da New Media
Blog, fortissimamente, blog. Il binomio tra Rete e informazione si sta arricchendo di un nuovo fenomeno, quello dei weblog, e qualcuno gia’ parla di rivoluzione. Ma che cos’e’ un blog? Secondo la definizione del Wall Street Journal si tratta di “semplici siti web gestiti da individui che riferiscono di qualsiasi cosa, dai loro fallimenti ai problemi delle telecomunicazioni. I blogs riflettono il meglio di Internet: un medium informale per idee informate, anarchico, commercialmente ingenuo e affascinante”. Per una panoramica italiana si può partire da: www.blog-it.net In Italia il blog si sta diffondendo soprattutto tra i giornalisti. I famosi sono quelli di Luca Sofri, firma di punta del Foglio, chee si chiama “Wittgenstein”, e quello di Claudio Sabelli Fioretti. Ma l’elenco e’ lunghissimo. Si va da “Camillo” di Christian Rocca, altra firma del Foglio, a blog interamente dedicati al giornalismo (giornalismi.splinder.it di Giovanni Cocconi) o alla Net Economy (www.ilquintostato.it di Carlo Formenti ). Ma è solo l’inizio: sul sito del Riformista, (www.ilcannocchiale.it), saranno a giorni disponibili i blog dei redattori del quotidiano di Antonio Polito.
da Barbara Melotti
Vive la revolution! Caro Claudio, organizzane una sul blog: tu e Piergiorgio Welby insegnate agli scettici lobbisti l’ascetica fatica e la pacifista bellezza del poligono. Primi fra tutti ad Alessandro Ceratti e a me, entrambi barbosi e ottusi moralisti, sia pure da posizioni del tutto diverse, come si conviene a due rappresentativi esempi di votanti del centrosinistra.
di Gianpaolo Faccani
Le rivoluzioni si dividono in due categorie: Quelle che falliscono subito e quelle che falliscono dopo.
Le rivoluzioni non falliscono mai. Lasciano sempre un segno. Sia quelle che falliscono subito, sia quelle che falliscono dopo. Sa quali sono le rivoluzioni che mi piacciono di più? Quelle silenziose. La rivoluzione ecologica, la rivoluzione femminile, la rivoluzione giovanile. Lei pensa che non sia cambiato nulla nella scuola negli ultimi venti anni? Lei pensa che le donne di oggi vivano come le nostre nonne? (csf)
da Alessandro Ceratti
Non capisco dove il signor Goldoni abbia preso la notizia che le USL garantiscono assistenza per questa pratica. In ogni caso in Italia l’infibulazione è un reato, penso che rientri grosso modo nella categoria delle “gravi lesioni personali” quindi escludo che strutture pubbliche possano in qualsiasi modo collaborare. Certo che se si tratta di dare assistenza medica ad una ragazza che ha subito questa pratica portata al pronto soccorso, è un altro paio di maniche, e il reato sarebbe non prestarle le cure.
da Piergiorgio Welby
Caro Ceratti, ho frequentato il poligono di Velletri e quello di Tor di Quinto in Roma fin dalla più “tenera” età…mi creda, trascorrere un’ora steso su di un tavolaccio nel tentativo di piazzare quanti più colpi possibile in un diametro di pochi centimetri è un esercizio molto meno violento che scrivere in un blog. Una delle prime virtù sociali è tollerare negli altri ciò che bisogna proibire a se stessi.
Lo sento. Questi due prima o poi si sposeranno. (csf)
da Filippo Facci
Il Giorgio Goldoni – il quale ha scritto su questo sito che gli consta che alcune Usl forniscano assistenza all’abominevole pratica dell’infibulazione – non ha da chiedere di essere contraddetto circa tali generiche informazioni da lui fornite, bensì ha da argomentare più seriamente le cose che dice. Altrimenti, ha da tacere. Se mi fornirà indizo o prove certe di quanto sostiene, io ne scriverò e lo ringrazierò.
Ah, i bei tempi delle inchieste! Orsù Goldoni, non mi faccia il generico. Fornisca le prove di ciò che denuncia. Filippo lo conosco. Lei gli dà una mano e lui si prende il braccio. Farà un casino dell’ostrega. (csf)
da Santi Urso
Per carita’ scenda subito a valle! La solitudine delle vette la ossigena male: difatti sul complesso rapporto proteste-presadelpotere-rivoluzioni Lei delira. L’aforisma sulla rivoluzione non riuscita e’ gravemente tossico. Ed e’ pure infettivo. Non vorrei esagerare, ma Lei (dalla secchezza delle Sue affermazioni, cfr anche pollame, tirasegno, ecc) da’ l’impressione di non aver piu’ bisogno di antiribellotici bensi’ di un viaggio a Lourdes (chieda d’Alema come lettighiere).
L’ossigeno fa sempre bene, è il paludismo inciuciante dalemico che porta su cattive strade. (csf)
In effetti anch’io, come Macaluso, mi domando cosa mai potrebbe fare di buono un onorevole come Macaluso (o simile) all’opposizione in parlamento. E non so rispondere. Magari, provando con qualcun altro?Io ho in mente una lista lunga così di persone fuori dal parlamento che saprebbero benissimo cosa fare in qualità di deputati dell’opposizione e saprebbero rendere il loro contributo utile anche contro la più compatta e forte delle maggioranze. Esempi? Dei più poliedrici: Di Pietro, Bonino, Cofferati, Moretti, Strada, Coscioni ecc. ecc.P.S. E poi un conto è fare fatica ad opporsi, un altro è collaborare.
da Dagospia
Il 12 Dicembre tutto era pronto nel Qatar per la firma del mega-contratto di sponsorizzazione tra la Qatar Airways (compagnia di bandiera dell’emirato) ed il Milan: 50 milioni di dollari in 3 anni per la sponsorizzazione della maglia dei rossoneri di Arcore. Un incremento del 30% rispetto al contratto attuale con la Opel. In un periodo di vacche magre, sembrava troppo bello per essere vero. Infatti…Per poter concludere l’accordo Galliani aveva mandato il Milan persino a giocare un’insulsa amichevole contro il Qatar il 12 dicembre, facendo sobbarcare alla squadra un autentico tour-de-force che aveva stupito molti osservatori: 11 dicembre sera partita di Champions League a Dortmund; notte tra l’11 ed il 12 dicembre viaggio massacrante Dortmund-Qatar; 12 dicembre arrivo nel Qatar, trasferimento allo stadio e partita Qatar-Milan; 12 dicembre sera volo Qatar-Milano in vista della trasferta a Como giorni dopo. Ma soprattutto: 12 dicembre alle ore 18 firma di Galliani del contratto di sponsorizzazione con la Qatar Airways, con conferenza stampa successiva per annunciare l’accordo.Pochi minuti prima della firma ecco il colpo di scena: gli avvocati dell’emiro parlano di “piccole modifiche” da apportare al contratto nei giorni successivi. Roba di poco conto, si firma comunque prima di Natale. Galliani, uomo di mondo, fa buon viso a cattivo gioco, ricambia a denti stretti le cortesie ed i salamelecchi degli emiri ma in cuor suo ha già capito. Torna a Milano già furibondo. Infatti gli emiri non si fanno più sentire, e la “sola” è completa.In realtà gli emiri qatariani volevano solo sollazzarsi un pomeriggio sfidando con la loro nazionale i campioni del Milan nel loro giardino di casa: l’unica maniera per far volare lo squadrone rossonero fino in Qatar quando volevano loro (sembra che il 12 dicembre fosse il compleanno del figlio di un emiro) era tirargli un bidone da 50 milioni di dollari.
Claudio, hai ragione, però… Puoi dire quello che vuoi in favore di quello sport, ma c’è un però. E’ un fatto incontestabile che chi pratica il tiro a segno acquista una certa familiarità con le armi da fuoco. Siamo sicuri che se questa familiarità diventasse diffusa tra gli italiani sarebbe un bene? Non è forse preferibile il contrario? Certo, così ci va di mezzo uno sport innocente ma sinceramente chi se ne frega.
Sul chissenefrega sono assolutamente d’accordo. Ma non esiste nessun rapporto fra poligono e violenza. D’altra parte lo sai vero che ci sono milioni di persone in Italia che girano con un fucile e sparano? E non dentro i poligoni. (csf)