da Gigi Forzese
E’ apparso e non era piu’ lui.Aveva qualcosa di diverso e non solo per il riportino digitale.Proprio faceva una impressione nuova questa volta.Non suscitava il solito senso di ribellione,questa volta appariva esagerato,estraneo,paradossale sguaiato nella sua falsa solennita’.L’indomani avrebbe portato l’Italia in guerra e lui si preoccupava dei casi suoi e ci teneva tanto a farlo sapere.E allora se glielo spostavano il processo era tutto ok?Allora sei scorretto.Se presenti istanza vuol dire che accetti la possibilita’ di una decisione avversa,altrimenti se vuoi star sicuro fai un colpo di stato e non hai problemi.Si domani c’e’ la guerra,potrei dire di no ma insomma a dir di si puo’ darsi che dopo a cose fatte porto a casa un po’ di roba.Quante analogie col regime originale.Anche quello volle buttarsi in una guerra “gia’ vinta” per partecipare dopo al banchetto dei vincitori.Poi non e’ andata esattamente cosi’.Non se lo ricordava,anche se lo ha fatto nel giorno della Memoria.
da Carmelo Schifano
Articolo 1°IO SONO SEMPRE INNOCENTE E’ IL GIUDICE CHE E’ UN CRIMNALE E CE L’HA CON ME.(non è mia ma di Vittorio Zucconi , giornalista di Repubblica, nella sua rubrica on-line “Il calcio in testa”)
da Giorgio Goldoni
Sono anch’io un vecchio lettore di questo prestigioso settimanale, che però è sempre stato più o meno prevenuto verso l’Italia e tutto quanto riguarda il nostro paese: per molti anni ciò è dipeso anche dalla sciagurata corrispondente romana dell’Economist, di cui non ricordo esattamente il cognome spagnoleggiante.Il Regno Unito vive da anni uno strano rapporto col nostro paese, di timore per la nostra inventiva e capacità imprenditoriale, attrazione per la nostra capacità di vivere bene, vecchi pregiudizi per es. sul nostro “papismo”, e più qui da noi il governo è forte e muscoloso (anche solo apparentemente) più l’Economist strilla e eventualmente torna a sventolare vecchie bandiere anti-italiane.
da Giuliano Vergnasco, Torino
Leggo dal Corriere della Sera il nuovo studio dell’Istat in cui si legge: “AUMENTO RETRIBUZIONI – Nell’intero 2002 le retribuzioni sono aumentate del 2,6%, rileva l’Istat. A dicembre le buste paga dei lavoratori dipendenti hanno registrato una variazione nulla rispetto al mese precedente e un aumento del 2,1% rispetto a dicembre 2001.”. Forse sono io che sono particolarmente sfortunato oppure e’ l’Istat che da i numeri, fatto sta che la mia retribuzione era a Dicembre 2001 di 1.376,69 euro e di 1.376.69 euro a Dicembre 2002. Chi mi svela l’arcano?
da Chiara Libero, Milano
Non vorrei sembrare intempestiva, ma visto che si è appena “liberato un posto” di senatore a vita, a me piacerebbe moltissimo vedere a Palazzo Madama Margherita Hack. Che ne dite? Che si può fare per sostenere la sua candidatura presso il Presidente della Repubblica?
Risposta al Sig. Plivelic: non è vero. Sono un vecchio ascoltatore, e continuo ad esserlo. Semmai , non è cambiato proprio nulla, e in particolare in quanto a musica classica alcuni autori sono assenti da sempre (Glueck, Lulli, ecc ecc). Magari radiotre è un pò meno faziosa, e programmi come “Primapagina” sono più accessibili per i meno omologati.
Non ascolto Radio Tre, quindi non sono titolato a dire la mia sui cambiamenti introdotti dal nuoco direttore Sergio Valzania. Forse hanno ragione quelli che dicono che il livello culturale si è abbassato, forse hanno ragione quelli che dicono che è uamentato il tasso di pluralismo. Ma almeno per ora l’unica cosa certa è che sono aumentati gli ascoltatori. Se questa è una cosa positiva o negativa io non lo so. Non mi dispiacciono le nicchie e so per certo che basta rendere una cosa meno elitaria per aumentarne il consumo. Però almeno una cosa sappiamo adesso: non c’è fuga da radio Tre. (csf)
da Luciano Caldirola
La reazione più comica è stata quella di Ignazio La Russa, il quale ora pretende energicamente le scuse di chi aveva detto che la Cirami era stata fatta apposta per i processi di Milano, mentre l’esito dimostrerebbe il contrario. Ora, a parte il fatto che questa ammissione era stata esplicitamente fatta anche da parecchi parlamentari di destra, ma il ridicolo sta in questa argomentazione: la Cirami non ha fermato i processi, quindi non era stata fatta per questo scopo. Sarebbe come se la Corea del Nord lanciasse un missile contro il Giappone e questo missile esplodesse in volo per un guasto: i generali coreani reclamerebbero a gran voce le scuse di quelli che pensavano il missile diretto in Giappone mentre, come tutti hanno visto, esso è stato fatto esplodere in volo per fare un esperimento. Ora che la Cassazione ha stoppato il missile della Cirami, La Russa dice che non era diretto al tribunale di Milano. Spero per lui, quando si ripete questa frase allo specchio, faccia fatica a non scoppiare a ridere, ma tremo al pensiero che invece sia convinto di quello che dice. Nel caso, si consoli: l’onestà intellettuale non è mica un obbligo.
da Il Riformista
Con franchezza dissento dall’editoriale del Riformista di lunedì sulla crisi irachena, dal titolo «Ma che può fare Berlusconi?». E nell’occhiello: «Iraq. La spaccatura dell’occidente è il vero rischio di questa crisi». Il riferimento è all’intesa franco-tedesca con cui si prendono le distanze dalla linea di Bush. Anch’io ho provato fastidio nell’assistere alla corsa provinciale dei dirigenti dell’Ulivo a mettersi subito sotto quell’ombrello. Ma se ogni posizione, pure opinabile, che si distacca da quella Usa viene letta come un pericolo e diventa inammissibile in nome «dell’unità dell’Occidente», non c’è altra scelta che seguire sempre, in ogni caso, Bush. Torna una logica, quella dei blocchi, che ebbe un senso (per il Pci fu rovinosa) negli anni della Guerra fredda, ma che oggi non aiuta l’Onu ad assolvere la sua funzione. L’aiuta invece l’Europa, che proprio lunedì ha assunto una posizione propria, che non è quella di Bush né quella franco-tedesca.
da Alessandro Ceratti
Ieri sera ho assistito a una conferenza di Travaglio. Ci ha raccontato che tutta la vicenda del tazebao anti-previti al tribunale di Milano è una bufala. Io, anche se fosse stata vera, l’avrei ritenuta irrilevante, senonché è completamente falsa. La foto incriminata era lì non tanto perché ritraeva Previti ma perché all’impiegata del tribunale che lavora in quell’ufficio era capitato di finire sul giornale in una foto che appunto la ritraeva nell’aula insieme a Previti e altri. E siccome era un po’ vanitosa aveva appeso il ritaglio alla parete, accanto ad altre sue foto in bikini durante le vacanze. Ma il peggio è questo, e mi piacerebbe che Facci potesse dirci qualcosa: “Il Giornale” pubblica una foto della parete incriminata, con l’immagine un po’ sfuocata e quindi con il testo illeggibile. Ma esso viene evidenziato e ritrascritto. Il brano parla del problema dell’ambizione in politica e del pericolo per essa derivante dall’affarismo. Il punto è che il brano della Repubblica di Platone era in un quadretto che stava lì da più di dieci anni e riportava un pezzo in cui Platone metteva in guardia dai pericoli dell’anarchia. Aveva poco o nulla a che fare con Previti e Berlusconi. Era un testo amato, diciamo così, dai magistrati di “destra”. Facci può promettermi che domani andrà a lamentarsi di ciò con Belpietro e gli chiederà di pubblicare una smentita?P.S. Oppure, in seconda istanza può scrivere in questo forum che purtroppo non può permettersi simili comportamenti? (non ho intenzione di fargli perdere il posto)