Ed io non ho parole. Quando muore una persona come lui, io mi dico sempre: “Dovevo andarlo a trovare, dovevo telefonargli, lo sapevo che non stava bene, non è giusto, sono un pirla”. Sono un pirla. L’ultima volta che l’ho visto era in giro come al solito per scuole, a predicare legalità. Nino era un santo laico. Quando mi hanno detto che era morto ero al dibattito con Santoro e Di Pietro a Trento su informazione e censura. Me lo ha detto Santoro e mi è preso un colpo. Poi subito dopo mi sono detto che dobbiamo continuare a fare così, a girare, a parlare con la gente, a spiegare perché la legalità è importante. Se lo faceva Nino che era vecchio e malandato lo dobbiamo fare noi. Per adesso non mi rimane che rimandarvi sui Documenti dove ho pubblicato l’intervista che gli feci una sera in un paese del Veneto, Martellago mi sembra, dove era andato per una conferenza, e il giorno dopo aveva una scuola e il giorno dopo un’altra scuola ancora. Non faceva altro e sono sicuro che anche adesso sta facendo la stessa cosa, sta convincendo tutti gli abitanti dell’aldilà che la legalità è indispensabile.
Claudio Sabelli Fioretti
di Matteo Campana
Noto con piacere che la pubblicità al sito che ha fatto stamattina il grande Dago in una notizia su Dagospia ha già avuto effetto: sono le 14.48 e ben 224 persone hanno dato il loro parere! Votate votate votate!!
VOTATE. (csf)
da Paolo Ferrario
Vedo che non compare d’alema. per me d’alema continua ad essere il migliore politico della sinistra. gli altri sono meteore che scompariranno nel giro di una o due stagioniMa so che lei non ha stima per d’alema.
Nuovo? (csf)
da Margherita Pedde, Sassari
Che fine ha fatto il Ministero degli esteri? E il nuovo ministro? Io non ho più visto né letto niente sulle attività di questo Ministero e dire che la politica internazionale è sempre in primo piano su tutti i tg e i quotidiani. Qualcuno ha una risposta da darmi?
da Piero Lint
‘Porta a porta’ del 4 dicembre. Letta (Enrico), Pecoraro Scanio, La Russa e Vito dibattono in studio il ‘Bignami di tuttologia’ presentato il giorno prima da Berlusconi, sotto l’abile regia di Bruno Vespa (vale sia per il 3 che per il 4). D’un tratto, La Russa, in vena di amarcord, narra di quando nei panni di avvocato difese un giovane dall’accusa di aver preso parte a una rapina per autofinanziare un gruppo delle BR. Il suo assistito fu l’unico assolto di tutto il gruppo. Si disse della sua bravura, certo; ma pare che i giudici ragionassero così: se a difenderlo è un avvocato dell’MSI, non può che essere innocente! Quindi – tira le somme La Russa vi dovete fidare di una devolution appoggiata da AN. Stranamente, il divertente racconto sparirà dalla versione televisiva del programma (sapete tutti, vero?, che Porta a Porta è registrata). Ne andava di mezzo l’immagine di sant’Ignazio o san Bruno s’è accaparrato l’aneddoto per il suo prossimo libro?
da Primo Casalini, Monza
Fino ad ieri andava così: lo stato gli pagava lo stipendio ed il vescovo decideva chi mandare ad insegnare e se mantenergli il posto o sostituirli con altri. Adesso, hanno una specie di articolo 18 super e nel tempo possono migrare ad altre cattedre. Ipotizzando che in Lombardia tutti gli studenti “chiedessero l’esonero”, come si faceva per ginnastica, gli insegnanti di religione avrebbero la possibilità di insegnare altre materie con precedenza su qualsivoglia precario. E sarebbero possibili anche slalom ben pilotati: il vescovo dice che quell’insegnante va sostituito con un altro e quello sostituito si avvale del super 18 e va ad insegnare latino al liceo con precedenza sull’universo mondo. Ben scavato, vecchia talpa! Non mi orizzonto fra comma e postille, ma mi sembrerebbe una opportunità molto buona per chi sarà lasciato a casa dalla Fiat, se i vescovi sono d’accordo.
da Manuela Faccani, Ravenna
Sabato 30 novembre, all’Assemblea dei Comitati per l’Ulivo, arrivati a Roma da tutta Italia – per metà sott’acqua – Francesco Rutelli afferma: “Siete un raggio di sole”.Mercoledì 4 dicembre, SUEZ (acronimo di Sezione Ulivo Extra Zone) – il primo Comitato per l’Ulivo online – viene sfrattata dal “sito ufficiale dell’Ulivo”, da dove fa iniziativa politica da un anno esattoSUEZ è poca cosa: 40 persone, circa, unite da un’idea di Ulivo che superi i partiti che lo compongono, per farsi soggetto politico unitario e fondato su regole democratiche di partecipazione. Non varrebbe nemmeno la pena di parlarne, non fosse paradigma di quanto l’Ulivo “ufficiale” dei partiti, mal tolleri l’Ulivo selvatico che germoglia inopinatamente nella società, al di fuori del controllo delle gerarchie, rivendicando autonomia di pensiero, spirito critico, intransigenza morale.Così, con atto unilaterale, si tenta di spegnere un raggio di sole.SUEZ naturalmente continuerà a vivere e crescere, in altri luoghi del web, affondando radici selvatiche nella società civile, e aprendo canali di comunicazione con comitati, movimenti, girotondi…Continuerà ad insistere, a proposito e a sproposito, nel suo essere troppo ulivista, per l’Ulivo.
da Marco Limido, Legnano
È vero, tutti noi (o quasi) tendiamo a farci influenzare dal fascino delle firme. Dobbiamo però tener presente che comprare un’automobile non è come comprare un bel vestito, in particolar modo per chi può permettersi una sola vettura. Dietro l’acquisto di un’utilitaria o comunque di un’auto di medie dimensioni (settore grazie al quale la Fiat campava), aspetti come il prestigio di una griffe passano decisamente in secondo piano, sovrastati da altre questioni quali il costo, i consumi, la sicurezza, etc. Le grandi marche europee (Volkswagen, Renault, Pegeut, Ford, Opel) che hanno tolto mercato alla Fiat nei segmenti medio-bassi hanno basato su questi aspetti la loro forza d’impatto sul pubblico. Il marchio Ferrari è il marchio automobilistico più noto al mondo, su questo non ci piove, ma esso esso è comunque il simbolo di una industria tutto sommato contenuta rispetto ai colossi appena citati, il segno di un’azienda che lavora su di una scala relativamente piccola. Se si vuol fare rinascere la produzione di corso Marconi, bisogna prima prima rivoluzionare i modelli che si producono, per renderli davvero competitivi rispetto a quelli esteri, perché a mettere il Cavallino rampante su delle auto di modesto valore si fa solo la figura dei taroccatori, oltre che (cosa gravissima), coprire di ridicolo un simbolo glorioso, quello dell’unico autentico mito italiano del XX secolo.
da Santi Urso
Mi scusi, ma a che serve un sondaggio? Con tutto il rispetto per Cofferati (che in quella compagnia ci sta come Farinata), il leader della sinistra e’ Berlusconi. Del centrosinistra potrebbe essere D’Alema. Perche’ non mette da parte irrisolte questioni private, e non glielo chiede? Aiuterebbe anche gentili corrispondenti a non credere nel “fiuto politico” che, come Lei sa, come senso non esiste. Noto peraltro, con senile compiacimento, che il buon nome di D’Alema viene difeso in un significativo numero di interventi. Suo immarcescibilmente dalemico
da Riccardo Usubelli
Caro Sabelli, ritornando di nuovo sul dibattito tra te e Fabio Sartirani sulla diffamazione a mezzo stampa, voglio, ovviamente propendendo per le tesi di Sartirani, spostare i riflettori su una questione che sorprendentemente non è stata ancora accennata. Jannuzzi diffama le persone perchè è un diffamatore nato, oppure perchè lo paga e glielo ordina qualcuno? Jannuzzi scrisse che il giudice Falcone era a capo della mafia giudiziaria perchè ne era realmente convinto oppure perchè qualcuno che evidentemente era urtato dalle indagini di Falcone gli aveva commissionato l’articolo? Comunque sia la giusta punizione per i diffamatori è sia l’ammenda pecuniaria che la smentita a caratteri cubitali.