da F. Cappello
Caro Claudio Mi permetto di suggerirLe una possibile “interpretazione” dell’attuale crisi all’interno dei DS. E se fosse solo una questione estetica?Ovvero il baffino contro la barba. Agile,furbo,cinico il primo,pesante,stabile,rassicurante,teutone insomma la seconda. É più di sinistra il baffo o la barba?O quantomeno é di sinistra un bel volto rasato con capelli corti?(pensiamo ai meravigliosi anni 70 in cui se uscivi “conciato” in questo modo rischiavi perlomeno il dileggio da parte di personaggi “barbuti” che solo 10 anni più tardi negli altrettanto stupendi anni 80 scoprirono il volto rasato e curato,dileggiando ovviamente i poveri cristi a cui piaceva lascirsi crescere la barba!) Quale imperscrutabile ragione esistenziale si cela dietro la scelta di rappresentarsi con il volto glabro tutt’alpiù marcato da baffetti o pizzo, o con una ben curata barba magari lunga? rutelli, Fassino, d’Alema, Castagnetti, Boselli, sembra abbiano in comune,oltre ad una indisponente vocazione a governare,perfette rasature. Moretti, Cofferati, Vattimo,oltre alle barbe modello “Platone” mostrano un notevole fastidio per l’inevitabile perdita di “autorevolezza” (vedi Prof. Asor Rosa) che il governare comporta,optando per un dinamico,continuo e rassicurante (più di ogni ansiolitico) “movimento”.Viva la gioventù! Certo eccezioni ce ne sono da ambedue le parti:Flores d’Arcais – Pezzotta, Pardi – Scognamiglio, ma la sostanza sembrerebbe rimanere la stessa anzi in taluni casi l’antipatia reciproca marca indelebilmente visioni della società davvero opposte:Pensiamo al povero Prof. Biagi,sobriamente elegante,nei suoi modi “istituzionali”,polemicamente attaccato da Cofferati il quale si é lamentato oggi degli attacchi da parte della dirigenza DS.Poveretto!Che anima candida!Che barba candida! Anche il povero Prof. d’Antona mostrava dignitosamente un aspetto “istituzionale”,ben altra cosa rispetto alla sensazione di “nobile autorevolezza” che trasmette lo sguardo del Prof.Asor Rosa,galantuomo d’altri tempi.A quando un incontro con dell’Utri per discutere della comune passione per il libro antico?Ah! uomini d’altri tempi che l’inesorabile decadenza del divenire sembra non intaccare minimamente. Uomini loro malgrado costretti a vivere in questa volgare società,dominata da una massa informe di individui detta “ceto medio” ossessionata dal denaro e persino difesa e “capita” da alcuni esponenti della Sinistra! Se questo maledetto progresso tecnologico andrà ancora avanti le “barbe” si ritroveranno senza classe operaia,l’unica scusa attraverso la quale esprimere i loro paranoici sogni estetici… Trionfo annunciato per la triade Velardi,Rondolino,Minniti? Mah! staremo a vedere,certo ci sono “barbe” come la sua che emanano inquietudine,scaltrezza,sveltezza,libertà insomma.La gara é tutt’altro che conclusa!
Non credevo che la mia barba fosse portatrice di così tanti valori. E quando portavo solo i baffi? Ero diverso? Scherzo: non mi dispiace questa analisi. E infatti ho consentito di sforare oltre le 500 battute. Vorrei approfondirla. Ma come la mettiamo con le donne? (csf)
da Sergio Pilu
A me piacerebbe sapere in quale mondo ha vissuto Cofferati fino ad oggi. “La regola delle decisioni a maggioranza è un suicidio, un atto di autolesionismo”. Ah sì? Gesù, ma accettare il principio di autorità non significa mettersi dalla parte dell’autoritarismo. Ve la vedete voi una qualsiasi azienda gestita senza seguire questo principio, che prevede anche la decisione a maggioranza? E quanto alla CGIL, Cofferati vuole farmi credere che negli otto anni della sua segreteria non sono state prese decine o centinaia di decisioni a maggioranza? Ed il Parlamento, organo sovrano della rappresentanza popolare, non è un luogo dove si prendono decisioni a maggioranza? Certo, si dibatte, si discute cercando di far cambiare idea a chi non la pensa come noi: ma poi, se si è minoranza (ed uno che “sta fuori”, è minoranza, sicuramente fino a quando deciderà di provare a “stare dentro”, sottoponendosi alle forche caudine di candidatura e votazione), ci si adegua, attendendo con pazienza il momento in cui si diventerà maggioranza. Ecco, a me questo sembra semplice, e soprattutto sembra rispettoso di quella stupidaggine che chiamiamo democrazia.
da Davide Paris
Caro Claudio, siamo proprio su due piani differenti. Tu sei un intellettuale, ti occupi dei grandi Sistemi e le piccolezze della vita non sono fatte per te, io sono un rozzo ingegnere privo di sensibilita’ sociale. Secondo me il problema vero se ti occupano una casa di proprieta’ e’ che ti stanno violentando, ti espropriano della tua vita, cosa c’entra lo Stato? Qui e’ un problema di legalita’ altrimenti diciamo che vale tutto e non se ne parla piu’. Non e’ accettabile che esista chi occupa abusivamente le case altrui, punto. (…)
Cazzo Davide ma leggi quello che scrivo? Ho detto chiaramente che non giustifico la gente che prende a picconate le porte e caccia le vecchiette da casa loro. Non la giustifico, ma capisco perché succede. E penso che bisognerebbe fare in modo che questo non succedesse. E per fare in modo che questo non succeda un minimo di giustizia sociale non guasterebbe. Che cosa c’è di strano in questo ragionamento? Mi sembra normale, ovvio, banale. Semplice buonsenso. Ti faccio un esempio ancora più semplice. Un signore mangia due polli al giorno. Un altro non mangia da un mese. Allora uccide quello dei due polli e gli svuota la dispensa. Ha fatto male. Non bisognerebbe comportarsi così. E’ da punire. Ma non sarebbe meglio che in una società ben organizzata ognuno avesse il suo pollo da mangiare? Che c’entrano l’intellettuale e l’ingegnere? (csf)
da Santi Urso
Se ho letto bene, Lei ha scritto che oltre una certa soglia (suppongo verso il basso) di poverta’ ed emarginazione urgono le rivoluzioni. Ehm, se Lei fosse cosi’ gentile da indicarmi in quali films e’ stato sviluppato questo plot… E’ sicuro di non aver confuso “rivoluzione” con “sommossa”, “ribellione” o altro termine equipollente (tutti lontani dalla rivoluzione come un gabibbo da un pinguino)? con dalemiana osservanza (ma e’ vero che a Lui piace il riformista?)
Caro dalemiano, avevo detto che oltre una certa soglia di povertà e di emarginazione i movimenti rivoluzionari sono inevitabili. Che cosa è che non va? Le rivoluzioni si dividono in due categorie: quelle riucite e quelle non riuscite. Quelle non riuscite vengono chiamate sommosse e ribellioni (a volte anche terrorismo). (csf)
A sottolineare la decadenza dei tempi in cui viviamo è il fatto che ci troviamo a dover discutere e combattere pratiche medievali,che accadono perà nella porta accanto.Mi consta (e vorrei essere contraddetto) che alcune USL in Italia forniscono la loro assistenza (in che modo? chiudendo gli occhi? dicendo “bravo” a chi la fa, e regalando il gelato alla bambina che la subisce, come davano il gelato a noi quando ci asportavano le tonsille?) a queste pratiche abominevoli.
da Walter Lanaro
Spero fortemente che Cofferati entri in politica e diventi leader, prima dei Ds e poi dell’Ulivo. Spero che si possa finalmente vedere una politica di Sinistra(con la Esse maiuscola!),lontana dagli inciuci di palazzo e vicina nuovamente alla gente normale. Quella parte d’Italia da troppi dimenticata e a cui questo centro-sinistra, ha regalato solo bugie e promesse non mantenute!
da Gianluca Freda
A chi dar retta? A Bertinotti, che vorrebbe la demolizione dell’Ulivo, per poi riedificare sulle macerie; o a Gengis Khan, che, ad onta di chi gli ha affibbiato il soprannome, non vorrebbe la distruzione, ma la ristrutturazione radicale del centrosinistra? Il fatto è che qualcosa bisogna fare. La Casa Comune della sinistra è da tempo divenuta uno squallido motel in cui si accettano avventori di ogni risma e provenienza, basta che paghino. Ha ragione Rosy Bindi quando dice che non c’è bisogno di essere comunisti per essere di sinistra; ma sarà possibile essere di sinistra ed essere, allo stesso tempo, Clemente Mastella? Non credo. Da comunista rifondarolo quale sono, e rimango, per una volta faccio il tifo per Gengis. Perchè ha scelto con coraggio la strada più ardua. E perchè è una strada che, se ben percorsa, potrebbe far sì che le prossime elezioni (forse più vicine di quanto si creda) non ci sorprendano mentre siamo impegnati a spalar macerie.
Nella marea di blog (3.000?) che stanno invadendo il web è difficile districarsi. Io ho scoperto il blog di margherita, anzi i blog di margherita perché c’è il blog uno e il blog due. E chiede Margherita: quale ti piace di più? Mi piace di più il due. Mi piace molto l’accorato appello a difesa dell’utente occasionale dell’Atac. (csf)
da Antonio Vocino, Bologna
Caro CSF, non intendevo essere polemico con Gino Strada (nè con te, che mi rispondi un tantinello risentito). Solamente vorrei tanto che tutte queste persone, che esprimono davanti a microfoni e telecamere i loro pensieri, completassero i loro ragionamenti ed arrivassero ogni tanto ad una sintesi. La tua, permettimi, è una sintesi utopica, che neppure Gino Strada – mi permetto di pensare – accetterebbe in quanto non realistica, essendo lui attaccatissimo ad esempi concreti. E’ triste per me ammetterlo (pensavo di essere in grado – giusto per distinguermi dalle lenticchie, dai minerali e dai leghisti – di mettere insieme due concetti ed esprimerli affinchè gli altri capissero) ma il succo di quello che intendevo dire è espresso nel messaggio di Giorgio Trono (“Gino Strada: chi toglie di mezzo Saddam?”), anche perche sono invidioso del fatto che manchi di una tua piccata replica.
Caro Antonio, la mia non era una risposta piccata, era una risposta. Piccata è invece questa risposta. Possibile che basti rispondere per venire sospettati di risposta piccata? Ripeto: la prima sanzione DEVE essere quella di smettere di vendere armi perché le armi servono per fare le guerre. E’ incredibile che tu pensi che non vendere armi sia un’utopia. E’ la cosa più concreta che ci sia. (csf)
Molti dei lobbisti conoscono don Giuliano o per lo meno sanno chi è. E’ un prete giusto, uno di quelli che piacciono anche a me, un prete che si dà tanto da fare e che negli anni scorsi ha organizzato un sacco di cose nella sua parrocchia di Sariano, nel Polesine, coinvolgendo tutte le persone interessate al discorso della legalità e della giustizia sociale. Lo frequento da quando ero direttore di Cuore e grazie alle sue iniziative ho conosciuto gente indimenticabile, da Dossetti a Caponnetto. Ricordo domeniche stupende, a giocare a pallone con Caselli, Colombo, Prodi, Casson, a scopone con Vigna, a vedere Fo, Lella Costa, Balasso, Vergassola, Hendel, a mangiare tutti insieme nella canonica, con Rita Borsellino, con Rosy Bindi, con Luciano Violante, con Salvatore Bragantini, con Paolo Jelo, con Luca Pistorelli, o con altri pretacci come lui da Dante Klauser a Giuseppe Stoppiglia a Luigi Ciotti. Adesso don Giuliano è stato spostato in un altra parrocchia, a Pezzoli. E continua a organizzare le sue cose. Solo che non si sa mai che cosa fa. Le notizie delle sue iniziative si propagano per tradizione orale. Chi conosce l’indirizzo del suo sito digilander.libero.it/teatro99/gennaio2003.htm è facilitato. Ma per gli altri riporto qui sotto il programma di gennaio. Una maniera diversa di passare le proprie giornate (csf)
APPUNTAMENTI DI GENNAIO 2003LUNEDI 13 GENNAIO ore 21.00 – Teatro 99 ENNIO REMONDINO e don ALBINO RIZZOTTOGIOVEDI’ 16 GENNAIO ore 21.00 – Teatro 99 Lo stato di salute della magistratura in Italia con EDMONDO BRUTI LIBERATI, presidente ANMSABATO 18 GENNAIO ore 21.00 – Teatro 99 DOVE CORRI? non sai che il cielo è in te…? 1° incontro: “Il vocio della nostra ‘civiltà’ che prova orrore per il vuoto e per il silenzio… con ROSETTA STELLA, saggista e studiosa del pensiero della differenza sessuale incrociato alle forme della spiritualità cristiana.VENERDI’ 24 GENNAIOore 21.00 – Teatro 99 L’ Ospitalità di ABRAMO All’ origine di EBRAISMO , CRISTIANESIMO , ISLAM con DOMENICO CANCIANI (Università di Padova)SABATO 25 GENNAIO ore 21.00 – Teatro 99 DOVE CORRI? non sai che il cielo è in te…? 2° incontro: “Ci sono fughe che salvano la vita e fughe che costano una vita… La fuga davanti a se stessi… E la fuga di questo mondo davanti a se stesso è quella di ciascuno di noi”. con ANTONIA TRONTI, saggista, RomaDOMENICA 26 GENNAIO ore 21.00 – Teatro 99 MEDICI SENZA FRONTIERE con RICCARDO GRIFONI, già medico in AfghanistanVENERDI’ 31 GENNAIO ore 21.00 – Teatro 99 Serata con SANDRO CURZI e LUCIO MANISCO