da Gianni Guasto
Si era illusa, Nicole Minetti, di ingannare se stessa: facendo quel “piccolo” sacrificio, sarebbero arrivate fama e fortuna, e allora sì che avrebbe potuto facilmente dimostrare il proprio valore. Invece, le è andata male: ora, dopo tutto questo fango, le è venuto il dubbio che a B. non importasse nulla di lei, né del Consiglio Regionale della Lombardia. Brava o no, di lei interessavano i quarti di bue: girello, coscia, biancostato. Anche Masi, che qualcuno assicura essere un buon docente universitario, aveva scelto la strada senza ritorno dell’autoumiliazione. Ora le prende da tutti: da Berlusconi che lo considera un incapace, e da Santoro, che invece reagisce perché ha rispetto -mosca bianca fra poche, in un ambiente appestato- di se stesso. Quanta gente si è autoimmolata sui banchi dello charcutier di Arcore: Minzolini, Vespa, Sallusti, Belpietro, Porro, l’aristocratico Ferrara, e Fede, che sembrava il più frollato di tutti, e invece era quello che sotto sotto si vendicava. Chissà se B. capirà mai di non avere abbastanza soldi per comperare la dignità di una sola persona.
Quando si dice “le coincidenze”… Mentre scrivo questo commento un vecchio disco suona la magnifica canzone “Ruby Baby” (1956), quella originale dei The Drifters, non la versione, pure eccelsa, che Elio e Le Storie Tese hanno riproposto recentemente a “Parla con me”. Inciso questo che c’entra poco, ma mi piace ugualmente inserirlo. Io penso che faccia parte del gioco del sultano per aggirare le leggi sui suoi vizi privati nominare persone di riconoscente fiducia nelle cariche istituzionali. Chi meglio di un parlamentare, per esempio, potrebbe organizzare segretamente festini o altro per un PdC libertino? Nicole Minetti è servita opportunamente al caso del sultano al momento giusto. Lo so, questa volta penso male, ma… Nella lista manca Vittorio Feltri… Voluta dimenticanza?
Voluta. Infatti Feltri, che non includo fra le persone che mi piacerebbe avere a cena, sta attraversando un periodo di meditazione e ripensamenti il cui esito è difficile da prevedere. Anche se mi sentirei di escludere un suo futuro come volontario alla Comunità di S. Egidio.
Perchè caro Gianni hai tolto Feltri dal novero? Solo perchè ora non sta piu’ al Giornale? Feltri ha fatto cose indegne, ma allo stesso tempo non è mai stato – lo dice anche lui – un berlusconiano nel cuore. Io per esercizio di stile provo a fare l’avvocato del diavolo: e se in passato avesse solo fatto quello che gli veniva chiesto? Quello che tu chiami ripensamento non sarebbe altro che il Feltri originale. E quindi sarebbe piu’ deprecabile lui o berlusconiani convinti come Ferrara e Fede? Onestamente non so che risposta darmi.
E’ difficile capire come funziona la testa delle persone: più elementare Fede, che non può chiedere soccorso a un’eccelsa intelligenza; più contorto anche se alla fin fine trasparente Ferrara, che per non sfigurare con se stesso si inventa filosofie morali rovesciate, nelle quali il dolo è beneficenza e l’indignazione ipocrisia. Con Feltri si salta il fosso: a lui il mestiere del sicario si addice per autentica passione, non per denaro.
È strano ma anche il primo ministro parla di dignità, della sua, naturalmente, quando dice che pagare una donna sarebbe lesivo alla sua dignita. Sigh, sigh! Commovente. Ancora non ci ha spiegato qual’è la differenza tra “fare regali” e “pagare”. Mah. Quanto alla dignità delle donne, lui non sa neanche dove stia di casa. Temo neanche per quanto riguarda le figlie, visti gli ultimi exploit della maggiore, per esempio.
Certo, caro Gianni, hai illlustrato una galleria di personaggi che va da Minzolini fino a all’elefantino, tutta gente abituata a camminare con la schiena abbassata di 90°. In questi tempi bui e maramaldi ci manca un Montanelli uno che aveva la dignità sulle spalle e il servilismo sotto i piedi! Ricordo bene quando se ne andò dal Giornale da lui fondato. Era il 1992 e Berlusconi entrava in politica e disse ai redattori, all’insaputa di Indro, che da quel momento il Giornale si doveva mettere al suo servizio. Il giorno dopo Indro aveva già lasciato la direzione! Più tardi, a Enzo Biagi dichiarò: me ne andai perché io sono un “padrone” e non ho lo spirito di un servo. Mi manchi, Indro, nonostante non la pensassi come te! P.S. AH! Dimenticavo! Montanelli si portò dietro (alla Voce) Travaglio ma non Feltri che decise di stare alle dipendenze del Berlusca! Già da allora il Feltrino soffriva di scogliosi!
i corrispettivi di sinistra, Santoro and company, “orfani del muro di Berlino”, si sono prostrati tanto tempo fa alla loro faziosità antidemocratica
Caro Goldoni, a parte che questo non cambia nulla della posizione dei Vespa, Minzolini e Co, una profonda e sostanziale differenza esiste: i Santoro and company si saranno prostati ad una ideologia, ad una idea politica, condivisibile o no, non cambia, ma sempre ad una ideologia; gli altri si prostano ad una singola persona, dimostrando un solo ed unico scopo: il culto della personalità. Questa è la differenza e che differenza…
Mi spieghi, Giorgio, qual’è la faziosità antidemocratica? Non è che anche tu cadi nel tranello delle iperbole così care al regime attuale? Ricordo che il famoso editto bulgaro, Berlusconi docet, parlava di faziosità dei Santoro, dei Biagi, dei Luttazzi,ecc. chiedendone la loro cacciata dalla Rai. Ogni persona, secondo me, ha il diritto di esprimere le proprie idee senza, peraltro venir bollato come fazioso. Di contro i Vespa, i Minzolini e compagnia bella sono, non solo l’esempio di faziosità fatta persona ma l’emblema stesso di servilismo ad un’unica persona, invece chi si porta appresso degli ideali, giusti o sbagliati che siano, è solo servo del suo pensiero e sarebbe fazioso solo se lo vuole imporre! Santoro impone la notizia, la esalta senza mai nasconderla come oggi altri fanno..
Commenti chiusi.