Luca Zaia è uno dei cacicchi della Lega di Salvini. Non è proprio un salviniano, anzi un giorno potrebbe perfino essere al posto suo. E Salvini potrebbe essere un cacicco della Lega di Zaia. Sapete come è la vita. Luca Zaia è un cacicco da una vita e vuole continuare a fare il cacicco. E’ diventato governatore del Veneto nel 2010 ma prima era stato vicepresidente per due volte e prima ancora era stato presidente della provincia di Treviso. Uno potrebbe pensare che lui cacicco ci sia nato invece no. Ha fatto tantissimi mestieri prima di incaciccarsi. Ha lavorato in un sacco di discoteche, poi ha fatto il cameriere, l’uomo delle pulizie, il muratore, il professore di chimica, l’istruttore di equitazione, l’operaio in una industria di pellami. Non si può proprio dire che avesse una specializzazione né che avesse la mania della politica. Sta di fatto che ad un certo punto ha cominciato la sua carriera di cacicco della Lega. E adesso sono 15 anni che fa il capo del Veneto. Lo è stato già per tre volte e con grande soddisfazione di tutti, dei suoi elettori e perfino dei suoi avversari politici. Ma la sua alleata Giorgia Meloni non vuole che venga eletto di nuovo. E figuriamoci se lo vuole la sinistra. E qui comincia una strana storia perché la legge dice che non bisognerebbe andare oltre i due mandati. Vedremo. Perché la faccenda non è per nulla semplice se è vero che sui giornali non si fa che parlare del terzo mandato. Ucraina? Gaza? Trump? Per favore! Il problema è: può Zaia presentarsi alle elezioni per la terza volta? Anzi, per la quarta perché (e non state a chiedermi perché, non lo so, non l’ho capito e non l’hanno capito nemmeno tutti quelli ai quali l’ho chiesto anche il prof. Wikipedia) perché Zaia è già stato governatore del Veneto per tre mandati. E magari il problema fosse solo il suo. C’è anche il cacicco del sud, il cacicco di sinistra, Vincenzo De Luca, l’uomo che vuole continuare a fare il governatore della Campania e se non ci riesce lui deve farlo suo figlio perché a lui il familismo di Giorgia Meloni fa un baffo. Ma il suo nemico, quello che gli si para contro, è il suo partito, il Pd. La Schlein proprio non vuole che De Luca continui a spadroneggiare in Campania. Quindi né le destre né le sinistre voglio il terzo mandato. E’ un bel casino perché i due cacicchi minacciano fuoco e fiamme, voglio cambiare la legge, vogliono presentarsi da soli con liste personali, vogliono candidare parenti ed amici. Come andrà a finire? Io non lo so e, sinceramente, non lo voglio sapere. Non me ne può fregare di meno. Constato però una cosa. Anzi due cose. La prima è che dieci anni alla guida di una regione non sono pochi, ci si può accontentare, si può tornare a fare l’istruttore di equitazione, si può tentare la scalata alla presidenza della Repubblica. La seconda è che i due cacicchi attaccati alla poltrona sono due persone intelligenti, abili, furbe, simpatiche. Perché privarci della loro opera? Per paura che diventino dei dittatori? Ebbene sì. Per paura che diventino dei dittatori.
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