di Alessandro Ceratti
Claudio, Di Pietro (almeno in questa circostanza) non sta facendo la primadonna. Ha una voglia matta di mettersi con l’Ulivo, non foss’altro perché insieme all’Ulivo rischia di prendere l’8% e senza non arriva al 4%. La questione è che in sostanza, malgrado gli accorati appelli all’unità, nell’Ulivo non ce lo vogliono. Almeno finché rimane quello che è, a sostenere gli ideali che sostiene. Ti rendi conto che alle scorse elezioni a tenere i contatti con Di Pietro l’Ulivo aveva messo Enzo Carra? Se si tratta di trovargli un posto anche di rilievo non c’è problema. Per Dio, Di Pietro da solo ha il 4%. Quanto avrebbero Rutelli e Fassino da soli? Ma deve prima piegare la testa ed entrare come tutti gli altri nel sistema. E il sistema è quello dei D’Alema, dei Boato dei Boselli ecc. ecc.
Si chiama Quarantadue, e non mi chiedete perché, la rubrica quotidiana di commenti sulle notizie del giorno tenuta su Clarence da uno dei suoi fondatori, Gianluca Neri. Questo di seguito è il commento di oggi. Se volete leggerla tutti i giorni dovete andare su Clarence e iscrivervi alla mailing list.
Se la pietà verso quel corpo riverso sull’asfalto non offuscasse il giudizio, ci sarebbe da pensare che con l’omicidio dell’economista Marco Biagi sfuma la possibilità di una civile discussione sulle modifiche all’articolo 18. Non è indubbiamente questione da poco: lo diventa messa a contrasto con la morte di un povero cristo, di un’inconsapevole pedina di secondo piano che faceva gioco un po’ a tutti avere fuori della scacchiera. Sarebbe persino lecito pensar male, se Luca Casarini, il portavoce delle “tute bianche” che si vanta di non bere Coca-Cola e tuttavia non raggiunge il quoziente di intelligenza della relativa lattina, non avesse vanificato anche questo perseverando ad evitare di tacere. Perché, diciamolo: le fondamenta dei palazzi del potere non tremano per la voce grossa dell’opposizione istituzionale, ma per quella corale delle migliaia di persone che, malgrado l’assenza di un leader credibile, portano in piazza un comune sentire, una collegiale protesta. Considerando che i “black block” non amano i girotondi e i PalaVobis, le parole del Presidente del Consiglio («Il senso di responsabilità, in un momento come questo impone a tutti di interrompere la catena dell’odio e della menzogna, perché è di questo che si nutre l’inumana ideologia che muove la mano degli assassini») non possono che suonare strumentali e un filo sospette. Ed era pure una dichiarazione a freddo. Quella a caldo, a chi per primo gli ha riportato la notizia, è stata: «Cribbio, io non intendevo “quel” Biagi!».
da Maria Rosaria Di Domenico
Tutte queste parole dette per lo più a sproposito,pronunciate da politici nauseanti che mai perdono l’occasione per difendere la propria linea di partito ed offendere quella contraria,aumentano il disgusto e la disaffezione che poi si ha nei loro confronti.Ti ringrazio molto per il tuo silenzio e per gli articoli che hai pubblicato, cosi per renderci conto di chi era Marco Biagi,senza speculare ulteriormente;ma siamo solo a poche ore da questa ennesima tragedia e quindi il carrozzone delle “cazzatecomunicativomediatiche” da oggi darà il peggio di ed i loro portavoce in questo sono bravissimi nell’essere pessimi.
da Antonio Moscatello
Credo e spero che gli Agnoletto i Casarini e i Berlusconi (eh, sì, questa volta li ho visti davvero molto uniti nelle loro dichiarazioni) ripensino alle cose che hanno detto. I primi due affermano che è l’assassinio è di stato ed è diretto, udite udite (cfr. lanci ApBiscom 20/03 ore 00:15 e 00:19), contro loro. L’altro afferma che ogni opposizione alle sue cosiddette “riforme” fomenta l’odio e arma gli assassini. Io spero che ci ripensino, per rispetto di quell’uomo lasciato sul selciato da criminali ignobili, e anche per rispetto della democrazia. Il 23 spero che diventi un’occasione per riaffermare il valore della convivenza civile. Accanto alla protesta contro il governo, sarebbe esprimere il cordoglio per la morte di Biagi e la riaffermazione che gli assassini non otterranno nulla.
da Vittorio Grondona
Le speculazioni politiche e giornalistiche saranno purtroppo inevitabili.
da Angelo Emanuele Rossi
Questi sono i tuoi amici: comunisti senza onore e dignità.
Lei è un deficiente. (csf)
da Cesare Bardaro
C’era da aspettarselo, che in un momento come questo, improvvisamente e miracolosamente, ricomparissero i terroristi. Come del tutto prevista è la conseguente dichiarazione di Berlusconi. Per quanto mi riguarda, non ho nessuna intenzione di farmi fregare ancora una volta da questi presunti “rivoluzionari” che agiscono sempre nel momento meno opportuno per la sinistra e – curiosamente -più opportuno per la destra. Ragion per cui, mi dispiace umanamente per Biagi, ma non recederò di un solo passo dalla mia durissima opposizione a quello che rimane il governo più fascista che l’Italia abbia avuto dai tempi del duce.
Ecco l’articolo di CLAUDIA FUSANI, apparso su Repubblica il 15 marzo:
ROMA – Le modifiche decise dal governo sull’articolo 18 e gli interventi legislativi che riguardano la flessibilità del lavoro potrebbero essere la scintilla di nuovi episodi di terrorismo. L’analisi è esposta in modo assai chiaro a pagina 5 della relazione semestrale che i nostri servizi segreti hanno inviato ieri al Parlamento. “I terroristi si legge stanno stimolando un percorso operativo che coniuga forte proiezione internazionalista e decisa ostilità nei confronti della compagine governativa per le sue scelte in materia di politica economica”.
Nel mirino dei “nuovi interventi offensivi” ci sono “le personalità politiche, sindacali ed imprenditoriali maggiormente impegnate nelle riforme economico-sociali e del mercato del lavoro e, segnatamente, quelle con ruoli chiave in veste di tecnici e consulenti”. La quarantottesima semestrale dei nostri 007 non si sofferma su nomi ma sotto tiro ci sarebbero il ministro del Welfare Roberto Maroni e i suoi più stretti collaboratori oltre a Confindustria e a quella parte del sindacato meno intransigente sulle riforme. Questo aspetto della relazione prende spunto dall’analisi che la nostra intelligence ha potuto svolgere sulla “pubblicistica eversiva”.
C’è un volantino che più di tutti preoccupa i nostri esperti di antiterrorismo. A gennaio i Nipr (Nuclei di iniziativa proletaria rivoluzionaria), già autori dell’attentato di via Brunetti a Roma un anno fa, fecero ritrovare un volantino presso la sede nazionale della Cisl a Roma. In quella pagina, siglata dalla stella a cinque punte e scandita dalle parole d’ordine “attaccare e spezzare chi alimenta l’irregimentazione del proletariato”, si parlava di dirigenti sindacali e intellettuali “prezzolati come D’Antona”.
Due i nomi indicati: D’Antoni, ex segretario Cisl, e Giovanni Trere, dirigente Cisl, “colpevole di ostacolare l’irreversibile scontro di classe interno alla classe rilanciando, con i conosciuti traditori Cgil, l’opzione neocorporativa cattoulivista del dialogo”. Sono le stesse parole che si ripetono nelle 20 pagine con cui le Brpcc a maggio 1999 rivendicarono l’omicidio D’ Antona.
da Lorenzo MazzucatoÈ pazzesca, o forse fin troppo lucida, la coincidenza cronometrica rappresentata stasera a Bologna. Sabato 23, a Roma, scenderanno centinaia di migliaia di persone, soprattutto per difendere i diritti dei lavoratori. Chi ha deciso questo assassinio politico ha voluto scendere a Roma con 4 giorni di anticipo per un’altra manifestazione, ignobile e nefasta, con un tempismo perfetto, quasi banale nella sua terribile ovvietà. Bloccato da una brutta lombaggine, sabato 23 non potrò scendere a Roma. Tutti coloro che possono, invece, è assolutamente necessario che manifestino a Roma, per una ragione in più: per battere subito, in un mare di passioni e bandiere, questo terrorismo rinato.
da Manuela Fuin
Ahimè rivedo un copione già scritto..a parte le affinità incredibili con d’antona,ma ricordo anche le tensioni provocate da una strategia in uso circa 25 anni fa. e non ho sentito alcun commento su via fani il 16 marzo. mi evoca gli anni di piombo quello che è successo stasera. è orrendo quello che han fatto,perchè destabilizzare,che gusto c’è nel rovinare quello già è difficile da riparare. non credo ai girotondi,lei lo sa,ma rinnego questo azioni, queste viltà…non porta nulla,solo confusione ed odio. insomma claudio anche stasera la mia primavera è stata rovinata…..