da Mario Brandalise
caro Claudio, quello che colpisce maggiormente nella lettura della diaristica fascista, è l’ intelligenza, l’ acume delle notazioni e, in alcuni casi, la cultura di molti personaggi di spicco del ventennio. Qualità, queste, che non hanno impedito a costoro di subire la fascinazione di Mussolini. Che non era uno stupido ma era un demagogo, megalomane e refrattario alla morale. Lo hanno seguito in tutto, facendo un po’ di fronda ma appoggiando ogni sua decisione, anche la più vergognosa. La durezza con cui Bottai sostenne le leggi razziali, stupì persino Ciano. Mollarono Mussolini soltanto dopo il bombardamento di Roma. Alcuni di loro hanno cercato, è vero, un riscatto personale. Ma la parola galantuomo mi fa pensare, piuttosto, a quei 12 professori universitari – su 1250 – che rifiutarono di giurare fedeltà al regime e persero il posto.
p.s. : AUGURI, NATALINO!
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