da Gianni Guasto, Liguria meridionale
Un mio amico di origine bavarese, la cui famiglia vive a Genova da un paio di generazioni, mi raccontava ieri sera questo episodio: si trovava in Brianza, alcuni anni fa, e durante un alterco banale, una signora lo apostrofava in questo modo: “per noi della Brianza, voi genovesi siete i primi terroni”. Risposta del mio amico: “Per noi Tedeschi, i primi terroni siete voi”. Certo, che, a parte l’orso polare, solo pochi possono dire di non essere “terroni” rispetto a qualcun altro. Ma anche i genovesi non scherzano quanto a diffidenza nei confronti degli altri: da bambino, mentre imparavo con scarsa disinvoltura a nuotare, qualcuno mi diceva: “nuoti come un piemontese”. E Fabrizio de André cantava: “e in ta cà de pria chi ghe saià, in ta cà do Dria co no l’è mainà. Gente de Lugan, facce de mandillà, quei che do luoassu preferiscian l’a-à. (E nella casa di pietra chi ci sarà, nella casa di Dria che non è marinaio? Gente di Lugano, facce da ladri, quelli che del branzino prediligono l’ala”). E per questo, ogni anno, quando la Lega organizza tra bandiere verdi e insegne le sue escursioni subacquee al Cristo degli Abissi, baciando pateticamente nel mare il sacro suolo padano, la gente di Camogli ride.
Ma il Trota nuota anche in acque salmastre o si immerge in una boccia d’acqua dolce tratta dal Po?
Massí… in Italia ci si sputtana tra borghi… in Friuli ci sono quelli di cá da l’aghe e chei di lá… e chei de basse, e chei dei Cjarnie… per non parlare di Triestini e Udinesi… uffa…
Dimenticavo: in verità per i Tedeschi i primi terroni sono gli Austriaci, figurati i brianzoli!
Cerco di razionalizzare la questione, per trovare risposte. Ci sono almeno due fattori: campanilismo esasperato, diffuso su tutto il territorio nazionale, ma con poco senso civico; fastidio (crescente in tempi di crisi) per coloro (sempre gli altri) che hanno mentalità e usi basati sui favori reciproci all’interno della cerchia tribale o famiglia e che considerano la res publica e lo Stato nazionale qualcosa da sfruttare perchè alieno. Questo c’è a tutte le latitudini (e anche longitudini tra centri economici), ma è, in genere, crescente da nord a sud del mondo (per povertà maggiore, per emancipazione più tardiva?) Non ne ripercorriamo la storia, questo è il risultato. Aldilà degli stereotipi, restano corruzione, mafie, ritardato sviluppo, assistenzialismo. Come uscirne?
Caro sig. Bettio, se ne esce portando il lavoro al sud. La globalizzazione non fa bene ai sistemi sociali del pianeta in quanto mette in circolo un sistema schiavista che mira al ribasso continuo degli stipendi dei lavoratori, pena la miseria della disoccupazione. Di questo passo torneranno i tempi in cui le persone saranno costrette a costruire per una cicca monumenti e chiese giganteschi come una volta. Quando si ha fame sono importanti anche le briciole che cadono dalla mensa degli affamatori.
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