da Giorgio Trono
Claudio i tuoi commenti alle dichiarazioni dei pacifisti a senso unico sono stati fantastici. Sottoscrivo dalla prima all’ultima parola. Ce ne voleva per far fare a Casarini la figura del più savio!
da Giampaolo Antonelli
Volevo raccontarvi una cosa che mi è accaduta lo scorso sabato e di cui sarebbe meglio voi foste a conoscenza, visto che la polizia mi ha detto che si tratta della truffa del momento. Ho inserito il bancomat nello sportello per ritirare i soldi e lo sportello sembrava non riconoscere la carta, tanto che la schermata iniziale non si modificava. Ho lottato circa 10 minuti per riavere la carta, schiacciando tutti i tasti e dando botte allo sportello. Solo alla fine la carta è venuta fuori ed insieme alla carta si è rovesciata anche la mascherina nera con la fessura per infilare la carta. Attaccato allo sportello ho notato un’altra mascherina nera (quella vera). In sintesi la truffa si svolge in questo modo. La mascherina falsa viene attaccata sopra quella vera (e non si vede per niente). Attaccata alla mascherina falsa c’è una banda nera magnetica che va ad oscurare (una volta che la carta è inserita) tutte le cifre della carta: in questo modo lo sportello non riesce a leggere la carta e si blocca. Mentre tu lotti per riavere la carta, un tizio ti si avvicina e ti domanda cosa sia successo. Quando tu rispondi che il sistema si è bloccato, lui prima ti consiglia di provare a digitare il codice (e nel frattempo lo memorizza) e poi – saggiamente – ti dice di ripassare il giorno dopo direttamente in banca e di ritirare la carta. Tu ti allontani e lui sfila la seconda mascherina con tutta la carta. Quando sono andata a denunciare la cosa, la polizia mi ha detto che si tratta della truffa del momento. State attenti: se la carta si impalla, prima di andare via controllate la seconda mascherina Per fortuna nel mio caso la tessera è uscita per cui non mi è successo nulla.
da Cesare Giulio, Milano
Dice Raffaello Campagna della sinistra moderata: “Secondo me non siete più determinanti neanche alle riunioni di condominio…” E’ vero ! Questa e’ la democrazia. La maggioranza vince (anche se non sempre ha ragione). Pero’ noto che la sinistra non l’ha ancora capito. Pur avendo ragione, ha gia’ in passato perso le elezioni. Le prossime elezioni crede di vincerle solo perche’ dice delle cose giuste (cioe’ che Berlusconi ha privatizzato la politica, ecc.). Non e’ cosi’ , e’ necessario prendere piu’ voti della destra. E di questo passo ci sara’ un nuovo Nanni Moretti che dirà: “L’elezioni le abbiamo perse per colpa di Polito. O no?
Votare sì al referendum significherebbe irrigidire ancora di più il già mummificato mercato del lavoro e rendere peggiori le cifre citate da Ceratti. D’Alema o non D’Alema, non credo se ne avverta il bisogno. Una domanda a tutti gli amici di sinistra che animano questo blog: se una metà del tempo la passate ad odiare Berlusconi, l’altra metà la impiegate ad escogitare i modi per dividervi e litigare ulteriormente tra di voi? Dopo il referendum, cosa inventerete?
da Alessandro Ceratti
Bella intervista, mi è piaciuta. Ti devo dire che la Rodotà mi stava un po’ sulle balle, col suo cazzeggio professionale. Però quando poi ho letto: “Un editoriale di Pigi Battista non sarà mai ignobile come un articolo di Paolo Guzzanti…” mi son detto: “cavolo, la rodotà deve essere una persona in gamba, che varrebbe la pena conoscere”. Quando poi ho letto il suo giudizio su Gino Strada ho cominciato la costruzione di un altare in suo onore.
da Febe Cavazzutti Rossi.
Già fatto.Negli anni felici dell’apartheid in Sud Africa gli agenti turistici governativi propagandavano le bellezze del paese invitando a visitarle, offrendo tre bottigliette: una di acqua dell’oceano, una di sabbia delle spiagge e una di aria “la più pulita del mondo”! Io, che dal governo sud africano a quel tempo sono stata “banned” per 5 anni, le ho conservate.
Non capisco, proprio non capisco. Il signor Giulio Cesare (?!?) che sembra apprezzare Micromega e i girotondini poi preferisce come guida politica D’Alema & Co. Le due cose insieme non si tengono. Delle due l’una: o i girotondini hanno ragione, e pertanto la loro valutazione negativa sulla capacità politica della sinistra è condivisa, o hanno torto e quindi i riformisti sono ottimi politici. Oppure no, un’altra opzione c’è. Hanno ragione quando parlano male di Berlusconi e hanno torto quando parlano male di D’Alema. Ma questa possibilità è bruciata. Perché credere che Berlusconi sia cattivo e D’Alema buono è esattamente ciò che ci ha portato alla situazione attuale. E’ in base a questa convinzione che si sono svolte le ultime elezioni. E il risultato non mi sembra molto positivo.P.S. Lei afferma che non voterà questo centro sinistra? Bene, è comunque un passo avanti. Meglio che sostenere i traditori interni alla D’Alema.
di Emanuele Macaluso sul Riformista
L’onorevole Gianfranco Fini si è energicamente opposto ad ogni indulto o amnistia ai carcerati ed ha invocato la certezza della pena come fondamento etico della società. A Roma campeggia un manifesto di An che dice «No ai saldi sui reati, nessuno sconto di pena, no all’indulto». Nella stagione degli sconti, tratta i carcerati come un paio di scarpe. Una vergogna. Lo stesso Fini, invece, ha sostenuto con energia il condono fiscale che ha una immediata refluenza sul piano penale: gli evasori, che hanno sottratto miliardi di lire alle Casse dello Stato, saranno amnistiati. Chi è in carcere e ha in parte pagato, anche per reati minori, il conto alla società, non può ottenere nemmeno l’indulto. Due pesi e due misure. La destra italiana, dall’Unità d’Italia a oggi, ha cambiato nome, perde il pelo, ma non il vizio: populista, moralista, giustizialista, a corrente alternata, arrendevole con i potenti e intransigente con la povera gente. Dalla quale purtroppo spesso è votata.
da Sergio Pilu
Ecco, proprio questo ci voleva. Cosferatu e il lider Massimo a cercare di farsi le scarpe a vicenda, ed alcuni di noi che – non senza qualche ragione – si scoglionano e decidono di mandare tutto e tutti in mona. Cesare Giulio, io la penso al cento per cento come lei. Ma faccia uno sforzo, e – se necessario – si turi il naso. Potrebbe comunque valerne la pena. Saranno così altri ad avere la responsabilità di aver mandato tutto a puttane. E noi, a posto almeno con la nostra coscienza.
da Giuseppe Valicenti
Enrica Brocardo, sei un mito! La tua lettera valga da esempio per tanti che pensano di essere degli eroi, di subire sacrifici immani, di immolarsi per cause nobilissime e che perdono il senso della misura. Salvo poi ritrovarsi a dirigere per ritorsione qualche periodico alla moda. Senza offesa per nessuno.