da Mario Brandalise
Caro signor Natalino, ho sempre evitato de entrare nel merito delle sue lettere, limitandomi a risponderle con delle battute, perché il tono aggressivo da lei usato non invita certo al dialogo. Affermare, come ho fatto, che il comunismo è una follia, fa di me uno strano comunista. Le dirò di più : non credo che lo stalinismo sia stato il frutto di una cattiva interpretazione del marxismo. Credo, invece, che la dittatura, il terrore ed i gulag siano una conseguenza inevitabile dell’ utopia egalitaria e di ogni tentativo di fondare un uomo nuovo. Che non fossi comunista, avrebbe potuto capirlo già dalla prima lettera che ho scritto, se l’ avesse letta con meno pregiudizi. Non ho nessuna simpatia per chi ha tirato molotov o per chi ha impugnato una spranga. Ma lei, nella sua lettera, ha criminalizzato un paio di generazioni ( non la mia, che ho “solo” 35 anni ), sino a sconfinare nella caricatura e nel luogo comune. Insegnanti, attori, giornalisti, cantanti, conduttori televisivi, l’ Università del Katanga (dalla cui biblioteca le scrivo), gente che estorce il 18 politico : tutti in un unico abisso di mediocrità. Non le sembra di generalizzare un po’ troppo ? Lei ne salva un venti per cento : tutti di destra ? Ho trovato fastidioso, mi perdoni, il suo accenno a coloro che scrivevano lettere a Mussolini. Presumo che lei volesse riferirsi a Bobbio. Ma Bobbio, parlando spontaneamente di una sua lettera a Mussolini, ha dato prova di onestà intellettuale. E quindi non merita i suoi strali.
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