da Aldo Abuaf.
Caro Claudio, ho paura che il nostro italiano sia diverso dal momento che non riusciamo a capirci reciprocamente: non ho detto, o non volevo dire, che in qualche caso la stampa ha ritenuto “buona” la guerra di binladen, volevo e voglio solo dire che non ha il coraggio di rivelare ai giovani pacifisti, agnolotti e casarecci che il Che Guevara era tutto fuori che pacifista e non puoi negare che fra gli “antiguerrafondai” abbondassero i vessilli con l’immagine del Che, così come le bandiere cubane e palestinesi. Spero di essermi spiegato in un italiano comprensibile e non solo da me.
Scusami se non avevo capito. Però ti riporto la frase che avevi scritto: “E i media tacciono e non spiegano o si arrampicano sui vetri per giustificare che c’è una guerra “buona” come quella di binladen o dei palestinesi e una “cattiva” degli americani, israeliani e berlusconiani”. A me pariva chiaro. Mi sembrava senza alcuna ombra di dubbio che tu sostenessi che i media dicevano che esiste la guerra buona di Bin Laden. Facciamo una cosa. Parliamo come mangiamo, senza metafore, senza voli pindarici, senza parafrasi. E’ già tanto difficile capirsi. Per esempio: essere contro i guerrafondai non vuol dire obbligatoriamente essere pacifisti. In ultimo: agnolotti e casarecci? siamo ridotti a storpiare i nomi come Emilio Fede? (csf)
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