MILVA. Pippo Baudo non la vuole far cantare a Sanremo. E lei reagisce: “Evidentemente sono entrata a far parte del gruppo dei Biagi, dei Santoro, dei Luttazzi che la Rai non vuole più. E’ scattata una pregiudiziale contro di me, probabilmente di natura politica, perché mi considerano un’interprete brechtiana, il che non deve essere molto gradito agli attuali dirigenti Rai”. Anche quell’altro brechtiano di Santoro è incazzato. Pippo Baudo non vuole nemmeno lui a cantare a Sanremo. Niente brechtiani a Sanremo quest’anno. E’ un vero scandalo.
MAURIZIO RAGGIO. Il barista tesoriere di Bettino Craxi, ex fidanzato della contessa Vacca Agusta morta tragicamente lo scorso anno, è stato beccato dagli inquirenti mentre faceva discorsi sconvenienti col notaio Solimena. Nel chiuso della sua Porche, imbottita di microspie, i due si sono lasciati andare a discorsi densi di ipotesi di reato, il tutto per fottere l’eredità all’altro pretendente, il fidanzato ufficiale Tirso. Buste da sostituire, perizie da ammorbidire. Il “Giornale” pubblica l’intercettazione. Cosa risponde il notaio? “Non mi riconosco in quelle parole e non ne sapevo nulla”. Che non ne sapesse nulla è ovvio, ma come fa a non riconoscersi in quelle parole? Povero notaio. Quella non è un’intervista, non c’è nessun giornalista da smentire. Si possono smentire le microspie? A proposito, sapete come si fa a scoprire se in casa c’è una microspia? Basta guardare se in ingresso c’è un microimpermeabile.
CRISTOFORO COLOMBO. Il primo ad arrivare sulle coste dell’America? Ma stiamo scherzando? Zheng He, ammiraglio cinese, eunuco, c’è arrivato nel 1421, settant’anni prima. Non solo, ha fatto anche il giro dell’Africa, il giro dell’America del sud, il giro dell’Europa e dell’Asia passando dall’Artico. Cristoforo Colombo sembra essere arrivato là proprio per ultimo. Prima di lui anche i vichinghi, i giapponesi, i fenici, gli egizi, gli islandesi e gli irlandesi. E forse anche i romani. E lo scheletro di quella donna, vecchio di 13 mila anni, trovato recentemente? Secondo gli scienziati che l’hanno esaminato, sarebbe di una europea proveniente dal Caucaso. Non c’è pace per Colombo.
CESARE PREVITI. Una volta non aveva un momento di tempo libero per andare in tribunale per il processo Imi-Sir che lo vede imputato. Aveva sempre da andare in Parlamento, non poteva saltare una seduta, non sarebbe stato corretto. Sarebbe stato un insulto a quelli che lo hanno votato. Si sa, Previti a queste cose ci tiene. Il suo impegno civile era encomiabile. Mai gli sarebbe venuto in mente di offendere i suoi elettori. Poi, il 25 novembre, il processo è stato sospeso, in applicazione alla legge Cirami. Da quel giorno Previti non è più andato alla Camera. Ma i suoi elettori non si preoccupino. Il 30 gennaio, forse, il processo riprenderà. Vedrete che Previti ricomincerà a frequentare freneticamente Montecitorio. E’ un problema di correttezza. E di impegno civile.
BRUNO VESPA. Qualcuno sostiene che fa interviste tappetino. Calunnie. Domanda a Silvio Berlusconi, pungente, incalzante: “Presidente, dica la verità: quante volte si è pentito dell’anatema di Sofia contro Enzo Biagi e Michele Santoro?” Ricordate l’anatema, vero? Era quello in cui Berlusconi se l’era presa con Biagi e Santoro perché avevano fatto “uso criminoso” della tv. Disse proprio così: “Uso criminoso”. Che cosa ha risposto Berlusconi? “Come si è visto dalla registrazione del mio intervento, quella voleva essere solo una battuta ironica: “Speriamo che cambino”.” Speriamo che cambino? Ma non era uso criminoso? E Bruno Vespa incalzante, spietato, indisponente, senza mollare la presa: “Presidente, il 2003 ci porterà la guerra?”.
Claudio Sabelli Fioretti
da Nicola Arcozzi
A Firenze, Cofferati ha lanciato la sua idea per l’opposizione: una rete di nodi autonomi e pari; partiti, girotondi, newglobal e associazioni. L’idea in sè non è nuova, ma nessuno aveva ancora provato a tradurla in pratica, non su questa scala. Da vent’anni ci si alambicca sul modo giusto per riavvicinare i cittadini alle istituzioni e per rendere la società civile protagonista della politica. Nel 2002, per una serie di coincidenze, nell’universo ulivista e di sinistra due o tre milioni di cittadini hanno riscoperto l’importanza di istituzioni e costituzioni, o hanno deciso che la globalizzazione così com’è non gli garbava punto, e si sono messi a fare politica in proprio. Che il centrodestra abbia in uggia questo chiasso, non c’è da stupirsene: stupirebbe il contrario. Ciò che sorprende è il doloroso stupore a centrosinistra: la società civile finalmente si svela, e pare che non sia bella come ce la si aspettava. Sembra che la si volesse più ampia, forse, o meno chiassosa. Già, la si voleva maggioranza, e la si voleva silenziosa.
Da quello che capisco, Nicola la pensa in maniera diametralmente opposta da Manuela (vedi sotto). Come la mettiamo? (csf)
da Manuela Faccani, Ravenna
Cesare ha riunito le sue legioni, le ha infiammate parlando al loro cuore (e, indirettamente, a Pompeo e Crasso) e, dalle rive dell’Arno si appresta a conquistare Roma e l’impero.Questo, in sintesi, quanto ho percepito ieri sera, nel sedicente incontro fra politica e movimenti di Firenze. Sedicente, perché incontro non è stato, ma piuttosto incoronazione; e come tale, eseguita con tutte le cerimonie e le ritualità del caso. Interventi accuratamente selezionati e preconfezionati, rappresentanza studiata a tavolino – potevano mancare “l’operaia”, “la studentessa”, “l’intellettuale”? – secondo uno schema talmente vecchio, che nemmeno il PCUS degli ultimi anni…La parola più usata ed abusata: unità. Ma unità fra chi e che cosa, se ognuno si ingegna a portare i “suoi” contenuti, le “sue” verità, nemmeno sfiorato dall’idea che vi possano essere altre verità, altrettanto valide, altrove? Una ben apparecchiata rappresentazione formale di unità, tutta all’interno di una sinistra che ci snocciola soluzioni semplici a problemi complessi, legata ad una visione del mondo che il mondo ha già, opportunamente, superato. Nemmeno lei, la Rosy, che tanto mi piace, è uscita dal coro, e ci presenta le sue verità, con un ragionamento che, se portato alle estreme conseguenze, ci fionderebbe ritti nel medioevo, dovendo discendere – pare – le opzioni politiche direttamente dalla Sacre Scritture.Io ero al Palavobis, al Circo Massimo, a S.Giovanni. Una dei milioni di persone che, spontaneamente e a sue spese, ha sentito che doveva essere lì, in quei luoghi e in quei momenti, e non avrebbe potuto essere altrove. Ero lì da protagonista, pur non essendo mai salita su un palco.Ieri sera non ero protagonista, ma spettatore in un’arena; chiamata ad osannare il nuovo conducator, che parla al cuore – ma infila venti più venti minuti di vuoto comizio, alla maniera d’antan – e a sbeffeggiare tutti coloro che qui, stasera, non ci sono. Il conducator assicura che “non” marcerà su Roma, che “non” prenderà il potere, che “non” detronizzerà nessuno… e allora cos’è questo rullare di tamburi, e il clangore di armi che si sentono dietro le sue parole (ma forse è solo la marcia trionfale dell’Aida, omaggio ad un raffinato melomane).Io non so se ieri sera a Firenze è nato un nuovo partito.Certo, è iniziata la morte dei movimenti, e mi stupisce che i fini intellettuali che li guidano non lo abbiano previsto. Se i movimenti non sono più coscienza critica, frusta e pungolo di una politica stanca e pavida, ma diventano essi stessi parte di quella politica, fazione, contro un’altra fazione; se da lievito che scuote la società costringendola ad interrogarsi sulle proprie forme politiche, sociali e culturali, diventano legione, acritica e osannante, allora il movimento finisce, e la storia rotola irriducibilmente all’indietro.Peccato, è mancato ieri sera, un Nanni Moretti che, saltando sul palco, svelasse che ancora una volta, inesorabilmente, il re è nudo.P.S. Solo, fuori al coro, un ottimo Martini, che mostra di voler comprendere, dialogare, relazionarsi coi movimenti, senza appropriarsene.
Non ero a Firenze e dalla lettura dei giornali, sinceramente, non ho ricavato granché. Non capisco quindi il tuo pessimismo. Pneso solo che a un primo momento di movimento, di partecipazione, spinta dal basso, deve giocoforza sostituirsi un momento di organizzazione, altrimenti a che cosa serve tutto questo? Ma credo che sia un problema di sfumature, di toni, e forse tu cogli sensazioni che io non posso cogliere semplicemente leggendo articoli peraltro insufficienti e superficiali. (csf)
da Primo Casalini, Monza
E’ vero, il cuore è solo una pompa; usiamo il cervello ed i numeri, arida proiezione di un organo arido. Per il congresso di Pesaro, in cui è stato eletto Fassino, hanno votato meno di un terzo degli iscritti ai DS. Nel corso del 2002, sembra che si siano persi 150.000 iscritti. A Bologna, quando vinse Guazzaloca, ogni iscritto portò meno di due voti, oltre il suo. L’Unità, prima della chiusura, vendeva una copia per ogni venti iscritti. Che il centrodestra asserisca che a sinistra è in corso una lotta fra riformisti e massimalisti è naturale; che i grandi giornali nazionali dicano lo stesso, lo è già un po’ meno. Ma che lo dicano D’Alema e Fassino, Violante ed Angius è surreale. Le variabili sono tre, in ordine di importanza: elettori, iscritti, eletti. Gli elettori potenziali li convinci con buoni argomenti, ma non puoi invitarli ad una veglia funebre od a un Domine non sum dignus: se è così, se ne vanno pure quelli che avevi. Ciò detto, tutti i sondaggi, nessuno escluso, dicono che oggi i DS avrebbero il 20% dei voti, contro il 16% delle politiche. E si può crescere ancora. Ma gli eletti dicano almeno grazie a chi, sulle spese sue, continua a dire “Io ci sono” con vitalità intelligente ed incazzosa, come ieri sera a Firenze.
da Alessandro Ceratti
Primo: tengo a sottolineare che sono perfettamente d’accordo con Facci. Secondo: Ciò che Facci (e io) propone è assolutamente contrario all’idea voltairiana di tolleranza, ed è in netto ed ineludibile contrasto con l’idea di rispettare culture che non solo possono essere diverse ma persino aliene. Signori, come la mettiamo?
da Stefano Modenini, Svizzera
Ieri sera ho visto parte della puntata di Excalibur, che ho trovato a dir poco vergognosa. Ecco cosa succede lasciando infiltrare i ciellini nella tv. Una puntata nella quale Benigni è stato trasformato quasi in un modello del cristianesimo moderno. Oramai ogni personaggio, ogni argomento è buono per magnificare la chiesa e il suo verbo conservatore. Ancora poco tempo e i TG verranno presentati da giornalisti in abito talare e la messa verrà trasmessa in prima serata. Non sono anticlericale, ma tutto questo mi allarma. Hai sentito cosa diceva il cardinal Tonini? Chissà cosa ne pensa Benigni e se gli ha fatto piacere venire strumentalizzato.Il sogno mio sarebbe, per par condicio, di vedere almeno una puntata di Excalibur dedicata alle crociate, alle inquisizioni, alla chiesa pedofila d’America, al celibato dei preti, ecc. ecc. La politica italiana è troppo inquinata dalla chiesa di Roma, a destra come a sinistra (tanto è vero che D’Alema era in Piazza San Pietro per la beatificazione dell’Opus Dei).Non sono di sinistra, sono piuttosto liberale. In Svizzera voto liberale. In Italia mi astengo, cioè non voto, perché questa idea secondo me non è rappresentata, certamente non da gran parte di Forza Italia.Scusa lo sfogo, ma anche da italiano all’estero (privilegiato perché doppio cittadino svizzero e italiano, essendo nato a La Spezia) trovo tutto ciò disgustoso.
da Luciano Caldirola
Se vero che non c’è nessuno più pericoloso della gente disperata e che lo Stato ha il dovere (etico, non legislativo) di farsene carico, è ancor più vero che lo Stato ha innanzitutto il dovere (legislativo) di far rispettare il Diritto. Quindi vigilare con fermezza affinchè dei mascalzoni armati di mazza ferrata non sfrattino impunemente con forza le vecchiette per installarsi in casa loro, altrimenti si fa carne di porco del diritto e della legge, si sputa in faccia ai cittadini onesti, si autorizza la sopraffazione fisica dei violenti ai danni degli indifesi, si genera un clima di totale anarchia in cui ogni mascalzonata viene giustificata e permessa, si creano vecchiette disperate, e quindi pericolose, che si sentiranno giustamente autorizzate a rapinare la gente per strada, visto che lo Stato non ha saputo nè voluto difenderle nei loro più elementari diritti. Farsi carico dei disperati non significa permettere loro di spernacchiare le leggi ed impadronirsi delle case altrui, altrimenti i concetti di Stato, Legge, Diritto vanno a puttane e farebbe testo solo la legge della giungla. E quella del menga.
Condivido tutto quello che hai scritto, dalla prima all’ultima parola. Ma non capisco perché parli di due cose, una delle quali è vera e l’altra è ancor più vera. Questo è sbagliato. Sono tutte e due vere. E collegate. Non si riuscirà mai a fare rispettare il diritto se non c’è giustizia sociale. Non ci sarà mai vera giustizia sociale senza il rispetto delle norme che regolano la convivenza civile. (csf)
da Barbara Melotti
Leggo le perle distillate ieri sul blog e non ci credo. Claudio, confessa, non ti sono arrivate tutte in un giorno, ma le avevi messe da parte per un’occasione speciale.Bozzo scrive ‘Sono responsabile delle due pagine tvsettine, firmate Luisa Pronzato’. Luisa (simpatica, gentilissima e brava) è servita.Christian Rocca e ‘cos’è un blog’. Copia Sofri aprendone uno, non contento ne copia pure le teorie, anzi le certezze, in merito.A (s)proposito, Claudio, perché mai Luca Sofri sarebbe il giornalista ‘più coraggioso’?L’Avv. Lina Arena, se esiste, è sicuramente pagata da Cofferati, gli altri non sono abbastanza furbi, per screditare la destra.E poi le occupazioni abusive di case (mettiamo tutti gli abusivi in galera? In Italia? Noi l’abusivismo l’abbiamo inventato), Ceratti che cede al pensiero dominante (le inchieste, i processi, si fanno in Tv, o in radio, quello che lì si dice è ‘oro colato’ e il resto non conta: e se i magistrati non avessero lasciato trapelare tutto?), lo stesso Claudio e i poligoni (il lancio del giavellotto, il lancio del martello, il tiro con l’arco, la maratona, il rugby sono raramente letali e comunque difficili da praticare in contesto urbano, non credi?), e per finire in bellezza De Benedetti come Berlusconi (magari, anzi senz’altro, quando non sarà più un privato cittadino, per quanto potente e ricco; nell’attesa ognuno ha diritto di associarsi con chi vuole, a chi non è d’accordo e non piace la compagnia, come me, è sufficiente la NON associazione).
da Giorgio Trono
D’ora in poi “la gestione della pagina del sito dedicata ai commenti verrà curata dalla sede centrale dell’associazione sotto la responsabilità diretta del consiglio di presidenza in accordo con i garanti”. Un’ altra censura targata Berlusconi? Si parla per caso della rubrica di Biagi sul sito della Rai? Ma no, signori: questa scritta la potete trovare sul sito di Libertà & Giustizia, dove i grandi capi di L&G si dissociano dal contenuto di un articolo di Claudio Rinaldi sulla Fiat. Rinaldi aveva osato criticare gli Agnelli, dimenticandosi che tra i garanti della neonata associazione c’è Franzo Grande Stevens, vice presidente della Fiat. Compagni, insorgete, girotondate, indignatevi di fronte a questo attentato alla libertà di pensiero, denunciate il conflitto di interessi di quel ladro di De Benedetti, schifatevi di fronte a chi invece di pranzare a Natale con gli operai di Termini Imerese va a farsi una infinita vacanza su un rompighiaccio al polo! Moretti dove sei?