da Primo Casalini, Monza
Garantisco sulla testa della mia amata e nerissima gatta Fascistona (di nome e di fatto), che la frase sul fare del bene non mi piaceva anche prima di leggere il nome dell’autore. Tutti noi, ogni tanto, abbiamo avuto l’esperienza di “stare veramente bene dentro”, quel senso di appagamento senza che nessuno ci abbia pagati. Lo stato di grazia: un satori sportivo, woytilesco, e chi più ne ha più ne metta. In quel momento, chi entra in rapporto con noi lo avverte, e sta meglio pure lui. Gesù, ragazzo molto sveglio, lo dice pure nel Vangelo, col confronto fra Marta e Maria. Milano è piena di gente che fa del bene, dalla tazzinetta benefica alla Befana del vigile. C’è, a volte, un volontarismo usato come scorciatoia risolutrice dei propri problemi. Così, il panino che danno non è gratis, perchè chi lo riceve lo fanno sentire in debito. E nessun debitore ama il creditore. Da cui, la ricorrente deprecazione: “Una buona azione non rimane mai impunita”, tipica di chi dà panini in cerca di gratitudine. Mentre chi sta bene dentro, non ha bisogno della coperta di Linus della gratitudine, ed il panino lo dà gratis. Ma come si fa a star bene dentro? Suggerirei la considerazione di un mio amico: ci sono due tipi di problemi, quelli risolubili e quelli irresolubili. Quelli risolubili sono i problemi veri, gli irresolubili sono i falsi, di cui ogni dì ci oberiamo da soli. Fine dell’omelia.
da wittgestein.it
Come a Natale, tutti si vogliono più bene. Ma non possiamo farlo venire più spesso, questo papa?
da Vittorio Grondona
I numerosi interventi sul caso Vattimo/Merlo, quasi tutti concordanti con Merlo, mi hanno indotto a rileggere con più attenzione entrambi gli articoli. Ora sono ancora più convinto della coerenza di Gianni Vattimo. Le note sfumature della complicata vicenda Sofri mi hanno aiutato a consolidare definitivamente la mia convinzione. Devo dire per contro che l’interpretazione di Merlo mi è sembrata in seconda lettura addirittura superficiale e priva di idee: è una semplice analisi logica, peraltro completamente errata. Le interpretazioni delle diverse frasi non si avvicinano per niente al pensiero reale di Vattimo. Certo che se Sofri decidesse ora di non essere più coerente con le sue convinzioni è liberissimo di farlo. Nessuno umanamente potrebbe fargliene colpa. Ribadisco però il concetto che il caso Sofri, come del resto tutti i casi analoghi al suo, dovrebbero essere risolti direttamente dallo Stato, anche senza coinvolgere per forza la volontà del detenuto. Come non si chiede il parere dell’interessato per sbatterlo in galera, non si dovrebbe nemmeno chiederlo per metterlo fuori!
insomma, claudio, chi cazzo l’ha detta quella frase ??? sono andata su documenti, ma niente. eppure avevi promesso certo, non l’avevi fatto nel salotto di vespama avevi promesso stai sempre di piu’ diventando un vero capo politico…….
Un subsegretario mantiene sempre le promesse perché il popolo non può aspettare. Vai, miscredente. (csf)
da Fausto Cerulli
caro Claudio, mentre il Papa chiedeva indulgenza ( ma una volta non la dava lui?) per i detenuti, il Procuratore della Repubblica di Potenza chiedeva alla corte di appello di condannare il cardinal Giordano d’infausta memoria alla pena di mesi otto di reclusione per appropriazione indebita di 600 milioni di vecchie lire. E, nel corso della sua requitoria che quasi certamente gli costerà quanto meno un trasferimento, ha precisato che il Sacro Imputato non meritava le attenuanti generiche per i suoi precedenti immmorali in materia di usura, che non sono diventato precedenti giudiziali solo graze ad’una Provvidenziale Archiviazione. Secondo te, esiste un qualche nesso tra i due episodi? Grazie, tengo molto al tuo parere.
No, secondome no. Ma ho notato una certa disattenzione dei mezzi di comunicazione sull’argomento (csf)
da Sergio Pilu
Posso? Posso ricordare a Natalino che uno degli sport preferiti di noi “sinistri” è quello di farci le pulci da soli, e quindi il suo è tempo perso, nonchè sottratto ad attività nelle quali riesce meglio (scrivere poesie, ad esempio)? Posso dire che se i giornali della destra ospitassero un decimo degli articoli di autocritica – persino masochistica – che abbondano su quelli della sinistra, avremmo una destra alla quale noi “sinistri” potremmo portare rispetto? Posso candidarmi per il premio “Banalità dell’Anno 2002”, sostenendo che Burlando non cancella Lunardi, De Benedetti non cancella Berlusconi, e che – anzi – i Lunardi ed i Berlusconi dovrebbero solo far incazzare i Russo e gli Arena, perchè si dimostrano allo stesso livello di chi li ha preceduti? Posso? Ma sì, dai.
da Barbara Melotti
Leggo con rispetto quanto ci scrive Luca Sofri. Una cosa vorrei chiedergli: i dibattiti pubblici, come questo, sono in qualche modo d’intralcio alla causa di suo padre? Se sì, ce lo dica. Oppure ritiene che il pubblico dibattito debba essere limitato solo ai perfettamente informati, mentre i “discorsi da bar” come i nostri debbano farsi solo al bar, appunto? E non è importante sapere quello che la gente al bar comunque dice e pensa? Se questo è il caso, e rispetto l’opinione, mi permetto solo di fargli notare come i dibattiti organizzati da altri media, con ben diversa audience, non paiono poi molto più informati, molto più rispettosi, né i vari esperti, o pretesi tali, presenti meno pronti a sparare cazzate.Il fatto che Claudio abbia dovuto sollecitare più volte la partecipazione al sondaggio può essere certo interpretata in due modi: disinteresse o profondo rispetto, proprio quello invocato. Io propendo per il secondo.Mi accorgo di non aver mai espresso la mia opinione diciamo così processuale: io penso che Adriano Sofri sia penalmente innocente. Questo basta e avanza perché debba essere scarcerato e non inficia in alcun modo il mio rispetto per la magistratura alla quale è dovuto il riconoscimento della buona fede, non quello dell’infallibilità. Qualsiasi altra considerazione non è di mia, né di altrui competenza.Avrei alcune domande, abbastanza tecniche, che vorrei rivolgere, a Fausto Cerulli ad esempio. Le mie poche e ormai antiche conoscenze della legge mi suggeriscono alcune premesse che inficiano grandemente le sentenze di colpevolezza, e che vorrei sapere quanto fondate: tutte le istanze dei processi Sofri si sono svolte col vecchio rito, quello ante “giusto processo”, come credo? in quel contesto avevano una rilevanza prevalente e spropositata le testimonianze dirette rispetto ai riscontri oggettivi? Il nuovo rito ha ribaltato, o almeno posto sullo stesso piano, il rapporto di rilevanza fra le due tipologie di prova? E, se quanto detto prima è vero, i giudici di un ipoetico processo svolto col nuovo rito non avrebbero dovuto giocoforza assolvere?
da Christian Migliorati
Va bene soffrire, ma essere perseguitati pure al bar in un momento di relax, proprio no!Mi imbatto infatti in un nuovo tipo di bustina di zucchero, dedicata ai “Mini Detti”.Il detto della bustina che prendo a caso per zuccherare il mio caffé è il seguente: “Nessuna legge è abbastanza comoda per tutti”.Sarà…
da Tito Schipa Jr.
Ho la chiara sensazione che se il Papa avesse detto in parlamento “… e ricordate di mettere la maglietta di lana e di spegnere la luce quando uscite” oggi leggeremmo sperticati elogi. Sublime profondità, illuminati pareri sulla medicina avanzata e sull’economia globale. A Napoli dicono: “Fatte ‘o nomme e futtitenne”.
Sergio Pilu
Ceratti, ma perchè mai Sofri dovrebbe chiedere la grazia? Per dimostrare che accetta l’autorità dello Stato e dei suoi tribunali? Ma non l’ha forse già fatto andando nei tribunali stessi ed entrando in carcere a sentenza definitiva emessa? Se poi Sofri vuole chiedere la grazia o meno, questa è tutt’altra faccenda. Che la chieda o non la chieda (per inciso, sono fatti suoi: e noi faremmo bene a ricordarcelo, smettendola di fare i maestrini alla Vattimo – o alla Ceratti – dicendogli che cosa deve o non deve fare), Sofri si è comportato, nei confronti dello Stato e delle sue leggi, in modo molto più dignitoso di tanti altri soggetti: Toni Negri è un nome che ricorda qualcosa a qualcuno?