di Paola Natalini
Quando avevo 3 anni i miei genitori dissero che era rotta..e da allora non la vediamo! E non ci manca per niente!
Ma non dirlo a nessuno! Se ti scoprono i sociologi! (csf)
da Massimo Balducci
Manuela ha colto un aspetto della manifestazione di Firenze, ma non sono assolutamente d’accordo con le sue conclusioni. E’ vero, i movimenti stanno iniziando a scegliere le persone da cui farsi rappresentare, e la loro funzione di “pungolo” va naturalmente ad esaurirsi. Manuela dimentica però che i movimenti erano nati proprio perchè molti di noi non si sentivano rappresentati. Avevano capito che sotto l’attuale guida l’Impero Romano si stava disfacendo, e si sono fatti sentire perchè cambiasse qualcosa. Adesso che il condottiero è stato individuato che facciamo, ci mettiamo a protestare contro di lui?E per fare cosa, per tenerci Rutelli e Fassino? (…) Essere “coscienza critica” non significa solo dire che il re è nudo, ma anche sperare che ci sia un bravo re.
da Vittorio Grondona
Io penso che prima o poi qualcosa si doveva fare. Cofferati rappresenta una buona opportunità per incominciare. Chi altri in questo momento potrebbe ottenere a sinistra tanti consensi come lui? Nel contempo capisco il disagio del centro, la “rabbia” della dirigenza DS, le preoccupazioni di PRC, la paura del centro destra (finalmente). Se veramente finissero i movimenti vorrebbe dire che le cose stanno migliorando. Del resto non è quello che desideriamo?
Ho trovato su internet questo testo e ve lo ripropongo.
E’ un bell’articolo di Lidia Ravera (su Documenti)
da Umberto Biondi
Tratto da “Buskashi’ – Viaggio dentro la guerra”, di Gino Strada, pag.164:.
Gia’ nell’inverno del 2000 il governo degli Stati Uniti e il presidente Clinton avevano deciso per un attacco militare all’Afganistan, dopo l’attentato del 12 ottobre 2000 all’incrociatore americano Cole nel Golfo di Aden, attribuito a Osama Bin Laden e ai suoi.Era cosa di dominio pubblico, occupava a esempio nove colonne dei maggiori quotidiani pakistani, molto meno in Italia, naturalmente, essendo la notizia irrilevante per molta stampa nostrana intenta a seguire le vicende di Casa Savoia.Erano stati compiuti tutti i passi di “diplomazia di guerra” necessari. Concordata una posizione di disimpegno della Cina, gli Stati Uniti avevano trovato il pieno sostegno di Russia e India, un’inedita coalizione a tre, per portare a termine il piano.Nessuno stupore: la Russia non ne poteva piu’ di vedere la guerriglia cecena rifornirsi di nuovi fanatici ben addestrati provenienti dai campi di battaglia afgani, l’India aveva lo stesso problema con i combattenti islamici in Kashmir.Un solo aspetto restava da definire, secondo la stampa statunitense e pakistana: il “quando”. Un attacco in tempi brevissimi, oppure gli Stati Uniti avrebbero aspettato un mese, per rispettare il Ramadan, il periodo di digiuno islamico ormai alle porte?L’attacco venne ritardato: poi, con le elezioni presidenziali americane e la vittoria di Bush, non se ne era piu’ parlato. Forse la strategia era cambiata.Le compagnie statunitensi del petrolio, con il sostegno del governo, trattavano con i talebani il passaggio di gasdotti e oleodotti attraverso l’Afganistan. Poi, qualche mese prima dell’attentato di New York, qualcosa deve essere andato storto, le trattative si sono arenate.
da Primo Casalini, Monza
L’altra sera a Firenze Cofferati ha utlilizzato frequentemente l’antinomia tradizionale-originale, intendendo per trdizionale il modo attuale di far politica dei partiti e come originale il modo che sarebbe necessario e che si sta costruendo, spesso inconsapevolmente, con le grandi manifestazioni del 2002, e credo anche del 2003.Quando Fassino ha detto che a Piazza San Giovanni c’era tanta “gente nostra”, ha detto una cosa giusta e sbagliata al tempo stesso. Giusta perchè sì, tanti erano iscritti alla Quercia. Sbagliata perchè chiedevano qualcosa che la Quercia non era in grado di dare. Si è puntato in questi anni a sostituire il “pesante” PCI con il partito leggero, ottenendo solo di ottenere un ircocervo (Cosa 2 è il suo giusto nome) con i difetti del partito pesante, ma privo della sua capacità di mobilitazione sociale. In questa situazione, Cofferati fa bene a non accettare le profferte lusinghevoli che gli fanno ogni giorno. Parlare di originale non è fare del nuovismo; è accorgersi che stanno sorgendo modalità completamente nuove, molto più partecipate: la Woodstock per la democrazia è durata più di cinque ore, il Palavobis ed il Palasport sono durati quattro ore. Tempi impensabili in una manifestazione politica tradizionale. Perchè chi tiene il boccino in mano, proprio come in un concerto rock, è il pubblico, che in ogni momento fa capire benissimo come la pensa. Un tale modo di essere io preferisco definire selvatico: non è sinonimo di selvaggio, è il contrario di domestico. Esattamente quello che la nomenclatura, ogni nomenclatura, non ama.
E’ lecito usare i cellulari con fotocamera integrata per fotografare di nascosto? Se leggete l’inglese, c’è un bell’articolo della BBC sui pericoli dell’onnipresenza dei telefonini con fotocamera: se le telecamere in strada vi irritano, che farete quando qualsiasi cretino potrà farvi un’istantanea e metterla online? E se quel cretino si porterà il telefonino nello spogliatoio della vostra palestra? E’ lecito portare un cellulare con fotocamera in un’aula di tribunale e fotografare di nascosto gli imputati o le vittime?
dall’Unità
Vittorio Zincone, su Sette, intervista Valenzise, Santanché e Costamagna sull’appassionante tema: l’uomo è narciso o vanitoso? il narcisimo è di destra o di sinistra? Da non perdere su Documenti (csf)
di Filippo facci (sul Giornale)
Maria Luisa Agnese (direttrice del supplemento Sette nonché autrice di una rubrica sul mensile Amica) giovedì prossimo farà intervistare per la seconda volta Maria Laura Rodotà (direttrice di Amica) da Claudio Sabelli Fioretti (che fa le interviste per Sette, ma anche per Amica) che ha già intervistato anche Pierluigi Battista (che scrive anche lui su Amica) e di cui Sette scrive continuamente come capita anche a Marina Valensise (già intervistata, su Sette, da Claudio Sabelli Fioretti) la quale possiede anche una rubrica su Amica e scrive anche sul Foglio e poi su Io donna (supplemento del Corriere) su cui scrive anche Guia Soncini che possiede una rubrica sul Foglio e che scrive appunto su Io donna (non su Amica) e che ha scritto (sul Foglio) che Maria Laura Rodotà (direttrice di Amica) fa scrivere su Amica solo le sue amiche: Guia Soncini del resto ha pure scritto che Amica non vende un tubo come aveva scritto anche Fabiana Giacomotti (direttrice del mensile Luna) che era vicedirettrice di Amica prima che arrivasse Maria Laura Rodotà (direttrice di Amica) la quale di recente ha partecipato a un forum (sul Foglio) in cui ha detto che Berlusconi secondo lei sbaglia fondotinta.In realtà Maria Luisa Agnese (direttrice di Sette, nonché autrice di una rubrica su Amica) aveva fatto pubblicare anche un articolo sullo spot televisivo di Amica denominato ³Pucci Pucci² (con intervista a Maria Laura Rodotà, direttrice di Amica) e poi un articolo sullo spot televisivo di Amica denominato ³Rapita da Amica² anche se Fabiana Giacomotti (ex direttrice di Amica, ora direttrice di Luna) ha fatto scrivere (su Italia oggi, quotidiano del gruppo di Luna) un articolo titolato ³In pochi rapiti da Amica² mentre Maria Luisa Agnese (direttrice di Sette nonché autrice di una rubrica su Amica) faceva scrivere (su Sette) un articolo sugli irriducibili della bicicletta titolato ³Milano da pedalare² con grande foto di Maria Laura Rodotà (direttrice di Amica) che diceva: ³Mi hanno rubato il motorino². Nota: l¹autore di questa rubrica scrive anche una rubrica per Daria Bignardi (direttrice del mensile Donna, che è concorrente del mensile Amica) la quale è fidanzata con Luca Sofri (figlio di Adriano Sofri, autore di una rubrica sul Foglio) il quale scrive anche sul Foglio (Luca) e scrive anche per Donna (sempre Luca) su cui scrive anche Mattia Feltri (figlio di Vittorio Feltri) che scrive sul Foglio come spesso ha fatto anche l¹autore di questa rubrica. Nota due: il direttore del Giornale (intervistato giovedì scorso, su Sette, da Claudio Sabelli Fioretti) ha rifiutato la concessione della pagina necessaria alla prosecuzione di questo articolo.