli, le confesso che la mia vita è una noia”. Se avete letto un decimo degli articoli che sono stati pubblicati, avete scoperto che tutti i giornalisti italiani hanno da raccontare almeno un aneddoto che li vede coinvolti con Giovanni Agnelli. Nei loro articoli si parla più di loro che dell’Avvocato. Il massimo l’hanno raggiunto Paolo Guzzanti sul Giornale e Igor Man sulla Stampa. Si incontravano in continuazione, non facevano che girare insieme, in Italia, nel mondo, continue telefonate, continue chiacchierate. Ma Agnelli quando lavorava? Stava sempre al telefono con Guzzanti. Lo chiamava di giorno e di notte e lui correva. Non faceva altro che ricevere Igor Man. “Ho assistito a lunghe telefonate dell’Avvocato con i nipoti”, scrive Igor Man. Me lo vedo Agnelli che ha voglia di telefonare a Lapo e chiama Igor per fare il numero del telefono. Buffo che Igor Man e Paolo Guzzanti non si siano mai incontrati a casa di Agnelli. O almeno non lo raccontano. Splendida anche Mara Venier. Intervistata dal Giornale dice di avere conosciuto anche lei l’Avvocato e ricorda una simpatica telefonata dopo una trasmissione. “Ma non rivelo che cosa mi ha detto perché non sopporto la sovraesposizione di tutte coloro che fra ieri e oggi hanno fatto la corsa a raccontare i loro incontri con Giovanni Agnelli, mi pare una cosa orribile”.
Claudio Sabelli Fioretti
PS: oggi ho fatto un’altra piccola indagine. Quanti erano i cittadini che sono andati a rendere omaggio alla salma del senatore a vita? In attesa della stima minimizzatrice della questura di Roma, Libero ha dato 200 mila persone, il Giornale 150 mila, la Stampa più di 100 mila, Repubblica e l’Unità 100 mila, il Manifesto “qualche migliaio”.