da Carla Bergamo, S. Paulo
Dovrebbe essere proibito chiamare un movimento o un partito con il nome di un Paese. Ditemi che non si chiamerà così il nuovo partito del conducator! Che si fa? Non potremo più fare neanche il tifo per la nazionale di calcio o altri sport? Ma fate qualche cosa! L’Italia non gli appartiene, qualcuno glielo dica!
Non è tanto il fatto che si voglia usurpare un nome che è di tutti e farlo proprio, guarda caso, nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ma il fatto che si insista, nel logo, a indicare il presidente del consiglio. Questa prerogativa spetta al Capo dello Stato, prevista nella Costituzione, ma l’arroganza del potere e mancanza di rispetto è una prerogativa saliente di chi non rispetta le più elementari regole della politica e del vivere civile.
Fa sorridere invece come dall’altra parte della coalizione ci sia gente che alla parola Italia farà un salto sulla sedia. Chissà, magari la scelta di questo nome farà rinsavire qualche elettore di li’ e convincerlo che la Padania non esiste.
E no!… Se osserviamo bene il nuovo simbolo, l’Italia è sua… Di Berlusconi. Dio gliel’ha data, guai a chi la tocca. Unica differenza rispetto alla precedente storica autoincoronazione di Napoleone Bonaparte (Duomo di Milano 26 maggio 1805), anziché la corona ferrea lui si è messo in “testa” lo stivale della Repubblica. E’ un modo come un altro per far ridere il mondo intero!
Dimenticavo: è la sua strategia. In caso di sua (probabile sic) vittoria alle elezione i suoi cortigiani potranno dire che sono stati gli italiani con il voto libero a volerlo “Presidente della Repubblica”… Siamo tutti avvisati, quindi. Al terribile momento sarebbe da fessi meravigliarsi!… Furbo eh?…
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