da Mario Brandalise
Ho seguito con interesse le sue interviste su Sette sui voltagabbana. Leggendole mi sono chiesto se il peccato di essere stati comunisti debba necessariamente scontarsi diventando berlusconiani. Nell’ 85 ero iscritto al primo anno di scienze politiche e credevo di essere comunista. Poi, preperando l’ esame di Storia delle dottrine politiche, mi accorsi che il comunismo era una follia, come tutte le utopie che lo avevano preceduto, perché voleva fare la felicità degli uomini senza sapere nulla dell’ uomo (potrei approfondire ma, va bene, la smetto ).Ma di sinistra ero e di sinistra sono rimasto. Non le chiedo di pubblicare quest’ agiografia personale. Le propongo invece di realizzare una serie di interviste ad esponenti della sinistra e di interrogarli sull’ argomento. Come, quando, perché hanno smesso di essere comunisti. E cosa sono diventati adesso. Ma lei dovrebbe proprio torturarli, puntargli una lampada sugli occhi e mandarli a quel paese se s’ accorgesse che stanno mentendo. Sarebbe bello che si parlasse un po’ di politica.
Le dirò di più: anche questa sinistra, che non è certo comunista, lascia molto a desiderare. Dobbiamo per questo passare tutti in Forza Italia? La sua proposta è interessante, ma un po’ già lo sto facendo. Sa che cosa rispondono? Che siccome il comunismo non risolve i problemi della gente, bisogna provare con la destra. Sto dando una risposta un po’ schematizzata, ma è in fondo quello che dicono. (csf)
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