Tra gli ideali del polo delle liberta’ adesso sappiamo che c’e’ anche la bonta’. Non era scritto sul programma elettorale ma ora lo sappiamo tutti. A sinistra naturalmente ci sono i malvagi, ovvio, quelli con le corna e la coda, che puzzano di zolfo e soprattutto demonizzano l’avversario. Quella del trionfo finale della bonta’ sulla cattiveria e’ una grande sfida della destra italiana. Ma la vera sfida senza soste e’ quella lanciata da Berlusconi all’intelligenza delle persone che lo hanno votato, che tutte cosi’ stupide non possono proprio essere. Fino a quando riuscira’ a tirare la corda?
da Walter Lanaro
Cari lettori, tra circa 20 minuti partirò per Milano, mi trasferisco per lavoro. Sono contento per le prospettive che avrò, ma sono arrabbiato per il fatto di dovermi trasferire. Non muore nessuno se un “ragazzo” di 30 anni se ne va dalla sua città, ma certo si pone e mi pongo una tremenda ed angosciante domanda: Perchè? Non potevo avere anche nella mia città una “possibilità”?
da Luca Di Ciaccio
secondo me ieri valeva la pena essere tra i 500 mila di Roma per essere tra la gente. Si capiva e ci si divertiva di più di piuttosto che ad osservarla dall’alto o dal palco o dalla tv. E aggiungerei anche una provocazione: secondo me Berlusconi fa bene alla sinistra. Agli slogan, alla grinta, all’unità (per ora, solo invocata…), al popolo. ho visto gente ringiovanita dalla contestazione.
da Bruno Nibbi
Perchè non hanno fatto parlare Di Pietro? Lui c’era, ma forse era scomodo. Io non ero presente, c’è andata buona parte della mia famiglia, a cui la cosa non è piaciuta molto. Oggi ho sentito alcuni giornalisti che parlavano al congresso “magistratura & giornalismo” che si è tenuto a Salerno. Sono state dette cose interessanti, da tutti, ma poi chi le mette in pratica quelle analisi e quelle intenzioni? Quando si lavora, spesso, si cerca di fare bella figura, costi quel che costi, e la deontologia professionale va a farsi benedire. Credo che se si vuole uscire da quest’incubo, da questa infezione populberlusconbossiana, bisogna essere sinceri e mettere un po’ da parte gl’interessi specifici di partito (o di seggiola).
da Chiara Bonfatti
Non sono assolutamente d’accordo su questo ipercriticismo ad ogni costo, su questo non voler mai vedere un segnale positivo neanche quando ci sono cinquecentomila persone che applaudono di cuore un Fassino finalmente emozionato, che non vogliono vedere D’Alema come unico capro espiatorio e lo applaudono quando è inquadrato sul maxischermo.Il messaggio di Moretti io l’ho inteso non come critichiamo tutto altrimenti non siamo alla moda, ma come diamoci una mossa, altrimenti perdiamo anche quel poco che ci resta. E tu con il tuo ateggiamento contribuisci alle solite divisioni. Di Pietro non ha parlato perchè non è ancora chiara la sua posizione nei confronti dell’Ulivo e ieri rischiava di essere molto fischiato se avesse detto che l’Ulivo sta rinsecchendo di fronte ai cinquecentomila che credevano nella sua primavera.Tu, caro Claudio c’eri ieri, o avevi paura di essere fuori moda, mentre fa tanto moda dire che si va a Porto Alegre, ostendando partenza e arrivo? O fai anche tu parte di quelli come Bertinotti che se non c’è possibilità di stare sulle barricate di plastica della sua sala- giochi non si divertono più e dicono “arimo”? Ciao, non invecchiare troppo cronicamente e quindi felicemente disilluso. Prima o poi troverai occasioni di disillusione anche in Porto Alegre, quando anche quel movimento non sarà più, anche se pur così pacificamente, barricadero.
Ma di quali barricate parli? Io ho detto solo che secondo me l’unità la si fa tutti assieme. Mi sembrava anzi di dire una banalità. (csf)
da Renata Uboldi
Renata ci segnala “l’amaca” di Michele Serra di oggi
Forse per la prima volta nella storia del mondo, dagli Ittiti ai giorni nostri, una manifestazione politica entra nelle carte giudiziarie non perchè qualcuno abbia rotto vetrine o lanciato sassi, ma perchè viene presa a pretesto per chiedere di spostare un processo dalla città che ha avuto il torto di ospitarla. Il Palavobis come prova a carico del “complotto giudiziario comunista”: è l’ultima trovata del torpedone di avvocati a disposizione del capo di governo, e davvero non si riesce a dire se sia una trovata più strafottente, o assurda o umiliante o ridicola. Certo è che tutti gli sforzi necessari e anche utili per tenere i nervi a posto, per non cedere alla rischiosa tentazione di parlare di ” regime”, per conservare moderazione e buon senso, di fronte a schifezze di questo genere minacciano di evaporare. La bullonaggine di certe sortite governative è una specie di invito permanente alla rissa. E un ministro ( Bossi) che definisce l’Europa” la nuova Unione Sovietica” aggiunge un tocco di autentica pazzia ad una situazione perlomeno inquietante. In questo paese a mettere i brividi non è la parola regime. Basta e avanza la parola governo.
da Massimiliano Alemagna
Probabilmente è questa “congiura del silenzio” che le fa scrivere certe cose, anche se a me pare che ci siano giornali, come il Sole 24 Ore (obiettivo anche se di proprietà della Confindustria), che parlano spesso con competenza e chiarezza dell’argomento, a meno che lei non intenda per ragioni dei lavoratori quelle dei sindacati (a cui sono iscritti ormai solo pensionati) che tutto sono tranne ragioni dei lavoratori. La scarsa padronanza dell’argomento è evidente dal fatto che lei pensa che la situazione della nostra previdenza possa ulteriormente peggiorare. In effetti non si vede come possa ancora scendere al di sotto di dove è arrivata. Non capisco poi cosa c’entri con il sistema pensionistico il caso di un lavoratore che perde il posto di lavoro prima di raggiungere la pensione. Questo ha a che fare con la mancanza nel nostro Paese, nonostante il livello di spesa pubblica, di un Welfare state degno di questo nome che dovrebbe fornire sussidi di disoccupazione adeguati e aiuto per la ricerca di un nuovo posto di lavoro. In ogni caso tutte le ipotesi di riforma (sempre troppo blande, anche quelle della destra che in realtà è formata da magliari statalisti) non toccherebbero i diritti acquisiti, ma permetterebbero a noi giovani lavoratori ( a 35 anni si è ancora giovani) di avere in futuro almeno un minimo trattamento previdenziale, mentre le prospettive odierne non ci concedono neppure questa speranza.
P.s. mi aspetto che i lobbisti che, a suo tempo, mi hanno definito comunista, ora riconoscano l’errore (almeno per quanto riguarda l’economia)
da Nazzareno Tiberi
Manifestazioni di piazza,Berlusconi e i suoi interessi,la politica naviga lontana dall’orizzonte degli italiani. Se la Ferrari torna a vincere influenza i partiti che scambiano il confronto esclusivamente per una pista e a loro volta si battono per il primato.E come stanno,o meglio come stiamo noi spettatori? Certamenteun’pò intronati poichè non essendo ai bordi di una pista non vediamo bene lo spettacolo.Ogni giorno siamo invitati a tifare e non ci chiediamo per chi,dato che( gli inviti) non mancano. Ma,perchè?
da betti
bravo sabelli! ho avuto la stessa senzazione tua, comizio dal palco tutti bravi belli e di sinistra discorsi preparati.. mi chiedo …e se ci fosse stata poca gente avevano un copione di scorta? ulivo margherita asinello sole che ride cittadino che piange basta! nessuna bandiera nessun partito la legalita’ e’ patrimonio comune della gente per bene di destra e di sinistra al palavobis mi pareva ci fosse + spontaneità passione e incazzatura.
Betti, la prossima volta, per favore, firmi con nome e cognome? Grazie (csf)
da Giovanna Rusen
bravo claudio, hai messo a fuoco il malessere strano che ha colpito ieri, sentendo il resoconto della manifestazione, me e mio marito, presenti a quella del palavobis. è così, non hanno ancora capito che non vogliamo chiacchiere di circostanza, a noi non interessano, vediamo e capiamo il presente senza bisogno di intermediari e, massima presunzione, abbiamo intenzione di contribuire a modificare ciò che ci sembra sbagliato. a gente come noi gli effetti speciali non impressionano, siamo gente che nota le sfumature, ieri, nonostante la soddisfazione per il grande afflusso di persone, siamo ancora una volta rimasti delusi dal comportamento della nomenklatura dei partiti. è sinceramente scoraggiante che non abbiano ancora capito che devono smetterla di umiliare bertinotti e dipietro i quali, pur non essendo certamente perfetti, hanno tenuto saldi certi confini che dal centrosinistra di governo sono stati colpevolmente oltrepassati. forza e coraggio, ci siamo e siamo tanti, forse il cammino è meno lungo di quanto temiamo