da Maria Rosaria Di Domenico
Ke bello sei ritornato!! E ke soddisfazione leggere che qualcuno gode e se la gode pure,di questi tempi non capita spesso. Sono stata anche un po preoccupata per te sopratutto leggendo che il mio concittadino quel mentecatto che ha partecipato al Grande Fratello,va a rilassarsi anche lui a Cuba…e meno male che questo sliding doors non vi ha fatto incontrare,magari il Corriere ti proponeva di intervistarlo.
da Lorenzo Asnaghi
E dàlli… non mi frega che ci sia un iter procedurale da seguire. Istituire un mandato di cattura SENZA una norma penale o extrapenale che lo facoltizza significa sparare nel buio.Chiaro adesso?? Se io scrivo un libro con dichiarazioni razziste che non piacciono ad un giudice straniero è per PRINCIPIO sbagliato anche solo tentare di procedere nei miei confronti: Non mi interessa che la questione debba essere vagliata dalle autorità del mio paese. Nullum crimen sine lege scripta, stricta et certa. Questo chiamasi principio di legalità, claudio, e non l’ha inventato berlusconi, furono proprio i francesi a codificarlo per primi (1789).
Caro Lorenzo, non riusciamo proprio a capirci. Stiamo parlando di estradizione. Se tu commetti un omicidio, tu italiano, in Italia, e poi te ne scappi in Francia, l’Italia chiede alla Francia di estradarti in Italia. Capito adesso? Vuoi che ti mandi il testo della legge? (csf)
Durante i quindici giorni di mio viaggio cubano, chissà quante cose sono successe in Italia. Sto cercando di mettermi alla pari. Ma la cosa più divertente è quella che mi segnala la lobbista Lidia Leardi, inviandomi il testo di un articolo di Sebastiano Messina comparso su Repubblica l’8 dicembre. Io sono morto dal ridere come penso che sia successo anche a quelli tra di voi che l’hanno letto. Ma non posso consentirmi di pensare che qualcuno di voi non l’abbia letto e quindi considerate questa pubblicazione un mio gentile regalo per farmi perdonare di essermi divertito proprio tanto a Cuba.
ROMA – Vi ricordate il governo delle tre “I”, cioè Inglese, Internet e Impresa? Dopo aver trasformato Palazzo Chigi in un’impresa, Berlusconi ha messo l’inglese su Internet. Detto, fatto. Purtroppo è una tragedia. L’inglese berlusconiano nel sito del governo è un pasticcio comico, maccheronico, da festival dello sfondone. E non in una paginetta secondaria, ma nelle biografie ufficiali dei ministri. Citiamo a caso, scorrendo le pagine del sito di Palazzo Chigi. Il maestro del ministro Buttiglione, il professor Augusto Del Noce, è diventato “August Of The Walnut”, grazie all’inedita traduzione del cognome. Il ministro dell’Innovazione, Lucio Stanca, risulta amministratore dell’università milanese “Mouthfuls”, nome che nasconde la traslazione fin troppo letterale del sostantivo gastronomico “bocconi”. Non solo, ma il suddetto ministro “has covered loads with president of Ibm”, cioè ha coperto non delle cariche ma dei carichi (con un telone?) insieme al presidente dell’Ibm. E alla fine ha lavorato “near the center of Ibm Italy”, ciè non proprio lì dentro ma “near”, nelle vicinanze (nel posteggio?). Direte: non è vero. Sbagliate. Sottovalutate il governo Berlusconi. Andate nel sito www.governo.it, e arrivate all’indirizzo del signor ministro (http://www.governo.it/sez_ministeri/biografie_inglese/ stanca_lucio.html). Vedrete con i vostri occhi. Magari vi verrà voglia di continuare. Allora constaterete che il ministro Marzano è autore di circa 150 “banns”, parola del lessico religioso adoperabile solo per le pubblicazioni di matrimonio. Che è un “ordinary professor”, espressione che all’estero individua un docente dozzinale, scadente, di seconda scelta: ordinario, appunto. E che per sua volontà non ha fatto parte del “government Dynes”, che sarebbe la versione angloamericana del governo Dini. Peggio è andata alla signora Moratti, ministro dell’Istruzione. Ignorando la distinzione che viene fatta alla seconda lezione di ogni corso d’inglese tra lui, lei ed esso, la sua scheda la colloca nel genere neutro e ci informa che “it has two sons”. Non solo, ma a lei invece del cognome hanno tradotto il nome, facendone “lady Joy Brichetto”, mentre il suo “piano aziendale” è diventato “slowly of reorganization”. Piano, lentamente: non è la stessa cosa? Il “piano regolatore” di cui fu autore in gioventù il ministro Scajola viene invece presentato come un “flat”, parola che indica una superficie senza asperità, uniforme, pianeggiante: un piano appunto. L’ipotesi che “piano” vada tradotto con “plan” non viene neanche presa in considerazione. Evidentemente, l’impiegato incaricato di preparare le biografie non era stato forgiato dal governo delle tre “I”, e deve essersi affidato a un traduttore automatico, uno di quei programmi che fanno tutto da soli. Ma non è detto che lo facciano bene, come conferma proprio la scheda del ministro dell’Interno (carica che viene tradotta come “minister of the Inside”, ministro del Dentro, anziché minister of Interior Affairs). Perché il traduttore automatico lascia intatte le parole che non sa tradurre, restituendoci un incrocio degno di “Un americano a Roma”. E dunque nel caso del ministro, ribattezzato “Claudius Scajola”, per dire che Berlusconi gli chiese una mano, la parola “chiese” passato remoto del verbo chiedere, in inglese “asked” viene tradotta con il plurale di chiesa, “the churches”. Chiese. E cosa gli chiese? Di riorganizzare “Italy Force”, che ha un suono simile a quello del partito del Cavaliere ma significa tutta un’altra cosa: Battaglione Italia. Neanche gli alleati vengono risparmiati. Il Fronte della Gioventù, di cui fu segretario Maurizio Gasparri, viene tradotto con “Forehead of Youth”, che però significa “la parte alta della faccia dei giovani”. Altero Matteoli, ex ministro dell’Ambiente, viene presentato come “minister of the Atmosphere”, come se il suo compito fosse stato quello di mettere la musica e accendere l’incenso per creare, appunto, l’atmosfera. La Lega del ministro Bossi, anziché “league”, è diventata “alloy”, cioè una lega metallica come lo stagno o il bronzo. A lui non hanno tradotto né il nome né il cognome, ma la sigla di Varese, la sua città: era Va, è diventata Goes (ineccepibile: terza persona singolare del verbo andare). Il Guardasigilli Castelli invece, dopo “trent’years of job in company” si è candidato in un collegio a cavallo tra Lecco e Bergamo. “To horse”. Andando a cavallo? Non viene risparmiato nemmeno il ministro Ruggiero, uno che conosce l’inglese alla perfezione. Il sito del governo, per dire che ha lavorato a un certo Fondo, usa la parola “bottom”, che sarebbe inequivocabilmente il fondoschiena. Paga pegno persino il colto Paolo Bonaiuti, portavoce di Berlusconi: lo hanno trasformato nel “megaphone of the President”, come se fosse un altoparlante. Il diabolico traduttore ha colpito senza guardare in faccia nessuno. Il Cavaliere, però, s’è salvato. La sua è l’unica scheda in perfetto inglese. Lui sì che conosce le tre “I”. Adesso manca la quarta “I”: Identificare the cretino who has combinato that pasticcio.
E’ grande Sebastiano Messina. Sono corso nel sito governo.it ma la versione in inglese è scomparsa. E poi dicono che i giornalisti non servono a niente.
Claudio Sabelli Fioretti46. segue
da Vittorio Grondona
Destra “economia”, sinistra “sociale”… Per far contenti tutti destra e sinistra dovrebbero governare insieme… No, non credo che sia una buona idea… Sicuramente prima o poi ci scappereppe “il morto”… A pensarci bene sarebbe meglio avere un governo che con l’economia facesse tanto sociale.
Ricorda i governi milazziani? Pensi: Fini e D’Alema insieme. E ci liberiamo per sempre di Berlusconi. (csf)
da Natalino Russo, Seminara
Caro Claudio, il Gravagnuolo che parla di “superiorità”culturale dei sinistri è lo stesso che teneva una rubrica in antitesi la Valensise e ne veniva battuto per lessico,contenuto e stile 6-0,6-0,6-0 ? La superiorità della sinistra esiste certo,in quantità poiché gli intellettuali veri e/o pseudo si buttavano là dove c’erano cadreghe,premi e prebende,o almeno c’erano fino a che non è arrivato Silvio a squadernare. Per qualità Buttafuoco,Veneziani,Socci,Granzotto,Giordano, Ferrara,Guzzanti,e Cervi i polletti come Maltese & C.se li mangiano in salmì.
da Pier Luigi Baglioni
Fin dai primi giorni il comportamento del padre di Erika mi ha stupito e sgomentato. Non riesco a capirlo. Il rapporto genitori-figli ha vincolo di sangue, è vero, ma credo che tale vincolo non possa né debba sopprimere ogni considerazione etica o penale che sia. L’indulgenza deve avere dei limiti: Se il figlio sbaglia si deve dirglielo, non compiacerlo solo perchè è figlio. Per esempio, a Erika, porrei questa precisa domanda: “Ammesso tu l’avessi fatta franca mandando in galera due albanesi innocenti; come avresti potuto vivere nella tua casa con quel peso sulla coscienza?” Mi sembra nessuno abbia sciolto questo nodo esiziale. Né lei e neppure il padre. Riguardo al giudizio e ai giudici che dire? Hanno posto la sentenza sulla capacità di intendere il ‘bene’ e il ‘male’ da parte degli assassini. Ma la giustizia non è un problema etico: è questione di leggi. Ad ogni reato, cioè infrazione della legge, la sanzione è prevista dai codici. La discrezionalità della graduazione, tra massimo e minimo della pena, deve rapportarsi alla gravità del crimine. Crimine massimo, pena massima. Reato minimo, sanzione al minimo. Ora, ditemi voi se esiste un crimine più grave che assassinare a freddo, con premeditazione, a coltellate, madre e fratellino?
da Piergiorgio Welby
Signor Aldo Abuaf…mi scusi. Non volevo apparire saccente o incomprensibile…volevo soltanto essere sintetico e condensare una visione del mondo piuttosto articolata nel più breve spazio possibile. Il concetto era il seguente; usare le certezze come rifugi è pericoloso, ogni rifugio può diventare una prigione. Lasciarsi guidare dal dubbio è destabilizzante ma ci protegge da sconvolgenti sorprese. P.s …non si preoccupi per le mestruazioni, non si può mai sapere…
Caro Claudio, Vorrei avere un parere su quanto segue. La Sinistra dice sempre di avere a cuore le sorti dell’Umanità e antepone la dignità dell’uomo all’avidità di denaro dei venali capitalisti. Però io vedo che per loro sono molto più gravi e censurabili i “reati” patrimoniali dei vari Craxi,Poggi Longostrevi o Berlusconi che al limite hanno fatto danni solo all’Erario,che non i “crimini” contro la persona perpetrati da Togliatti, Gramsci,Triangolo rosso,prigionieri italiani in Russia,Guerra di Spagna). Del resto per mezzo secolo i “massacri finanziari” dell’Imperialismo economico USA sono stati considerati più gravi di quelli “umani e civili”dell’Imperialismo dell’URSS.
I crimini contro lo Stato sono crimini contro tutti noi. I massacri finanziari vogliono dire morti, milioni di morti. E i crimini fatti a nome della sinistra, per chi è sinceramente di sinistra sono ancora più dolorosi di quelli degli altri (csf)
da Alessandro Ceratti
Io non sono un avvocato e non so di diritto. Gabriele Di Girolamo, con tutte le ragioni probabilmente, definisce la teoria del “non poteva non sapere” una pura idiozia dal punto di vista giurisprudenziale. Sarà… tuttavia la stessa logica che ci basta per ritenere dimostrati i più arditi teoremi di matematica pare evidentemente insufficiente alle fini e cervellotiche menti degli avvocati. Secondo le leggi della logica -aihmé- una doppia negazione vale come un’affermazione, così come un doppio meno davanti ad un’equazione può essere tranquillamente trasformato in un più. Ammetterà quindi con me il sig. Di Girolamo, che per le leggi della logica, se non per quelle del diritto, Berlusconi sapeva ed è colpevole. Come volevasi dimostrare. Quanto poi al fatto che i magistrati non abbiano esteso lo stesso procedimento ad Agnelli e a Prodi e a tutti coloro per i quali valeva lo stesso ragionamento me ne rammarico. Chissà, avrebbero persino potuto farlo se avessero continuato a godere dell’appoggio del popolo italiano. Di certo ora non sono in grado di farlo nei confronti di nessuno. Quanto sarebbe migliore l’Italia se almeno i ladri presi con le mani nel sacco fossero in galera!
da Aldo Abuaf
Caro Claudio, la splendida Avana (o quello che ne rimane) di cui hai goduto le bellezze, non l’ha costruita Fidel, anzi ha aspettato che si distruggesse durante i 35 anni che se ne è fregato del turismo. Adesso che non ha altra alternativa sta correndo ai ripari per cercare di restaurare il restaurabile, ma i danni irreparabili ormai sono tali. E non credere che sia sempre stato così indolore il trasloco degli abitanti. Se vuoi vedere i capolavori dell’architettura rivoluzionaria puoi percorrere le strade interne di Alamar e Habana del Este, tanto per avere un esempio alla portata, così puoi chiedere ai meno giovani dove abitavano e come sono finiti li. Ci abitava anche Anamaria Guevara, una sorella del Che, purtoppo scomparsa da diversi anni. Hai già avuto modo di vedere la Scuola del Cinema che non ha ancora 15 anni. E se vai a Varadero prova a vedere dove hanno costruito, fra gli altri orrori, l’Hotel Tuxpan. Non te lo dico perché merita di andarlo a vedere (certo bisognerebbe conoscere il “prima” per apprezzare di più).