da Fabrizio Buratto
Caro Claudio Sabelli Fioretti, ho appena letto, su Sette di oggi, il suo articolo riguardante Christian De Sica ed un certo cinema; dunque, alla luce di quanto affermato da importanti critici, vorrei porle una domanda cui non riesco dare risposta. Due anni fa mi sono laureato in Storia a pieni voti, presso l’Università di Genova, con una tesi di Storia e Critica del Cinema, che si è guadagnata la “dignità di stampa”, dal titolo “Fantozzi, maschera dell’Italia contemporanea”. Inspiegabilmente la critica non si è ancora occupata di Fantozzi anche se, ancor prima di De Sica e Boldi, e più marcatamente, è entrato a far parte della cultura e del costume italiano, tanto che l’aggettivo “fantozziano” è stato inserito nel nostro vocabolario. Ebbene, non ho ancora trovato un editore disposto a pubblicare la mia tesi; mi fanno complimenti per l’argomento e per come l’ho trattato, mi dicono che è ben scritta, ma accampano pretesti quali: “i libri di cinema italiano non si vendono”, oppure “il suo studio è condotto in maniera troppo seria”, o ancora “Fantozzi non è più di moda”. A questo punto le sarà chiara la domanda, che mi piacerebbe girare anche a Tullio Kezich e Claudio Carabba: “Cosa devo fare per convincere qualche editore a pubblicarmi la tesi, sequestrarlo??”
Caro Fabrizio, non posso essere certamente io a darle una risposta del genere. Posso soltanto aiutarla a scoprire la verità con un piccolo ragionamento. Gli editori stampano libri e vogliono venderli. Forse stampano libri brutti, forse sbagliano, qualcuno di loro, a forza di sbagliare, fallisce. Ma viviamo in una economia di mercato e il mercato comanda. Perché non credere alle loro motivazioni? Che interesse potrebbero avere a non pubblicare la sua tesi? Fine della lezioncina. Ha provato con l’editore “Le Mani” di Recco? (csf)
da Raffaele Mangano
Gentile Sabelli Fioretti, nel guardare l’intervista a Maurizia Cacciatori pubblicata dal Corsera domenica, mi sono ricordato che avevo messo da parte un suo pezzo per scriverle. Operazione poi dimenticata. Allora ho rintracciato l’articolo che era apparso su Sette e riguardava un profilo dedicato a Sgarbi. Nulla in contrario sulla scelta. Sono ben fatti suoi. Tuttavia mi sono chiesto che cosa ne ricavino i cittadini, soprattutto i più giovani, in termini di etica e di morale. Il suddetto è stato condannato in via definitiva per truffa ai danni dello Stato, del quale ora cura i beni artistici. Per non parlare delle numerose condanne per diffazione ai danni di giudici, giornalisti, avversri politici, dipendenti dello Stato. Ed è meglio stendere un velo pietoso sulla trasferta afgana, con fidanzata, amichetti, cortigiani, fotografo etc etc. A spese sempre dello Stato. Simili personaggi che dovrebbero essere additati come cattivo esempio, sono invece esaltati e incensati. E mi ha fatto spece di vedere la sua firma sotto l’articolo.D’accordo che si era già cimentato con l’intervista alla Letterina, una brava figlia con lunghe cosce e poco cervello. Ma mi pare proprio che lei abbia svenduto la sua professione e, forse, anche la sua anima. Chissà se nevale la pena. Non me ne voglia.
Non gliene volgio. Ma il problema è il seguente: deve un giornalista occuparsi solo degli uomini buoni, delle donne intelligenti, dei fatti belli? Si possono intervistare i cattivi, le ochette, gli stupidi? Un giornale fatto solo di notizie edificanti venderebbe? Il dibattito è aperto. (csf)
da Natalino Russo, Seminara Forza CSF,consentimi due note: -Medita su Maltese,non nei primi 70 pur scrivendo sul 2° quotidiano. Dir male del Cav.si può e si deve(vedi Biagi) ma fare solo quello,maniacalmente, sempre e comunque, anche parlando di ufo, non paga.Dà l’impressione che se Berlusconi morisse (vi piacerebbe) lui,come le vedove di alcune zone dell’India, si suiciderebbe.
da Walter Lanaro
Cari lettori, la telenovela sull’articolo 18 continua. I rapporti Istat, dicono che il lavoro aumenta. Ma ecco subito porsi una domanda: quale lavoro? Il fatidico precariato forse, ma non il quasi “pensionato” tempo indeterminato. Con l’articolo 18 eliminato, la situazione certo non cambierebbe. Anzi avremo solo più gente per strada, e credo più appiattimento, anche culturale, verso i “padroni”. Brutta parola che troppi uomini di sinistra non vogliono più pronunciare, ma che ritengo sempre attuale. Il lavoratore dev’essere tutelato, ma non deve diventare “parassita”! Il prestatore deve lavorare con scrupolo, ma il datore deve a sua volta rispettarlo. In fin dei conti il lavoratore è un bene prezioso su cui val la pena investire tempo e denaro. Ed invece ecco un attacco continuo verso il lavoro in generale. D’Amato ordina e Berlusconi esegue. D’altra parte non è forse Berlusconi un imprenditore doc? Uomo da liberismo selvaggio? Ed allora perchè stupirsi? I voti li ha presi da ogni fascia sociale. Borghesi e proletari, figli di papà e figli delle periferie, “privilegiati” con un tempo indeterminato ed ahimè, molti precari!!!
da Gianni Da Vià
Caro Claudio, mi sembra di capire che sei del Trentino. Se perdi qualche chilo e corri un pò ,quest’estate andiamo a fare lo spigolo del velo della madonna sulle pale di S.Martino con il ” mago ” Manolo. Sono richiesti fiato e assenza di vertigini. Il ritorno sono 5 doppie.Dicono che sia la via più bella delle dolomiti : 4° e due passaggi di 5°. E al ritorno birra a volontà al rifugio del Velo.
Caro Gianni, tu sei pazzo. Ho 57 anni e non ho mai fatto roccia. L’anno scorso, un amico più pazzo di te, arrivati sotto una delle Torri di Vajolet, mi ha detto: andiamo, è tutto terzo con un solo passaggio di quarto. Io ho detto: andiamo, che mi frega? Ad un certo punto sono rimasto bloccato, non potevo andare né su né giù. E siccome sono una volpe ho pednsato: mi sa tanto che questo è il passaggio di quarto. Alla fine, com’è come non è, sono arrivato in cima e naturalmente, con la solita fortuna del neofita, attaccata al libretto dove uno doveva mettere la firma (unico motivo per il quale ero salito fino lassù) mancava la matina. E’ scoppiato un temporale con chicchi di grandine grossi come mandarini. Di fronte a noi, sul catinaccio, sono venuti a prenderli con l’elicottero, noi siamo scesi in doppia, e ho scoperto che cos’era la doppia solo quando il mio amico mi ha detto : dai buttati. E io ho detto: mi butto, tanto che mi frega? Quando sono arrivato al rifugio mi hanno accolto come un eroe insieme al mio amico assassino. Alla fine mi sono detto: nbello, ma era meglio una cosa tutta di secondo con un passaggio di primo grado. (csf)
da Gigi Forzese
Ma el pueblo unido camas sera vencido! dai che ce la facciamo!:)
E’ con un certo sereno distacco che vi invito a comportarvi con obbiettività in relazione alla votazione del giornalista più amato d’Italia, votazione che avviene (lo dico così, tanto per dire) sul sito www.internet-television.it, si to che potete raggiungere tranquillamente in un paio di secondi. Non sto certo invitandovi ad andare a votare me, con la scusa che altrimenti al secondo posto arriva Bruno Vespa. Fate quello che vi pare. Oriana Fallaci ormai l’abbiamo staccata. Certo mi è doveroso informarvi che i lobbisti che non potranno dimostrare di avermi votato saranno additati al pubblico ludibrio e i loro nomi saranno pubblicati sul sito. Hasta la victoria siempre (csf)
da Valeria Gandus
Caro Claudio, perché mi fai passare per copiona? Non le ho scritte io quelle righe deliziose sui “matrimoni” gay, reali o ipotetici: diamo alla Jena (del Manifesto) quel che è della Jena. Ti anticipo, invece, una domanda che prende spunto dalla copertina di Panorama da domani in edicola: in presenza di forte inquinamento atmosferico, ripeto atmosferico, tu ti tappi la bocca o le orecchie? Vedere (la copertina) e poi rispondere.
Diamo alla Jena quello che è della Jena. Il problema è: chi è la Jena? Apriamo la caccia alla Jena? Chi sa chi è la Jena? Si accettano, ovviamente, anche segnalazioni anonime. (csf)
da Domizia Di Giallorenzo
Sulla prostituzione consiglio il bell’articolo di Luca Fontana sul numero 2 di Diario, pag 94. Sui calciatori, ed in generale sul mondo del calcio di cui mi sono ormai disamorata da tempo, preferisco evitare commenti per non sembrare volgare. Per il resto, la visione dei telegiornali continua a farmi stare male. Chi è quel genio che ieri sera ci ha fatto sentire le urla strazianti di chi era rimasto intrappolato nelle lamiere della macchina in quel terribile incidente sulla 22? Non ho parole.
da Mattia Feltri
Caro Claudio, Giorgio Armani è schifato dal lusso e annuncia: “Rendo omaggio agli operai”. E i suoi ragazzi sfilano “modello minatore russo anni Trenta”. Gli anni Trenta in Russia, un’epoca gloriosa per il movimento operaio.
E’ CON ESTREMA COMMOZIONE, NON DISGIUNTA DA GRANDE PREOCCUPAZIONE, CHE COMUNICO AL PUEBLO CHE EL PUEBLO MI HA PORTATO NELLE ZONE ALTE DELLA CLASSIFICA DEL GIORNALISTA PIU’ AMATO D’ITALIA NEL SITO WWW.INTERNET-TELEVISION.IT. VERREBBE DA DIRE BASTA. MA POSSIAMO SOPPORTARE CHE BRUNO VESPA SIA AL SECONDO POSTO? SENTO L’URLO SALIRE DA TUTTA ITALIA: NO NON POSSIAMO SOPPORTARE CHE BRUNO VESPA RIMANGA AL SECONDO POSTO. ABBIAMO VINTO LA BATTAGLIA MA NON LA GUERRA. LA PAROLA D’ORDINE E’ UNA SOLA: SUPERARE BRUNO VESPA E FERMARSI DOVEROSAMENTE, RISPETTOSAMENTE, QUIETAMENTE DIETRO AL GRANDE MAESTRO BIAGI.
CLAUDIO SABELLI FIORETTI