da Alessandro Ceratti
Anche io come Pilu credo che sarebbe meglio abbandonare i termini ormai obsoleti come “destra” e “sinistra”. La società è cambiata, riconoscersi in queste categorie ha poco più senso che riconoscersi nelle categorie di guelfi e ghibellini. Serve soltanto ad autoattribuirsi una patente di bontà e correttezza. Se non ci fossero questi problemi psicologici per esempio i diessini riformisti potrebbero smettere di proclamarsi di sinistra e quindi farebbero molto meno danni. Quanto poi al fatto che Gesù Cristo voterebbe Rifondazione Comunista o almeno DS, questa è una vera sorpresa per me. E pensare che io credevo che votasse DC! A parte gli scherzi, il tuo discorso, come puoi immaginare mi tocca molto. Però a questo punto è opportuno porsi una domanda. E che cosa voterebbe Maometto? Insomma con questo tipo di argomento si finisce per far saltare la distinzione tra fede religiosa e organizzazione laica di uno stato. E io credo, (insieme con te certamente) che invece le due cose vanno tenute ben separate.
Avevo solo detto che Cristo stava dalla parte dei bisogni prima che dei meriti. E che se destra vuol dire privilegiare i meriti sui bisogni, un cristiano non può essere di destra. Tutto il resto lo hai detto tu.(csf)
da Sergio Pilu
Sub, mi arrendo. Se anche una testa pensante come quella di Casalini decide di sostenere che “E’ indubbio che chi dice che destra e sinistra sono eguali sta soltanto facendo una poco limpida dichiarazione di voto a destra”, allora esco con le mani alzate, per citare il lider Massimo. Non senza dire che si tratta di una frase che, davvero, non fa onore all’intelligenza di chi la scrive, oltre ad essere anche un po’ offensiva (“poco limpida” è una bassezza, punto). Mi pare impossibile non notare l’esistenza di tante destre e di tante sinistre. Alcune “destre” sono distantissime da alcune “sinistre”, altre decisamente meno. Permettendomi una risposta sotto la cintola, dico che è indubbio che chi non nota questa differenza è un cieco massimalista manicheo (e chissenefrega per chi vota). Mi vergogno un po’ di quello che ho scritto, ma avevo bisogno di addolcirmi il caffè mattutino, e questa bassezza di ripicca è tutto ciò che mi è venuto fuori. Scusami Sub (e mi scusi anche lei, Casalini): giuro che sono un ometto migliore delle cose che mi capita di scrivere.
da avv.Lina Arena
-La invito a leggere l’ultima bustina di Minerva dell’Espresso.L’Eco nazionale rivela di essere un oculato maestro dei sovversivi di Cosenza. Non inganni il paradosso. E’ un modo per eludere le accuse di istigazione e nel contempo manifestare compiacimento per i modi sbrigativi adoperati.L’assenza di discussione e dibattito viene supplita dal vigore dei pugni chiusi e dagli slogans urlati col megafono.E’ l’ultima spiaggia per la classe operaia.
da Donato Troiano
Anch’io penso che sia sbagliato prendersela con D’Alema. Il governo D’Alema forse e’ indifendibile. Ma con lui non c’erano anche tutti gli altri: i Salvi, la Melandri, i comunisti italiani etc?.
da Fabio Sartirani
Caro Claudio, puoi chiarire meglio la tua posizione su Jannuzzi e sul reato di diffamazione? Tra le altre baggianate, nella sua carriera Jannuzzi ha scritto (su Panorama) che i magistrati Castrana, Dal Ponte e Borrelli si incontrarono in Svizzera per trovare il modo di arrestare Berlusconi. Naturalmente si scoprì che non era vero niente. E tu invece di invocare delle meritate sanzioni per un giornalista che una mattina si sveglia e si *inventa delle cazzate da codice penale*, invochi la cancellazione del reato di diffamazione a mezzo stampa? Va bene che hai in corso anche tu dei procedimenti, ma la giusta punizione per dei *bugiardi* come Jannuzzi è la radiazione dall’albo dei giornalisti e dalle fila del Parlamento. C’è un tempo per farne ed uno per risponderne. Io ho soltanto 20 anni, ma mi fa incazzare questa solidarietà corporativistica a prescindere tra voi giornalisti. Non è diversa da quella solidarietà politica che invoca l’immunità parlamentare e l’amnistia per Tangentopoli.
Niente di corporativo, perlomeno per quanto mi riguarda. Fanno ancora testo un paio di articoli scritti da me sulla Repubblica tanti anni fa in cui chiedevo la soppressione dell’Ordine dei Giornalisti. Nel merito: se un giornalista dà una notizia sbagliata è giusto che la notizia sia smentita, nello stesso punto, con lo stesso carattere, con la stessa visibilità della notizia. Fine. Possono i soldi ol a galera ridare l’onore al diffamato? Se poi c’è dolo questa è un’altra storia. Ma la diffamazione butta il bambino con l’acqua sporca. E’ rischiosissima. Pensa a tutte le volte che il diffamato è un giudice o un miliardario. Lo sai che la media dei risarcimenti stabiliti dai tribunali quando la vittima è un giudice è di 75 milioni mentre la media generale è di 20-30 milioni? Il risultato sai qual è? La giusta paura, l’autocensura del giornalista. Bisogna rendersi conto che la libertàdi stampa è un valore fondamentale di una società democratica e va difesa in tutte le maniere(csf)
da Primo Casalini, Monza
E’ indubbio che chi dice che destra e sinistra sono eguali sta soltanto facendo una poco limpida dichiarazione di voto a destra, ma la distinzione che fa Sabelli Fioretti fra quelli del bisogno e quelli del merito non mi convince. Probabilmente perchè credo al merito, ed al premio al merito. (…) Il merito è una cosa ed il privilegio un’altra, come sa bene quel signore che diversi anni fa portò al fallimento un noto cotonificio con novemila dipendenti. Drammi umani durati anni, mentre lui se la spassava in Libano. Ma anche a sinistra abbiamo i nostri guai: gli sfigati. Il bisognoso è una cosa, lo sfigato è un’altra. Quando ascolto l’ennesimo “Poverino!” rivolto ad uno che è perfettamente in grado di farcela, mi sento tory. Mi convince di più Marilyn Thompson, nella sua “Poesia per la mano destra e per la mano sinistra”: La sinistra penzola nell’acqua / La destra stringe i nodi / La destra fa il giuramento / La sinistra porta gli anelli / La destra vince, la destra perde / La sinistra tiene le carte.
Anche io sono per il merito. Ma prima vengono i bisogni se si vuole una società non solo giusta ma che funzioni.(csf)
da Barbara Melotti
Il Giornale di carta di oggi titola in prima pagina “Ciampi: basta barricate sulla devolution” (o qualcosa di assolutamente simile: l’ho colto all’una di notte in una rassegna stampa e mi scuso per eventuali imprecisioni). Come lo si interpreta un tale titolo? Senza ombra di dubbio come uno stop da parte del presidente all’ostruzionismo duro dell’opposizione. Ecco (http://www.quirinale.it/Discorsi/Discorso.asp?id=20961) il discorso integrale del Presidente: leggetelo e vedete se trovate nelle sue parole qualsiasi cosa che giustifichi una simile interpretazione. Mi chiedo, memore di alcune discussioni qui svolte, come si sentano quei giornalisti che rivendicano le proprie “differenze” rispetto alle testate su cui scrivono, che riconoscono “di parte”, quando la loro firma figura nelle stesse pagine dove in prima si sparano menzogne così evidenti. Menzogne, non faziosità.
da Paolo Pizzedaz
Carissimi, ieri sera nel delirio più completo causato da frigorifero semivuoto, ho improvvisamente avuto una ispirazione che neanche il cuoco Michele ha ancoraavuto: dal nulla si è creato il RISOTTO PA.PO.PO., dove PA sta per parmigiano, PO per porri e PO per porcini. Devo dire che il risultato non è per nientecattivo.Per 3 persone:250 grammi di riso vialone nano1 porro di medie dimensioni20 grammi porcini secchi80 grammi parmigiano grattugiato1 litro di brodo vegetale.olio di oliva, burro.
Tagliate il porro a listarelle e fate rinvenire i porcini in una tazza di acqua tiepida. Soffriggete il porro in una casseruola utilizzando olio d’oliva (q.b.), aggiungetevi il riso e fatelo tostare. Quando il riso è ben dorato aggiungete i porcini che avrete precedentemente strizzato. Aggiungete subito 1/3 del brodo vegetale, mentre il resto verrà aggiunto durante la cottura. Di tanto in tanto aggiungete un pizzico di parmigiano, mentre a fine cottura aggiungete una noce di burro e mantecate.Lo so che la mia descrizione della ricetta fa schifo, ma sono laureato in Economia e Commercio, non in economia domestica.Perché non usare qs. ricetta per l’incontro di Andalo?P.S.: AL POSTO DEL PARMIGIANO SI POTREBBE USARE LA PANNA.
“Il compagno di mezzanotte”di Silvia Balestra, Rizzoli, 12 euro.
Tre amici e una notte di ricordi. Torna Nina, la protagonista del primo romanzo di Silvia. Le ultime 330 battute:“Quanto alla povera testa di cazzo Palladimerda, fosse dipeso da noi, alla stregua del giovane Flaubert ne avremmo desiderato un giorno l’autopsia, poiché non ci andava a genio l’idea che potessero seppellirla ancora viva, ma – sono pronta a giurarlo in presenza di testimoni – avremmo assolutamente proibito che l’imbalsamassero”.
“Saporitissimo giglio. Aglio: storia, curiosità e ricette”di Miti Vigliero Lami, Marsilio, 12 euro.
E’ una nostra lobbista, che dire di più? Ma lo sapevate che l’aglio ha ispirato poeti e scrittori? Basti dire che Berlusconi lo odia. Le ultime 190 battute:“Per risultare più ricche le bruschette possono essere ricoperte di fette di pomodoro, anelli di cipolla, olive, acciughe, foglie di rucola, scaglie di scamorza affumicata e quel che si vuole”.
“Vita, morte e miracoli di un pezzo di merda”di Paolo Villaggio, Mondadori, 13 euro
Segnatevi la data. Paolo Villaggio morirà a Bonifacio nella notte fra il 14 e il 15 dicembre del 2002. Lo annuncia lui stesso. 75 battute a caso:“Tre anni dopo mi hanno detto che si era sposata con un dentista di Milano”
“La bombetta” di Emilio Giannelli, Marsilio, 9,90 euro.
Il disegnatore satirico del Corriere della Sera. Tutti i giorni in prima pagina. Una volta all’anno un libro. La bombetta è quella di Berlusconi. L’ultima battuta:“Scajola resta all’interno”. “Si vergogna a farsi vedere”.
“Come ci vedono gli stranieri”I dati degli Istituti Italiani di Cultura, di Mario Baccini e Arturo Diaconale, Centro Studi Stampa Romana Francesco De Sanctis, 12 euro.
L’immagine e l’identità degli italiani,antichi pregiudizi e nuove virtù. Le ultime battute del capitolo “L’Italia è fatta. Ed anche gli italiani”, di Artuto Diaconale:“Italiani vuol dire liberi. E la libertà non è solo una condizione ma anche una missione. Soprattutto in un mondo come oggi gravato dal rischio di un nuovo oscurantismo totalitario”.
“Giungenti mia, tra i vicoli e nel cuore”di Nuccio Mula, Aics e Regione Sicilia (prezzo sconosciuto)
Proverbi, modi, aneddoti, ricordi nel fascino di una parlata viva e antica. L’ultimo proverbio:“Zzoccu dici l’anticu nenti sbaglia (il detto antico non sbaglia mai)”
“Una vita in rosa”di Candido Cannavò, Rizzoli, 13,50 euro.
Autobiografia dell’ex direttore della Gazzetta dello Sport, cinquant’anni di storie sportive. Le ultime 79 battute:“Nel ricordo di Pedro, ciao a tutti. E se siete arrivati fin qui, tante grazie”.
“Non basta dire no”a cura di Franco Debenedetti, Mondadori, 15.60 euro.
Summa del pensiero riformista, tutto quello che di destra c’è nella sinistra. Le prime 160 battute della prefazione di Antonio Polito, direttore del “Riformista”:“Gli articoli che compongono questo libro a più voci portano le stimmate – mi pare – di una ferita non ancora rimarginata, di un profondo senso di amarezza”.
“L’agenda della Musica”della Banda Osiris
Più utile di un calendario della Canalis, più musicale di una Smemoranda, più divertente di una Memoplan. L’ultima battuta:“Perché è facile vedere una vocalist ferma davanti a una porta?” “Perché non trova la chiave e non sa quando entrare”.
“Kriminal tango”di Pier Mario Fasanotti e Valeria Gandus
I delitti del boom, dalla misteriosa morte di Mattei al caso Bebawi. Valeria è una nostra fedele lobbista inviata a Panorama. Dalla introduzione di Giorgio Galli:“I fatti di sangue perdono il loro carattere di occasionalità per diventare simboli delle fasi di trasformazione”
Sabato 21 dicembre, segnatevi questa data. Palacongressi di Andalo, segnatevi questa location. Sarà la prima storica convention del Pa.po.po, il partito popolar populista. Contemporaneamente si svolgerà anche la festa di Capodanno di Caterpillar, ma spero che non ci diano fastidio. Andalo diventerà un nome strorico, come Livorno, come Yalta, come il Midas, come la Bolognina, come il Palatrussardi. Eleggeremo gli area manager democraticamente (sorteggio? a caso? prepotenza? autopresentazione?) e soprattutto eleggeremo democraticamente e a suffragio universale per acclamazione il sub segretario (cioè io). Altre novità vi saranno comunicate in seguito. Per esempio il messaggio al popolo a reti unificate.
Claudio Sabelli Fioretti