da Christian Migliorati
Ti segnalo dall’ultimo numero de “Il Vernacoliere”, Mensile di satira, umorismo e mancanza di rispetto in vernacolo livornese e in italiano, il seguente pezzo, intitolato “Governo d’affari”, tratto dalla rubrica “Alla volé”, a firma emmecì: “Alla luce delle leggi proposte ed approvate una dopo l’altra di rincorsa dal clan di Berlusconi sin dai primi giorni – detassazione delle eredità, depenalizzazione del falso in bilancio, neutralizzazione delle rogatorie internazionali, defiscalizzazione e ripulitura dei capitali che rientrino in Italia – è ormai d’uso parlare di governo d’affari. Il che non meraviglia, visto che a capo del governo c’è un gigantesco imprenditore che ha conservato intatti tutti i suoi interessi, come intatti li hanno mantenuti alcuni dei suoi avvocati e dei suoi cointeressati, cooptati nel governo anch’essi o fatti arrivare in parlamento. Ci vorrebbe allora un po’ più di precisione. Per definirlo sì governo d’affari, ma degli affari loro.E parecchio urgenti.”
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