da Gianni Guasto
Se alla FIAT vincesse il no, secondo Berlusconi, “gli imprenditori avrebbero buone motivazioni per spostarsi in altri paesi”. Evviva: così parla un vero statista, un Premier eletto dal popolo, un liberale interclassista, un uomo che ha la responsabilità di guidare una Nazione.
Bisogna far notare chi è stato il primo a dire che gli operai devono votare sì? Un certo Piero Fassino, candidato sindaco a Torino. Altrimenti… Comunque ha sempre ragione Berlusconi: “giusto lasciare l’Italia”. Lo ha capito Bertinotti che infatti è alle Bahamas. Casini, Fini con Bocchino, (il terzo polo ha trovato un punto di convergenza), in costume al sole delle Maldive. Ora siamo tutti più sereni. Ma c’è qualche speranza che D’Alema rimanga a Sankt Moritz?
Rocchino, non risulta Alitalia sia stata venduta a Air France. Leggi troppo Dagospia.
Stucchi, risulta, risulta eccome che risulta; basta aprire gli occhi.
Proprio perché c’è la competitività e la globalizzazione, un vero statista, se fa il premier, dovrebbe almeno tentare di conciliare gli opposti. Che Berlusconi plaude alla competizione e non alla delocalizzazione lo dici tu, Gasparini, perché vuoi immaginartelo come ti piacerebbe. Ma le parole di B. sono state chiare. Un altro, di destra o di sinistra, al suo posto dovrebbe dimenticare di rappresentare un blocco d’interessi perché compito di chi governa è cercare la quadra, ovvero uno sviluppo e un’economia sostenibili. Quello di Marchionne non è il Vangelo, ma è un azzardo su cui ci sono due sole certezze: il peggioramento della vita degli operai e le stock options dell’AD. Tutto il resto è vago come una nuvola di borotalco.
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