di Natalia Aspesi sulla Repubblica
Ci sono donne consapevoli di essere sedute sulla loro fortuna, scrive con galanteria settecentesca un ex direttore del Corriere della Sera sullo stesso quotidiano, suscitando la giusta indignazione di colleghe e colleghi che gli rispondono sul giornale. Con femminile ammirazione si potrebbe anche fargli osservare, pacatamente e banalmente, che ci sono uomini consapevoli che davanti alla fortuna bisogna inginocchiarsi. Evitando interpretazioni birichine, ma forse non del tutto fuori luogo, sono le cronache a raccontarci continuamente che per sfruttare, in cambio di ricche prebende, ma anche solo di elemosine, il boss, il sultano, il satrapo, il dittatore, il padrone, chiunque abbia potere, una bella folla di uomini è disponibile a farsi corrompere, a servire, a mentire, a usare non il proprio corpo, probabilmente noi dei più appetibili, ma il proprio cervello e la propria anima. Che magari per molti vale di più. Li chiameremo, pane al pane, uomini che si prostituiscono, come si è detto del vortice di ragazze che vestite da carabiniere o da infermierina (o forse da zanzara o da domatore di tigri), si divertivano ad umiliare nel modo più feroce un premier dalle debolezze invereconde, assecondandolo nei suoi piaceri senili, in cambio, sia ben chiaro, di molto denaro, o di assunzioni e relativi stipendi per lavori anche molto importanti, di cui del tutto digiune, ma cosa importa? Per un contorto bisogno di difendere in qualche modo l´indifendibile Signore, il vecchio collega ha pensato bene di sputtanare tutte le donne con l´arzigogolato e craxiano pensiero che, se fornite di un tesoro sufficientemente grazioso e fresco, le stesse appena possono si precipitano a farne un uso mercantile, non per denaro ma per la promozione o la carriera (o il matrimonio?). Qui l´esimio collega ha fatto una pericolosa gaffe: generalizzando su questo modo femminile di farsi strada, qualche malizioso potrebbe pensare che lui volesse riferirsi anche alle nostre belle signore istituzionali, arrivate alle loro cariche giovanissime e dal vuoto.
Natalia Aspesi e Lietta Tornabuoni al Festival di Venezia del 73 Cosa ovviamente del tutto impensabile. Infatti, anche se donne, si sono tutte dimostrate virilmente non sedute ma inginocchiate, a esaltare il loro buon capo, per niente impressionate dai suoi piaceri, di cui forse avevano già sentito parlare. In ogni caso, non sarebbe male che il colto collega, citando Machiavelli, Croce e Bobbio, che per quel che se ne sa, erano tipi poco inclini al bunga bunga, facesse delle distinzioni: ci saranno certamente delle fortunate signore che si daranno una mossa col loro prezioso tesoro scalando massime carriere, e non si può che invidiarle, maledicendo l´amaro destino che ne ha private tante di simili virtù.
Bocassini Berlusconi Ruby Però, quel che succede nei saloni sontuosi di Arcore è tutta un´altra cosa, diciamo la verità: è un vero e proprio bordello, che fa ancora più impressione perché si tratta della sontuosa magione non di un qualsiasi miliardario appassionato di tesorucci e tesorini, ma della sede, protetta, di un presidente del Consiglio.
Il che vuole dire che le ragazze invitate a frotte a svestirsi e a cantare e a ballare e a fermarsi nel lettone del Cavaliere, che ne può contenere sino a quattro alla volta, avrebbero in mano, se fossero più sveglie, non solo il premier, ma tutti noi.
Accidenti, non le manda a dire, la grande Aspesi. Cruda, direi. Pane al pane, vino al vino. La conclusione, poi, è a dir poco agghiacciante.
Tanto di cappello! Non mancherebbero certo gli esempi di tali uomini dagli inchini profondi a dalla gola sempre pronta. Citarli sarebbe vano, visto la loro notorietà e capacità appena dette, li conosciamo tutti: come si usa dire “i soliti noti”.
…dopo l’intervento a un giorno da pecora di oggi, di Natalia Aspesi…tutto torna. La sintesi: dice che Rutelli è brutto fisicamente perchè democristiano!
Commenti chiusi.