da Renata Uboldi
Sono andata a leggermi le lettere de’ll’Avv. Lina Arena degli ultimi 3 giorni. Sono provocatoriamente demenziali. Propongo di ignorare completamente la suddetta Signora…e ,per carità! nessuna intervista. Occupiamoci di cose serie!
da Alessandro Ceratti
Baschi di banane??! Non sarà piuttosto caschi? Come refuso è sospetto!
Ma che razza di lettori rompi che mi ritrovo! Scrivevo su tastiere spagnole impraticabili, spendevo cifre da nababbi, giravo città alla ricerca di introvabili postazioni internet, rubavo ore al sonno. E voi tutti tranquillini a farmi le pulci e a elencare e a mettere in dubbio anche i refusi. Vi odio. (csf)
Finita la visita alla chiesa torno alla macchina dove ho lasciato Reian a dormire. Mi viene incontro il posteggiatore. “Il ragazzino è scappato!” Scappato? L’ingrato che mi diceva che voleva che io fossi suo padre, che voleva che lo portassi in Italia, che voleva continuare il viaggio con me…Scappato. “Se ne è andato con un altro turista. E’ tornato a Santa Clara”. Ci rimango male. Diavolo di un Reian. Al posteggiatore ha detto: “Dica al mio amico che se vuole rivedermi mi trova dove mi ha visto stamattina”. Come dire: se vuoi darmi la mancia e pagarmi la cena sai dove trovarmi”. Ritorno meditando sull’umana ingratitudine a l’Avana. Ultimo giorno per moijtos. Ripercorro le vecchie passeggiate. Ultimo moijto all’Ambos Mundos di Hemingway. Altro ultimo moijto alla taverna di Plaza Vieja. Poi un ultimo moijto alla Bodeguita. Mi rimane un’ultima voglia: la macchina americana per andare all’aeroporto. Tale Marco mi offre una Plymouth nera stupenda. Ma all’appuntamento mi dà la buca e si presenta a piedi “vendendomi” a un amico con la solita scassatissima Lada. Mi consolo con un doppio ultimo moijto all’aeroporto. Pessimo e costosissimo.
Claudio Sabelli FiorettiDa Cuba, quindicesimo giorno. Fine
da Valeria Garabello
Cara Anna Laura, già mi stavi simpatica perché sei cancro con un ex-marito cancro come mamma-giselda. Poi perché hai lavorato un po’ con tutti e stai diventando anti-tutti senza sentirti misantropa o strana, proprio come me. Ora scopro che sei anche giornalista e che anche tu come me senti il giornalismo come una vocazione (io questo alla avv l’ho risparmiato, troppo profondo il concetto). Che dirti, resistiamo, che qualcuno con cui condividere qualcosa in più che un’idea, un sorriso che so, c’è ancora…ma tu dove abiti? Magari la facciamo tu ed io insieme l’intervista alla lina arena (presentando titoli e credenziali, così si tranquillizza, lei), Claudio permettendo. Claudio tukkeddicidallìggiù?
Dico che l’avv. parla parla ma non ci dice se vuole essere intervistata (csf)
da Anna Laura Folena
Cara Valeria, secondo me l’avv. ci ha provocate per farci incazzare. Noi ci siamo cascate come allocche ed ora lei gode. D’ora in poi, dovremmo ignorarala, non pensi?
da Federico Pettazzi.Molti dei personaggi che hai intervistato, se non quasi tutti, sono stati nel bene e nel male protagonisti del 68: molti di loro hanno scelto posizioni forti per opporsi ad una società in cui non si riconoscevano, impegnandosi sotto il profilo politico e umano. Penso a Liguori, a Ferrara, a Viale, a molti di coloro che militavano in organismi di rivolta, politica e armata. Molti di loro sono ora dall’altra parte, e occupano ruoli di rilievo in quella stessa società che hanno provato a cambiare. Sono voltagabbana? A questa domanda mi sento anch’io, come loro, di rispondere di no. Per spiegarti il perché provo a raccontarti la mia storia. Sono un ragazzo di Roma, che proviene dalla –chiamiamola così- media borghesia, cresciuto in un ambiente privo di grosse spinte politiche, in una famiglia tranquilla, in un liceo di destra. Eppure, nella formazione della mia coscienza politica, non è mai balenata la possibilità di accettare valori di destra. Per qualche anno ho continuato a votare a sinistra, senza sapere per quale motivo. E come me molti miei compagni, apparentemente convinti, votavano (e forse ancora lo fanno..) a sinistra. Anzi, nella mia scuola, pur essendo storicamente di destra, i ragazzi di destra erano una minoranza spesso emarginata dal punto di vista politico. Quello che voglio dire? E’ che ho un sospetto: a destra si nasce, a sinistra ci si va. Un po’ di tempo è passato, sono arrivato all’università, e credo in alcune cose che non stanno più a destra o a sinistra. Credo però, e vorrei che tu mi smentissi, che in Italia ci sia un egemonia culturale di sinistra. I “nostri eroi”, i voltagabbana, hanno imparato dal 68 l’arte di distinguersi, di esprimersi davanti a tanta gente, di assumere posizioni contrastanti, di mettersi contro la gente. Hanno le spalle forti, i “nostri eroi”, e sanno cos’è il potere (il 68 gliel’ha insegnato), e hanno capito che bisognava passare dall’altra parte, dalla parte dei cattivi, per rimanere diversi, per poter esercitare il mestiere che hanno imparato. Per questo credo che non sia corretto parlare di voltagabbana, ma sia necessario spingersi più a fondo, e tornare all’inizio, a quel 68 in cui tutti stavano dall’altra parte, che è rimasta ancora la parte giusta.
Remedios è una città antica, coloniale, ben conservata, costruita come tutte le città cubane attorno a una bella piazza. Ricorda un po’, ma solo un po’, Trinidad, soprattutto per le grate di ferro battuto che proteggono le porte e le finestre al piano terreno. Ma non ha la sua magia. Reian è contento perché andiamo al mare. Anche io sono contento quando lo vedo sguazzare nell’acqua e lavarsi. Torniamo a Remedios e lo porto in un negozio. Venti dollari ed esce vestito come un giocatore di basket, tutto tirato a nuovo. Dice: “Così posso tronare anche a casa”. Ma intanto si mette a dormire nella macchina. Mentre dorme io visito la chiesa di san Giovanni Battita. Incontro Esteban Granda. 80 anni, ha appena festeggiato i 50 anni del suo secondo matrimonio. E’ il sacrestano e mi racconta la storia della chiesa, una delle più belle di Cuba. Mi mostra l’altare che copre tutta la parete dell’abside. E’ realizzato in mogano sul quale è stata incollata una lamina di oro zecchino. Tanto zecchino che splendeva troppo e dava fastidio agli occhi rendendone difficile coglierne gli effetti del bassorilievo. Finì che dovettero coprirne parte con una vernice scura. Mi mostra anche il soffitto, sempre in mogano, intarsiato. E infine mi mostra la statua dell’Immacolata Concezione che sembra una danzatrice che batte le mani al suono della musica, l’unica statua di una Madonna incinta, almeno in Cuba. “C’è dibattito”, dice Esteban, che è una persona spiritosa, tra i ginecologi. Alcuni dicono che è al sesto mese, altri al settimo”. Esteban ha un sogno, venire in Italia, a Padova e poi ad Assisi. Quando? “Quando il barbuto me lo consentirà. E quando troverò i soldi. Io non ho una lira. La mia pensione mi consente appena di comprare un litro di latte al giorno. Tre pesos per 30 giorni fanno novanta pesos, che costituiscono la mia pensione. Purtroppo ci sono anche mesi di 31 giorni. Ma mi rifaccio a febbraio”. Ride Esteban. La povertà non fa dimenticare ai cubani l’allegria. Ma poi gli chiedo: “Come fanno a vivere i cubani?” “A Cuba c’è una doppia morale”, dice. “Tutti, chi più chi meno, rubano allo Stato”. Ricorda il giorno in cui quasi metà dei preti di Cuba lasciarono l’isola. Anche la sua chiesa rimase sguarnita. Lui aprì il tabernacolo e si accorse che c’erano molte ostie consacrate. “Avevo paura che potesse succedere qualcosa, qualche atto sacrilego”. E allora? “E allora cosa? Le mangiai”. Tutte? “Tutte”. Tutte quante? “420”.
Claudio Sabelli FiorettiDa Cuba, quattordicesimo giorno
da Gianni Da Via’
Caro claudio,l’altro giorno stavo operando in anestesia locale un ” aiuto portiere di un grande hotel di Padova ( il portiere guadagna molto di più) , e si chiaccherava del suo lavoro: Alessia Marcuzzi bella e gentilissima,lo stesso dicasi per Simona Ventura ,Alberto Sordi un signore ecc.ecc. Due settimane fà arriva nella sua suite abituale ( 690.000 a notte ) un notissimo ex esponente del disciolto partito socialista ,il quale alle 2 e mezzo di notte ,telefona al portiere chiedendo con tono educato ma perentorio ,di portargli in camera una videocassetta porno. Ti chiedo una chiave di lettura: il PSI è vivo e lotta insieme a noi oppure il porno testimonia un suo inarrestabile declino ,per frenare il quale si ricorre a Rocco Siffredi? Caro Claudio,anche in Italia se magna ,se baila y se tromba tambien.
La via porno al socialismo era già evidentemente presente nel programma del noto socialista fin da tempi non sospetti. A proposito, chi era? (csf)
da Cinzia Dona’
Anch’io nel ’92 ero a Trinidad con Andrea, il mio moroso e una coppia di amici, ne fummo folgorati, la gente a Trinidad era davvero povera nonchè incazzatissima. La city nel fine settimana si trasformava in rifugio per homeless, non potevi nemmeno avvicinarti agli androni delle banche per fare un bancomat, ti sputavano addosso. Giravamo con una macchina a noleggio scassatissima, ci sono venuti a soccorrere 2 volte, la riparavano lì, in mezzo alla strada, ci davano il cinque, ripartivano e ci votavamo ai santi di mezzo calendario, visto che con noi c’era anche il figlio dei nostri amici che non aveva ancora 2 anni. Il tramonto sulla laguna degli aironi rossi, migliaia di uccelli che ogni sera addobbano quegli alberi di un verde sfacciato facendoli diventare incredibilmente natalizi; il rasta secco secco che si faceva lavare due metri di capelli da sua moglie, nel fosso sul ciglio della strada, un cristo coperto di schiuma bianca che si stagliava in piedi su un nastro di terra marrone contro un verde smeraldo; i bambini neri con addosso magliette bianche sbridellate a fare un casino allegrissimo in una spiaggia deserta di un bagliore fastidioso e così lunga da non vederne la fine, con le mangrovie che in certi punti arrivavano fin sulla battigia e quell’acqua, troppo turchese; Trisha dolcissima tutta occhi, denti e treccine che ha voluto in braccio quel bambino così bianco, per guardarlo bene:- “Please mam, please.”avrà avuto 10 anni ed era la prima di ben sei splendide creature che insieme formavano la più straordinaria delle matrioske che si sia mai potuta vedere. Qui a Venezia ora sta nevicando, ma quella prima volta ai Caraibi era agosto e abbiamo imparato che anche le estati possono essere a colori e in b/n. Già che ci sono ti mando un neneismo su Cuba: Ne’ con Licia Colo’, ne’ con Gianni Mina’. Hasta la vista!
Che ti ha fatto Gianni Minà? (csf)
da Angelo
Sono un suo disattento lettore/ascoltatore……..(faccia Lei). Per la prima volta ho curiosato nello spartano sito che naturalmente trovo molto interessante e sono rimasto piacevolmente affascinato dalla brillantezza di altri suoi lettori/ascoltatori. Ma, mi consenta una riflessione: l’Avv. Lina Arena meritava tutta questa attenzione? Io credo di no…