da Vittorio Grondona –Bologna
Finora ho sempre creduto che gli editti fossero prerogativa esclusiva del Presidente del Consiglio e della sua compagine di ubbidienti nominati politici. Dai giornalisti proprio non me lo sarei mai aspettato. Inoltre Berlusconi insulta Lerner pubblicamente in TV, Masi se la prende con Santoro con una telefonata preventiva del tipo non si sa mai che Annozero questa sera finisca fuori dalle regole… Qualcuno potrebbe dire che, tutto sommato, è sempre meglio il dito indice puntato del dito medio irriverente stile Santanchè. Secondo me, invece, faremmo bene a meditare un attimo tenendo le mani in tasca. Stucchi si è ritirato, Gasparini è dietro alla lavagna ed io?… Con chi litigo io adesso?… Mi resta Goldoni, ma mi sa che contro la sua inquadratura distorta della politica sociale ogni mio tentativo di suscitargli un pizzico di sano “buonismo” sarebbe inutile.
L’amico Vittorio si lqamenta che la persone si ritirano e lui si annoia perché non ha contraddittorio. Condivido e capisco questa,se non ci si può confrontare o discutere tesi contrarie, si corre il rischio di diventare come nel PdL, dove ogni voce contraria viene soffocata o peggio sottoposta a violenti attacchi di stampa. La vicenda Cozzolino a Napoli dovrebbe far riflettere che la democrazia si manifesta proprio con queste contraddizioni, non con gli yes man timorosi più realisti del re. Per me chi si ritira ha sempre torto, nel senso che le proprie idee, se in buona fede,debbono essere portate avanti al di là di ogni critica, senza ironia e nelle regole civili, accettare le critiche e controbatterle,avere “le palle” di sostenerle sempre e ovunque. Ritirarsi è una sconfitta,sempre.
Capisco Grondona, ma concordo con CSF. Internet è enorme, e di posti dove fare commenti da bar ce n’è a iosa. Quello che vogliamo è discutere con “nemici” dagli argomenti seri. Altrimenti migriamo tutti tra i commentatori degli articoli di Veneziani e là troveremo orde di Gasparini, Goldoni, ecc.
Non si può certo dire che gli interventi del signor Gasparini non siano “seri”. Lo sono e come. Purtroppo ho notato che il suo modo precipitoso di usare il copia/incolla lo renda vulnerabile nelle sue conclusioni ideologiche. E’ ovvio che questa considerazione è del tutto mia personale. In sostanza lui ha imparato bene dal Cavaliere l’arte del non “volere” perdere a tutti i costi. Saggia strategia, ma che al primo intoppo porta qualche volta a deviare in frasi poco felici contro gli avversari. In conclusione, arrivare alla spavalderia del Cavaliere ce ne corre ancora. Forza Gasparini con grande pazienza la meta può essere raggiunta! A CSF vorrei dire che tenermi dentro quello che penso mi è quasi impossibile. E’ un mio grande difetto del quale ho sempre pagato le conseguenze.
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