da New Media
Uno, Luca Sofri, è stato il piu’ “coraggioso”. L’altro, Sandro Piccinini, il piu’ “originale”. Una terza, Monica Setta, la piu’ “innovativa”. La quarta, infine, e’ la giornalista d’assalto e conduttrice di “Report”, Milena Gabbanelli. Sono loro i vincitori dell’edizione annuale del premio Media Watch Bayer-Giornalisti dell’anno per tv, radio e carta stampata. I giornalisti saranno premiati giovedì 16 gennaio al Circolo della Stampa di Milano. A incoronarli la giuria composta da Carlo Rossella, direttore di Panorama, don Antonio Sciortino, direttore del settimanale Famiglia Cristiana, Cipriana Dall’Orto, co-direttore di “Donna Moderna”, Paolo Occhipinti, direttore del settimanale Oggi e Antonio Bozzo, direttore di Tv Sette.
da Fausto Spegni
Buone le tue domande sulle immagini di Stromboli cedute al TG5. Ma debbo anche aggiungere che mi dà fastidio lo sbeffeggio di Mentana alla redazione siciliana della RAI. La concorrenza è una cosa seria e dovrebbe comportare il rispetto reciproco. Il bar dello sport è un’altra cosa e i giornalisti non dovrebbero freqiuentarlo. Mentana conosce benissimo cosa fa una redazione regionale: è stato al TG1 e al TG2 (e qui addirittura come vice direttore) e sa cosa fanno le “decine di dipendenti”. Mi sembra che su questo punto abbia ben risposto il sindacato dei giornalisti RAI che ti allego. <> Ma proprio perché questa risposta ( di cui non credo abbia riferito Mentana, tanto meno con pari rilievo, nel suo giornale) mi sembra degna di attenzione, mi fa più male, come giornalista, il comportamento di Mentana. Una canzone diceva “bisogna saper perdere”. Mi piacerebbe che qualcuno imparasse anche a vincere.
p.s. “excusatio non petita”? Sì, sono della RAI, ma chi mi conosce sa che cerco di fare il giornalista prima di tutto e che ragionare in termini di appartenenza, anche aziendale, serve solo a screditare questo nostro povero mestiere, rendendolo poco credibile avvalorando il concetto che i giornalisti sono solo dei servi di chi li paga.
COMUNICATO STAMPA
RAI: IMMAGINI STROMBOLI; USIGRAI E CDR REPLICANO A MENTANA
Al direttore del Tg5 fa comodo parlare di “vittimismo” del CdR della Rai siciliana piuttosto che prendere atto di una semplice realta`: che l’Istituto di Vulcanologia di Catania, col quale i colleghi del servizio pubblico erano in contatto dall’inizio della vicenda, ha scelto di dare le immagini – chissa` perche` – solo al Tg5. Enrico Mentana, dunque, non ha nessun motivo per screditare il lavoro dei colleghi siciliani e per fingere di dimenticare che le redazioni Rai di Palermo e Catania, oltre a dare contributi ai giornali nazionali, fanno ogni giorno 5 edizioni regionali di giornale radio e 3 di telegiornale. Se i cittadini della Sicilia dovessero avere le informazioni sulla loro Regione solo dal Tg5, ne sentirebbero parlare ben di rado.
L’Esecutivo Usigrai e il CdR Rai Sicilia
3 gennaio 2003
Gino Strada è un grande personaggio ma debbo confessarvi che tutte le volte che leggo le sue interviste, oppure lo sento alla radio o alla televisione, resto un po’ deluso. Mi sembra in fondo un po’ sfuggente e la cosa mi dispiace perché le contestazioni che fanno a lui sono le stesse che spesso fanno a me e mi piacerebbe capire un po’ di più, imparare, confrontarmi. Ma oggi sò perché. Non è lui che sfugge. Sono quelli che lo intervistano che fuggono. Se il giornalista fa le domande giuste, lui dà le risposte giuste ed esaurienti. Leggete in Documenti l’intervista che gli ha fatto sull’Unità Piero Sansonetti. Ottimne domande, anche pressanti, ottime risposte, mai elusive.
Claudio Sabelli Fioretti
Non mettete scuse. Correte in edicola a comperare il Corriere della Sera. Nel supplemento Tv7, il direttore Antonio Bozzo ha dedicato ben due pagine al nostro Audiblog. L’articolo, scritto da Luisa Pronzato, è straordinario e ci fa sembrare una cosa seria. Soprattutto certifica la nostra esistenza.Stendo pietoso velo sulle foto. Ma la colpa è solo del soggetto.
da Primo Casalini, Monza
Dopo aver letto l’editoriale di Scalfari di ieri, l’articolo di Maltese e l’intervista a Sartori di oggi, verrebbe da dire: “Oh, adesso è chiaro perché non bisogna fare i boccaloni sulle riforme!”. A parte Caldarola sul Riformista, che dà del peggiorista a Cofferati, invece di complimentarsi per il successo nella battaglia sull’art.18, si continua col “Non basta dire no”. Diciamo “No, grazie”, allora, così sfottiamo un po’ pure noi, visto che il premier con condiscendenza sprezzante ha detto che è disposto ad ascoltare consigli, bontà sua, ma che comunque va avanti lo stesso. Eppure è così semplice: “L’opposizione deve essere in campo con le sue proposte e con le sue priorità”, ha detto Cofferati. E sono di nuovo tutti in fibrillazione perché il 10 gennaio al Palasport di Firenze ci sono Cofferati e Moretti. Azzardo una previsione: il Palasport non basterà. La prima iniziativa politica della mia vita è avvenuta nel 1956: avevo smesso da poco i pantaloni corti. Era la sfilata degli studenti per protestare contro l’invasione dell’Ungheria. Ed ancora oggi sono contento di esserci stato. Negli anni, ho imparato ad apprezzare le tante qualità di quelli che Prodi chiama “i miei amici comunistacci”, e quando la scelta è stata fra Craxi e Berlinguer, era inevitabile per me scegliere il secondo, mantenendo immutato il giudizio sull’URSS annessi e connessi. Questi affannosamente si preoccupano di scolorire il tatuaggio; a me piacerebbe che mantenessero le qualità di riformismo pratico, quotidiano, che hanno avuto per decenni. Quand’è che smetteranno di dirsi “comunisticomunisticomunisti” da soli?
di Luciano Caldirola
Corriere del 7 gennaio, cronaca di Milano: un’anziana signora che vive da sola va a trascorrere una convalescenza a casa della figlia. La notte del 31 dicembre un gruppo di maghrebini, approfittando dei botti generali, sfonda la porta blindata a colpi di mazza e si installa nell’appartamento. Il giorno dopo arriva la polizia e dice che i nuovi arrivati possono rimanere, ma devono cercarsi un’altra casa entro un mese. Sappiamo già come finirà. E’ più becero chi vuole prendere gli immigrati a pedate nel sedere o è più ripugnante uno Stato che ammette una violenza e una sopraffazione tanto schifosa a danno delle vecchiette?
Lei mi fa una domanda e io le dò la risposta. Sono beceri e ripugnanti tutti e due. (csf)
da Gianpaolo Faccani, Trento
Leggo sul sito di “la Repubblica” l’articolo intitolato: G8, i superpoliziotti confessano: “Alla Diaz errori e violenze”. “Fu una leggerezza”, ammette il vicequestore Pasquale Troiani, (portare le molotov nella scuola Diaz); “una forzatura giuridica” (l’arresto dei dimostranti); “un eccesso di violenza” (le violenze degli agenti da giustificare con il finto accoltellamento dell’agente). Leggerezze, forzature, eccessi, errori……. ma vogliamo chiamarli con il loro nome?: Sono reati. Tali sono la simulazione di reato, la calunnia, le lesioni volontarie e alla luce di quanto emerso dalle indagini della magistratura, oserei dire anche il sequestro di persona, visto che le accuse erano tutte montate e che quindi gli arresti erano illegali e le violenze (inaccettabili comunque) erano per soprappiù esercitate su imputati che gli agenti sapevano essere innocenti. Io ho il massimo rispetto per i tutori dell’ordine, soprattutto per quelli che rischiano o hanno dato la vita per fare il loro dovere, ma quando degli agenti, nascondendosi dietro a una divisa, si permettono violenze e comportamenti che per qualunque altro cittadino comporterebbero la galera, per costoro il rispetto si tramuta nel disprezzo più totale.
da Alessandro Ceratti
Insomma, secondo Macaluso, i parlamentari dell’opposizione non hanno altro da fare in parlamento che assecondare e ratificare le iniziative della maggioranza, ambendo tutt’al più a modificare qualche comma o qualche articolo (addirittura!!) delle proposte (assolutamente intollerabili) della maggioranza. Mi viene in mente un analogia: quando gli ebrei erano perseguitati dai nazisti molte comunità ebraiche in effetti collaboravano con gli oppressori, sperando di limitare in qualche modo la loro furia e soddisfatti delle piccole (minuscole) concessioni che riuscivano a strappare. Sappiamo tutti come è andata a finire. Sappiamo anche che se gli ebrei fossero scappati in ordine sparso in tutte le direzioni sarebbero comunque morti a migliaia, a milioni. Ma se ne sarebbero salvati molti di più. Certo, aspettarsi che questi politici organizzino una resistenza è veramente troppo, ma almeno che non collaborino per consegnarci ai carnefici potremmo ottenerlo. O no? Forse sono troppo ottimista.
da Piergiorgio Welby
…eh, no! dopo l’arrivo dell’euro e la sepoltura della Befana da parte del blog …le mie certezze si erano drasticamente ridotte. Lo so… Bacon sosteneva che se un uomo parte con delle certezze, finirà con dei dubbi; ma se si accontenta di iniziare con qualche dubbio, arriverà alla fine con delle certezze…ma un povero cristo ( se mi sente Pelanda…) in qualcosa deve pur credere! Io avevo il Ceratti e il mio doc. Adesso il Ceratti si sottrae all’agone, il doc. ha spento il cellulare dal 23…leggo l’intervista di Claudio e…scopro che Di Pietro non è Casanova. Se almeno il Parlamento approvasse una legge sull’eutanasia….
da Giorgio Trono
La differenza tra un paese occidentale e democratico e un paese islamico è che nel primo un deficiente qualunque può parlare in Tv di “cadaverino appeso in croce”, di doppiogiochismo del Papa e via dicendo, nel secondo un banale concorso femminile scatena una gigantesca caccia all’ infedele con morti e distruzioni.
Non mi è simpatico quel fanatico sostenitore dell’Islam che ritengo qualcosa di molto vicino a un minus habens. Ma dopo che ho visto il filmato non posso fare a meno di considerare il fatto che il prof. Pelanda, testimone della superiorità della nostra cultura occidentale, lo ha offeso per primo (“terrorista!” è meglio o peggio di “stupido”?) e lo ha aggredito fisicamente per primo. (csf)