Serata in una sala della Provincia di Trento ad ascoltare Gino Strada, il medico chirurgo fondatore di Emergency. Mille persone, molte delle quali fuori, sedute per terra nell’atrio, davanti a un improvvisato megaschermo. Ieri Gino era in Val di Non, insieme ad Alex Zanotelli. Altri mille ad ascoltarlo. “Opporsi alla politica degli Stati Uniti non è un dovere politico”, dice, “è un dovere morale”. E raccomanda a tutti di esserci il 10 dicembre, in 150 città italiane, a manifestare contro la guerra. Su Documenti, l’elenco, provvisorio, delle città.
Sergio Pilu
Caro Lanaro, Mario Placanica è innocente, almeno secondo il PM. (…) Secondo lei, lo Stato è colpevole della morte di un uomo, nella fattispecie Carlo Giuliani. Mi dica, la legittima difesa delle forze di polizia la cancelliamo del tutto, o solo in questo caso? Se l’estintore (non una margherita: ma lo sa lei quanto pesa un estintore?) fosse arrivato in faccia a Placanica – perchè tutto posso pensare, tranne che questa non fosse l’intenzione di Giuliani – non avremmo forse avuto un altro ventenne morto sull’asfalto di Genova? Se vogliamo sottolineare – fortissimamente – la responsabilità politica di uno Stato che ha militarizzato Genova, mi metto in prima fila, al suo fianco. Ma prendere la parte per il tutto è un atto di disonestà. Placanica era lì a fare il suo dovere, in mezzo ad alcune centinaia di mammolette. Lei è libero di pensare che il PM abbia truccato le carte per non dare responsabilità ad un uomo dello Stato. Io sono libero di dire che, se sostituiamo Pilu a Placanica, e Lanaro a Giuliani, temo proprio che l’esito sarebbe lo stesso, ed io mi riterrei innocente. Sarà perchè son figlio di carabiniere?
da Primo Casalini, Monza
BarbaraPalombelli ha scritto sul Corriere un articolo sulla verginità riscoperta come valore. E’ verissimo, è proprio un valore: c’era solo l’olio di ulivo extra-vergine e la pura lana vergine, adesso c’è la seta vergine, persino il lino vergine, la cera vergine ed il cotone vergine: tutta roba che costa di più perchè ha più valore. Fra l’altro che il cotone sia vergine non ci può credere nessuno, con quel nomaccio che porta. Ed i termini “novello”, “bianco” e “crudo” sono solo sinonimi dello stesso atteggiamento moralmente agrituristico. Mi sovviene che nella prima BUR (volume singolo lire 60, volume doppio lire 120 etc…) figuravano i gradevoli libretti di Roland, un naturalista in punta di penna. Questi, nell’osservare i primi giorni di vita di un non so quale insetto, diceva che “purtroppo” ad un certo punto l’insetto iniziava ad utilizzare lo sfintere e faceva la pupù. L’accettazione serena della corporeità è il prerequisito per vivere bene. Occorre abitare il proprio corpo, accudirlo quanto è necessario, non di più nè di meno. Ed ognuno/ognuna ha la sua soluzione, sempre provvisoria.P.S. X Sergio Pilu. Ha ragione, a volte divento apodittico, e me ne dispiace. Possiamo darci del tu, anzi del tè, come dicono a Modena?
da www.andersen.it
Il mensile ANDERSEN (www.andersen.it) nel numero di dicembre 2002 dedica un ampio servizio al confronto tra il film “Pinocchio” di Roberto Benigni e il libro “Le avventure di Pinocchio” illustrato da Roberto Innocenti.“Se non fosse stato realizzato tredici anni fa, il libro di Innocenti sembrerebbe ispirato al film di Benigni”, così l’incipit del servizio che mette a fuoco le tante analogie nell’ambientazione e nella scenografia tra le due opere.Il servizio, stimolato da una lettera aperta di Roberto Innocenti-pluripremiato autore italiano, definito dal New York Times “uno dei più grandi illustratori al mondo di libri per l’infanzia”, si conclude con il parere al riguardo richiesto a Paola Pallottino, massima esperta italiana di storia dell’illustrazione.Il raffronto tra i fotogrammi dell’opera cinematografica e le illustrazioni di Roberto Innocenti è assai significativo e porta a pensare che non si tratti di semplici coincidenze, soprattutto per l’invenzione di particolari che non vengono descritti da Collodi e che, creati per la prima volta da Innocenti, ricompaiono nel film di Benigni.“E’ malcostume culturale nel nostro Paese di scarsamente considerare l’opera creativa degli illustratori, sia che si tratti di libri per l’infanzia o d’altro”, così commenta Gualtiero Schiaffino, direttore di ANDERSEN. E prosegue “all’estero gli artisti dell’illustrazione hanno ben altra considerazione e tutela. Qui da noi chi fa illustrazione quasi mai viene considerato un artista: le sue invenzioni grafiche riprodotte su libri o riviste sono implicitamente materiale al quale ispirarsi liberamente. Viene da pensare che Benigni e il suo scenografo siano rimasti vittima di questa disattenzione”.La rivista ANDERSEN non è in distribuzione in libreria, ma si riceve solo in abbonamento o richiedendone una copia al numero telefonico, sotto indicato.Per informazioni: ANDERSEN – tel. 010.2510829 andersen@andersen.it
La segnalazione è della lobbista Miti. Che aggiunge: sai che ridere se Benigni vince l’Oscar per le scenografie? (csf)
da Francesca Artuso
Certamente non sempre mi trovo d’accordo con quello che leggo, ma questo non mi disturba affatto, mi piace veramente il modo simpatico e spontaneo e veramente intelligente con cui scrivi. Ci tengo però a precisare, ( mi ha ferito veramente ) che la persona di Massimo D’Alema, non si merita di essere definita un fantasma della sinistra , no , proprio no. Lui ha voluto fare le riforme come in un paese civile si dovrebbe fare. Io sono una cittadina qualunque, ma questo non me lo dimentico.Ricordo come la pensava. L’Italia ,diceva, ha talmente bisogno di un nuovo assetto istituzionale , che chiunque volesse impedirne l’attuazione si assumerebbe di fronte all’opinione pubblica una grande responsabilità e ne dovrebbe pagare poi le conseguenze. Chi ha fatto fallire la bicamerale!!!!!!!!! D’Alema??. Chiedo una risposta.Le conseguenze vogliono farle pagare a lui è giusto??? no! non è giusto. Onore a D’Alema che ci ha provato, maledetti tutti quelli che gli hanno sbarrato la strada.Ciao Claudio, è stato solo un piccolo sfogo, perdonami.
Quello che si contesta a D’Alema è aver creduto di essere furbo, aver dato fiato a un competitore creduto moribondo e avergli consentito di tornare forte ed arrogante. Riformare la giustizia insieme a Berlusconi. Non ti viene da ridere alla luce di quello che è successo poi? (csf)
dal Riformista
Più che gioire per la scarcerazione dei diciotto no global arrestati a Cosenza, noi inorridiamo. Inorridiamo per la detenzione punitiva e preventiva cui sono stati sottoposti, e per la quale evidentemente non sussistevano motivazioni giuridiche tali da essere accettate dal Tribunale del riesame di Catanzaro, che infatti li ha liberati. E inorridiamo anche per l’uso politico che di questa vicenda si sta già facendo da parte di chi proprio non riesce a non dare un colore a ogni atto della magistratura. La destra è solita – per le note ragioni – a comportarsi così. Ma una certa sinistra, quando è lei a reagire in difesa della propria parte, non è certo a meno. Ne consegue un insopportabile e macabro bilancino della giustizia. Secondo il quale i no global scarcerati pareggiano l’archiviazione del procedimento contro il carabiniere che a Genova uccise un no global, Carlo Giuliani.
Ai carcerati di Cosenza sono stati finalmente tolti i ceppi perchè le opinioni non sono mai reati,. non perchè le loro opinioni erano buone e «una parte della magistratura – come ha dichiarato ieri il diessino Folena – ancorata al rispetto dei diritti costituzionali» comprende meglio dell’altra che «quel reato accomuna milioni di persone: la volontà di cambiare il mondo». L’onorevole Pisapia di Rifondazione ha facoltà di pensare che «l’antagonismo sociale non è solo un diritto, ma spesso un dovere giuridico e morale»; ci corre però l’obbligo di informarlo che noi, che da quel dovere non ci sentiamo vincolati, non ci consideriamo per questo cittadini peggiori o più vili. Se si reagisce così, con il ricorso all’ideologia, ai fallimenti del nostro sistema giudiziario, possiamo abbandonare ogni speranza di riforma. Quello che non funziona è la giustizia, non la mancata educazione civica e politica dei magistrati inquirenti. Quando Nichi Vendola, sempre Rifondazione – si interroga «su chi e perchè si dedichi a tempo pieno alle intercettazioni ambientali, telefoniche e telematiche di migliaia di ragazzi e ragazze che hanno il torto di andare a cortei nei centri sociali», forse non lo sa ma si interroga sull’obbligatorietà dell’azione penale, e sulla facilità con cui diviene discrezionalità.
Se non si scende nel concreto delle norme e si butta invece tutto in politica, si rischia quel corto circuito che distingue tra «giustizia formale» – quando non ci piace – e «giustizia sostanziale» – quando ci piace. Per cui una sentenza è buona se scarcera i no global e cattiva se archivia l’accusa di omicidio contro il carabiniere che sparò a Giuliani. Per cui un processo non s’ha da fare, l’altro s’ha da fare ad ogni costo. Confondendo il processo che si farà – contro i responsabili delle violenze poliziesche a Genova – con quello che forse non si farà – contro un milite che ha agito per legittima difesa. A noi, più modestamente, ci basterebbe una giustizia sempre formale.
di Massimo Fini per la Nazione
Il Presidente Bush ha dichiarato che o Saddam Hussein presenterà entro domenica un rapporto completo sui propri armamenti «accurato, particolareggiato, completo e credibile» o gli Stati Uniti si riterranno autorizzati ad attaccare immediatamente l’Iraq. Ma chi può giudicare se quel rapporto è credibile? Solo gli ispettori dell’Onu che sono stati mandati in Iraq proprio per questo e che non termineranno il loro lavoro prima di febbraio. La dichiarazione di Bush quindi o è un nonsenso o se ne infischia di quelle ispezioni che proprio gli americani hanno così insistentemente chiesto. SEGUE SU DOCUMENTI
da Giorgio Trono, Bari
Qualcuno sul sito parlava di menzogne giornalistiche. Ne segnalo una: L’ Unità, in prima pagina, a proposito della scuola ricostruita a San Giuliano, parlava di “scuola di cartapesta”. Già: i computer in pasta di pane, i banchi di cioccolato, le lavagne di mattoncini lego. Falsità, non faziosità.
da Domenico Manaresi
La chiesa cristiano-cattolica afferma solennemente nel “credo” : “…credo la chiesa UNA ,santa….ecc.ecc.” Penso allora alla diversita’ di comportamento della gererchia nei confronto di personaggi quali 1)-milingo, 2)-baget bozzo, 3)-don vitaliano della sala e 4)-quel mio amicoDivorziato-risposato che non puo’ fare la comunione durante la s.messa ( solo per fare qualche esempio fra i piu’ attuali). Inevitabilre e la domanda:La chiesa cristiano-cattolica e’ davvero “una” anche in campo pastorale? Grazie fin d’ora a chi, piu’ esperto in teologia e meno eretico del sottoscritto, mi aiutera’ a comprendere e digerire questa (apparente?) contraddizione.Shalom-salam a tutti, ma proprio a tutti, compresi naturalmente il vescovo milingo, don baget bozzo, don vitaliano e il mio amico divorziato-risposato.
da Walter Lanaro
Cari lettori, Mario Placanica è innocente. Questa è la risposta che lo Stato ha saputo dare alla morte di Carlo Giuliani. Una risposta faziosa e poco credibile;una risposta che assolve totalmente lo Stato da ogni responsabilità, anche quella più palese come la morte di un uomo. Certo, Carlo Giuliani non era un santo,anzi tutt’altro. Ma non doveva morire “assassinato” da un colpo di pistola. Questo non è accettabile, qualunque sia il giudizio politico sul G8, dato da ciascunodi noi.