da Giselda Papitto, Roma
Sempre mi chiedo, talora anche su questo blog, che fine abbiano fatto le inchieste nel giornalismo italiano; ho lanciato provocazioni, sassi, anche di recente, ma i giornalisti e i loro direttori hanno il culo di pietra e non raccolgono. Dov’è finito il dovere primario dell’inchiesta vi chiedete? Io me lo chiedo con voi e speriamo che ci seguano in molti. Secondo voi i giornalisti si considerano lavoratori? Secondo me no. Loro sono giornalisti. Antico il loro detto: sempre meglio che lavorare. Avrei voglia di continuare ma temo che CSF sia un po’ severo e mi taglierebbe. Spero che fin qua me la passi. RESISTERE, RESISTERE, RESISTERE.
da Barbara Melotti
Csf a proposito di Facci: “Uno di sinistra non avrebbe saputo scrivere meglio”.Facci scrive: “I primi [magistrati] avevano asservita tutta la stampa”Anche passandogli, con qualche fatica, tutto il resto come in buona fede, come può dire che il coro generale di peana ai magistrati di mani pulite fosse frutto di asservimento ai loro voleri? Con quale potere d’imperio? E dimentica che al coro non sono certo mancate le autorevoli voci dei leader politici dell’attuale maggioranza, inquisiti compresi? Lui dov’era, in Marocco?
HO PERSO L’ELENCO DEI LOBBISTI CHE ME LE AVEVANO CHIESTE. CHI VUOLE LA MITICA MAGLIETTA PUO’ ESSERE COSì CORTESE DA RICHIEDERLA? grazie (csf)
da Carlo Vignato, Nanto (VI)
Rispondendo a Patrizia Fiorucci hai scritto: “Non pensi che tutti gli intelligenti stanno a sinistra e tutti gli stupidi a destra. Non è così, mi creda.” Anch’io la pensavo come te prima che Berlusconi si buttasse in politica.
da Alessandro Ceratti
Facci ti è simpatico? Buon per te. Se la sua compagnia è gradevole allora fai bene ad andarci a cena. D’altro canto si discute con chi non è d’accordo con noi, se no non c’è nulla da dire. Io leggo poco “Il Giornale” e dopo il recente episodio di Guzzanti-Telekom Serbia ho deciso di non leggerlo più. Non vale prorpio la pena. Se non per capire quali panzane decidono di raccontare ai loro. Filippo Facci dunque lo conosco poco. Mi ricordo un suo pezzullo in cui riesumava uno scritto di un magistrato del pool perlomeno degli anni ’70. E che sarebbe servito a dimostrare che già da allora il progetto delle toghe rosse avrebbe cominciato a prendere forma. L’articolo stava attaccato con lo sputo. Ogni singola parola avrebbe avuto bisogno di rettifiche e precisazioni. Sinceramente i bravi giornalisti me li immagino diversi (magari con un doppio cognome). Comunque, visto che lo incontri, fatti spiegare da lui come sono andate le cose sul formidabile scoop di Telekom Serbia. Tu eri via, ti sei perso la diretta. Vale la pena di guardare la differita. (i due numeri significativi del giornale sono del 19 e del 21 settembre)
da Anna Palombo
caro claudio, bentornato. Per quel che mi riguarda, la crisi di identita’ e’ cominciata ormai da molti anni. E certo il contesto non aiuta. Le osservazioni di Bocca sullo yacht di D’alema, lo stesso che si fapubblicare i libri dal cavaliere, Benigni che fa distribuire il suo nuovo film dalla Medusa, perche’ e’ una grande societa’ di distribuzione. Sonotempi di confusione… una volta era cosi’ netta la linea di confine,adesso occorre ogni volta fare dei distinguo, esaminare il comportamento dei singoli, ilsenso di appartenenza e’ ormai perduto per sempre. Parlo da un osservatorio privilegiato quale e’ la Rai, in cui i danni degli amministratori – di destra – vanno sommati a quelli fatti daiprecedenti – di sinistra. Facci e’ sicuramente un giornalista onesto… e poi su Previti e’ difficile non essere d’accordo.saluti dal fronte.
da Patrizia Fiorucci
Ma lo sa caro Claudio che forse non è poi così di sinistra come pensa? frasi come ”Uno di sinistra non avrebbe saputo scrivere meglio ” oppure ”nessuno è mai contento dileggere articoli contro di sé, ma voi lo sapete, io sono un esibizionista, godo anche quando qualcuno mi critica” sanno tanto di ”molti nemici molto onore” ecc.ecc
Patrizia, sveglia, si goda la vita e soprattutto non pensi che tutti gli intelligenti stanno a sinistra e tutti gli stupidi a destra. Non è così, mi creda. (csf)
da Primo Casalini, Monza
Una volta c’erano i Gesuiti. Talmente fedeli al Papa da dire dieci anni prima quello che il Papa avrebbe detto dieci anni dopo. Preti col Master (quattro anni di studio in più). Scrittori, pittori, matematici, scienziati. Leggete Daniello Bartoli, se non l’avete già fatto. Donavano orologi all’imperatore della Cina, ma gli orologi li costruivano loro, non li compravano in via Condotti. Confessori di re e di regine, nei periodi in cui avevano molto da confessare, poi arrivavano i giansenisti. Globalizzatori: India, Cina, Giappone, Brasile, Paraguay, dappertutto. Odiatissimi: le pagine più belle Pascal, Saint-Simon, Stendhal le hanno scritte contro di loro; non le avrebbero scritte, altrimenti. Comunicatori straordinari, con gli Esercizi Spirituali (altro che omelie!) e gli affreschi dei soffitti delle chiese. Santi Urso dimentica D’Alema guardando il soffitto del Gesù o quello di Sant’Ignazio. Cacciati dai giapponesi, dagli Asburgo e dai Borbone. Ringhiosamente antisemiti e martiri a Nagasaki ed ad Auschwithz. Terribile grandezza, insomma. Oggi abbiamo questi qui, con i loro ombrelli bianchi in Piazza S.Pietro e che convertono quelli degli attici, lasciando le portinaie ai testimoni di Geova. E vabbè. Sono tempi così.
dai lavoratori della 7
E’ da un anno che si sta attuando lentamente la morte per consunzione dell’emittente LA7 senza che se ne sappia niente in giro.O almeno facendo finta che non se ne sappia.Dov’è l’opposizione in crisi di visibilità sui TG nazionali?Perchè non alza nemmeno un dito per un’interrogazione parlamentare?Dov’è finito il dovere primario dell’inchiesta giornalistica che dovrebbe andare a caccia di scoop o casi scottanti per informare la pubblica opinione?E’ in atto un processo di outsourcing che sta lentamente depauperando la struttura interna de LA7 per ridurla, entro un anno, ad una scatola vuota tanto da farla arrivare fino alla scadenza della concessione governativa senza dover dare tante spiegazioni che creerebbero il “caso”.Abbiamo bisogno del sostegno della rete per un tam tam sempre più pressante da trasformare in un boato che renda manifesto questo progetto subdolo di riduzione sempre più oppressiva del pluralismo nell’industria televisiva.Il processo di cui sopra comincerà ad essere operativo dal 1° Dicembre 2002 con il passaggio di una prima quota di impiegati del settore amministrativo in una struttura interna alla TELECOM creata appositamente per giustificare questo taglio del personale a cui seguirà il settore dell’ufficio del personale e via via tutti gli altri settori che verranno distintamente accorpati ad altre strutture del Gruppo che come tutti sanno comprende molte aziende (TIM, BUFFETTI, FINSIEL, DE AGOSTINI, SEAT, VIRGILIO, MATRIX, BLU e via discorrendo appresso).PREGHIAMO TUTTI COLORO CHE LEGGERANNO QUESTO NOSTRO APPELLO DI DIFFONDERLO IL PIU’ POSSIBILE PER AIUTARCI A RESISTERE, RESISTERE, RESISTERE!!
Signor Urso, lei che è un estimatore, mi sa spiegare che cosa ci faceva D’Alema alla cerimonia di santificazione di Escrivà de Balaguer? Non ha cariche istituzionali, non risulta neppure essere cristiano, che cosa diavolo ci faceva? Si metteva in mostra?