da Alessandro Ceratti
Ok, Welby, accetto la sfida. L’insigne prof. Gazzaniga (con la Z non con la S, controlli -ma forse è solo errore di battitura) sostiene che utilizzare le cellule staminali è lecito perché assolutamente prive di sistema nervoso, di cervello. In primo luogo le dico sinceramente: se ciò fosse vero io per primo sarei contentissimo. Poter finalmente sperimentare in santa pace in un campo così promettente. Che bellezza! Si può sperare ragionevolmente che tra qualche anno la medicina sappia curare malattie finora senza speranza. Adesso viene il problema. Poiché chi è privo di cervello è assimibilabile a persona morta mi sembra doveroso procedere, quando possibile, all’espianto di organi in tutti i bambini anencefali. Non sono numerosi, ma sono comunque sempre troppi. Sottoscrive Welby? Espiantiamo?
da Filippo Facci
Egregio Sabelli, dica al signor Primo Casalini di Monza (mia città natìa, purtroppo) che ne riparleremo dopo che sarà capitato anche a lui di ricevere le pressioni che ho ricevuto io (i miei superiori) per la maniera in cui mi sarei proiettato verso obiettivi che, a dire di Casalini, mi accomunano a Previti medesimo. Gli dica che di essere stimato a trecensessanta gradi me ne sbatte meno di zero – tantomeno dai presenti di questo blog, che non è un blog – e che considererei tale evenienza – la ricerca del consenso purchèssia – il più allarmante e biagesco dei segnali. Gli dica che ho scritto quella cosa rigorosamente per me – aspettavo da anni un’occasione del genere – e che Mastro Ferrara nella circostanza si è dimostrato sostanzialmente un paraculo. Dica alla signora non-mi-ricordo che all’asservimento della stampa e dei politici a Mani pulite ho dedicato trentamila articoli (qualcuno l’avrà letto anche Sabelli) e praticamente un intero libro scritto non in Marocco, ma nel sudamerica in cui era ridotta l’Italia. Dica infine a Sabelli che su Chiara Moroni egli ha scritto delle falsità e punto, a tratti delle infamie mitigate solo dalla scarsa conoscenza dell’argomento che ha cercato maldestramente di maneggiare, e del quale purtroppo io sono un tignoso e piccolo accademico. Gli dica che non mi sono mai adontato perchè lui taceva ai miei attacchi – del cui contenuto ha comprensibilmente tenuto all’oscuro i suoi lobbisti – bensì è stato Pierluigi Battista, sulla Stampa, a chiedersi – retoricamente – se non fosse forse il caso che si appurasse chi dei due aveva scritto il vero. Gli dica, circa i miei attacchi troppo presuntamente personali, che per me certe questioni sono assolutamente personali, altrimenti avrei seguitato tranquillamente ad andare a cena non tanto con Sabelli , ma addirittura con Previti.
da Gianni Guasto
Caro CSF, non so chi sia questo Facci, perchè non leggo il Giornale. Anche perchè potrebbe capitarmi di trovarvi la firma di Renzo Foa, e la cosa mi addolorerebbe.Devo dirle che la sua lettera mi ha ricordato certi corsivi dell’Unità in cui Fortebraccio dichiarava la sua stima per Montanelli. Allora non capivo, poi, quando il gioco si fece duro e i duri incominciarono a giocare, capii quanto avesse avuto ragione.Mi stia bene. Mi è mancato.
da Elisa Messina
Ha ragione l’amica Palumbo dalla Rai. Sono tempi di grande confusione, di crisi di’identità. Ma forse se fossimo in un paese davvero libero non ci si dovrebbe stupire se Benigni distribuisce con Medusa e Bocca pubblica con Mondadori. Ennio Carretto sul Corriere di oggi ci racconta che le tre principali tv americane (Abs, Nbc, Abc) si sono rifiutate di trasmettere in diretta il discorso di Bush contro l’Iraq. Non per posizione politica, piuttosto per una semplice motivazione commerciale: le otto di sera sono l’ora degli spot pubblicitari più costosi e loro non se la volevano giocare. E forse anche perché tra poco ci saranno le elezioni parlamentari e negli Usa la par condicio è una cosa seria, fa notare Carretto. Insomma, libere scelte di una libera tv (commerciale) in un libero stato (democratico). Altri mondi… Sono amareggiata per l’affare La 7. Ma è l’ennesima conferma che l’economia di mercato qui non esiste.
da Giorgio Goldoni
Disastri grandi e piccoli per la sinistra, che si rifiuta di ascoltare la voce dell’uomo della strada (ci sono le ricerche di mercato che eviterebbero sconfitte e figuracce).Ultimo in arrivo:gli Italiani vogliono mantenere il nome di piazza della Vittoria a Bolzano e non vogliono cambiarlo in piazza della Pace, come vuole il sindaco ulivista: un referendum ha dato il 63% dei voti a favore del primo nome.Ma occorreva un mago per capire una verità così elementare?
da Piergiorgio Welby
“Inizialmente è blastocisti, un ammasso di solo 14 cellule senza un sistema nervoso, senza un cervello.Utilizzare le cellule staminali embrionali è la stessa cosa che utilizzare cellule di persona morta.” Queste sono le dichiarazioni del Prof. Michael S. Gassaniga, direttore del centro di neuroscienze del Darmouth college di Hannover U S A e membro del Comitato di Bioetica istituito da Bush. La pensano allo stesso modo la Montalcini, Dulbecco, Veronesi…tutto bene allora, ecco affacciarsi una speranza per i malati di Alzheimer, gli SLA, i DMP…ecc. No, niente da fare nel Comitato di bioetica è prevalsa la tesi del signor Sgreccia: “l’ablazione della massa cellulare interna (ICM) della blastociste, che lede gravemente e irreparabilmente l’embrione umano, troncandone lo sviluppo, è un atto gravemente immorale e, quindi, gravemente illecito”. No, il signor Sgreccia non è un Nobel, non è un ricercatore, non è uno scienziato…è un Monsignore ed è convinto che tutti gli uomini possiedono mezza verità e lui soltanto una verità e mezza.
da Primo Casalini, Monza
Sabelli Fioretti, l’umana simpatia verso Filippo Facci le fa onore, ma non credo sia la più appropriata chiave di lettura. Il Facci l’avevo già sgamato al tempo dei satori. Ricorda? Creava dei koan inesistenti: TG1 vs TG5, ad esempio, o Peppone vs Don Camillo. Che poi sono l’istessa cosa, e la risposta ha da essere “gerani nel terrazzo”. Nel suo articolo non vedo gerani, nè anemoni, nè begonie, ma il perseguimento di un obiettivo: Boccassini-Previti= 0 a 0. Una qualche differenza fra le due squadre io la noto. Ma si sa, il 14 settembre non ero alle prese con registratori, canovacci, Barbera e pesce, natura morta degna di Bacon. Cercavo invece una girandola a righe bianco-azzurre, ricomparsa qualche giorno dopo per mano di una gentile amica. A Previti dello sfogo del Facci non importa, proiettato com’è verso un solo obiettivo: indovini quale. Anzi, gli seccherebbe pure una immagine diversa da quella consolidata negli anni, che impropriamente il Facci cerca di addolcire, malgrado il Barbera. E’ un duro mestiere quello di mettere d’accordo la capacità di scrittura (esistente fuor di ogni dubbio), con l’appartenenza editoriale, la giovine età (gran bella cosa!), l’ambizione vigorosa ed il desiderio di essere stimato a trecensessanta gradi. Il satori di tutto ciò è il frondismo del Foglio: ossequio di sostanza ed aceto superficiale. Molti continueranno ad abboccare alla lenza di Mastro Ferrara, capace di pubblicare per esteso sul Foglio il recente discorso di Berlusconi in parlamento. Ma chi l’ha scritto quel discorso? Balzac stupirebbe.
da Andrea Pini
Sono perfettamente d’accordo con quello che dice Ceratti, infatti penso che non si possa essere grandi giornalisti e scrivere per un quotidiano che ha fatto degli scoop vergognosi che hanno dato il via ad una campagna di stampa strumentalizzata dalla destra e che ha offeso persone oneste.
Andrea, ti sbagli proprio. Un giornalista non può essere responsabile di tutto quello che scrive il giornale al quale collabora. Tra Guzzanti e Facci c’è un’enorme differenza. (csf)
MI MERAVIGLIOda Alessandro Ceratti
Il pezzo di Facci che tu pubblichi su “documenti” sarebbe un bell’articolo? Giornalisticamente, può darsi (anzi: non male). Ma i contenuti? Facci confessa esplicitamente che Previti sta rompendo le uova nel paniere della stampa destrorsa, la quale ha tutte le intenzioni di aiutarlo fino allo spasimo ma ha anche le sue idee personali sul come farlo e queste idee non coincidono necesariamente con quelle di Previti. “Come si fa a continuare a proclamarsi garantisti se appare chiaro e indicibilmente evidente che invece il problema è di salvare il sodale? Si perde di credibilità, è controproducente. Che stia un po’ zitto Previti.” Il quale poi, alquanto coerentemente mi pare, applica alle interviste dei giornalisti lo stesso comportamento che utilizza durante i processi. Cavilli, precisazioni, documentazione precostituita. Se Facci fosse un giudice, sarebbe già stato ricusato da quel dì, viste le sue inconsulte esternazioni.No Facci, non credo che mi capiterà mai che un giudice stravolga lo stato di diritto e la propria vita per stravolgere la mia (non l’hanno fatto per Previti, non lo faranno certo per me), e soprattutto non mi capiterà mai di disertare un’udienza perché quel giorno devo andare in parlamento per legiferare contro chi l’ha convocata.
da Miti Viglieri Lami
Io concordo in pieno con Claudio; gli idioti e gli incapaci esistono a destra come a sinistra, e il riconoscere delle doti a chi non la pensa come noi politicamente è segno di maturità e equilibrio. Tra persone adulte e civili, l’astio ad oltranza non deve mai avere il sopravvento, altrimenti si rischia di rimanere accecati. La stima e il rispetto delle persone vanno ben oltre colori delle bandiere; se così non fosse, passeremmo la vita a insultare e menar le mani e ciò, almeno secondo me, non è certo costruttivo né intelligente. Riguardo a questo, e alle cose condivisibilissime che scrive Anna Palombo, consiglio di rileggere la “Lettera a Malvolio” di Montale, scritta negli anni 70 a chi (Pasolini) gli contestava di rifuggire sia la politica sia gli ambienti intellettuali.