SUBCOMANDANTE GASPARRI. Zaccaria non mi sembra proprio un gentiluomo inglese che ha studiato ad Oxford e ha imparato le regole della democrazia anglosassone. Un vero signore, da tempo, avrebbe dato le dimissioni. E lui invece se ne sta lì inchiodato alla sua poltrona. Ma ha ragione. E’ stato incaricato e vuole durare fino alla fine dell’incarico. E dall’altra parte l’assalto alla baionetta ha qualcosa di volgare e di ridicolo. Sembrano quei bambini che siccome non gli passano la palla se ne vanno con tutto il pallone perché il pallone è loro. La cosa drammatica è: se adesso che non comandano la tv di Stato è quella che è, come sarà quando comanderanno quelli alla Gasparri, che si credono dei guerriglieri in servizio permanente effettivo?
UNA MACCHINA CHE VA A COMPLOTTI. Berlusconi è pieno di turbe. Vede complotti ovunque. Se non sono i giornalisti sono i giudici, se non sono i comunisti, sono i capi di Stato europei. Ma una volta non continuava a dire che non lo lasciavano lavorare? E allora basta fare il piangina, perdio. Volevi lavorare? Lavora!
DUE LIBRI SUI DENTI. La nostra vita è scandita dai libri di Fede e dai libri di Vespa. Inesorabili come la prima neve, come il campionato di calcio, come l’inaugurazione dell’anno giudiziario, come gli esami di maturità. Quando meno te lo aspetti Zac! Il libro di Fede. E dopo sei mesi Zac! Il libro di Vespa. Preceduti ogni volta da anticipazioni, interviste, rivelazioni. Per fortuna riesco a sopravvivere senza leggere né gli uni né gli altri. Come diceva il mio amico professor Rosa: “Non ho ancora letto tutto Proust!”
ANDREA, CAMBIA! Il Foglio è proprio un bel giornale. Ogni tanto ha incredibili e inevitabili cadute di stile, ma è difficile farne a meno. Io non sopporto la rubrichina “Alta Società”, ho un atteggiamento dubbioso verso quello che scrive Adriano Sofri, che però spesso raggiunge livelli altissimi, ho un interesse alto per l’elefantino, quasi sempre autore di scritti illuminanti, riesco a riconoscere qua e là la scrittura anonima di qualche bravo giornalista amico mio, trovo spazio sprecato la rubrica “Le parole di Barney”, trovo spazio ben occupato quello di Pierangelo Buttafuoco anche se non condivido mai una parola di quello che dice, viste le sue origini fasciste, adoro quasi sempre le tre righe, le quattro righe, le cinque righe della lettera quotidiana di Mattia Feltri, detto “il feltrino”. Ma debbo confessare che la rubrica che mi piace di più è quella di Andrea Marcenaro, “Andrea’s Version”. Tutte le volte la leggo e mi dico: “Ma perché non la pensa come me? Anzi, perché non la pensa come la pensava prima?” Dannazione.
L’AGENDA DELLA GUERRA. Che strana guerra. I Talebani si lamentano dei morti e diffondono le cifre (ma avete mai visto guerra senza morti?), gli americani pubblicano l’agenda dei lavori (“Attaccheremo domani, no dopodomani”) seguiti a ruota dall’Alleanza del Nord (“Attaccheremo fra quattro giorni”, oh, mi raccomando la puntualità). Si dice tutto tranne quello che si dovrebbe dire. Per esempio: non sarebbe ora, a cinquanta giorni dal massacro delle Torri Gemelle, di diffondere le famose prove inequivocabili della responsabilità di Bin Laden? Non sarebbe ora che i talebani dicessero quello che pensano veramente di chi ha abbattuto le Torri Gemelle (Bin Laden o non Bin Laden?).
LO SPRECO. Oggi era il compleanno di Mario Rigoni Stern. Ottant’anni. Per chi non ha letto i suoi libri (soprattutto “Il sergente della neve”) capisco che il nome potrebbe perfino non dire nulla, visto che vive ad Asiago, non fa la corte ad Afef ed evita Vespa, Costanzo e Maria Angiolillo. Intervistato per l’occasione ha dato una ottima definizione di spreco: “Liberi da 20 mila lire spediti in confezioni che costano 30 mila lire”.
ELOGIO DEL VOLTAGABBANA. Pia Luisa Bianco gira l’Italia per la presentazioni del suo libro “Elogio del voltagabbana”. A Milano c’ero anche io e ho visto e sentito Paolo Mieli, Maria Luisa Agnese, Sergio Romano, Francesco Cossiga, Cesare Romiti, Roberto Formigoni. Il dibattito viaggiava sul filo del cavillo e del bizantinismo. Un deputato ha diritto di cambiare opinione? Può passare da uno schieramento all’altro? Perché demonizzare i voltagabbana? Il mandato parlamentare è vincolante o no? Fino a quando Cesare Romiti ha detto una frase concreta: “Ma perché se un deputato cambia idea, non dà le dimissioni?” Sconcerto in sala.
Claudio Sabelli Fioretti27.segue
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